Ho incontrato Giulio Derobertis di Dimensione3 un’azienda che sviluppa tecnologie 3D applicate a comunicazione, marketing, design e arte in maniera non convenzionale.
Raccontami qualcosa di voi: quali sono le vostre skill e come nasce questo progetto.
La nostra azienda nasce nel 2014 principalmente con l’idea di lanciare sul mercato degli strumenti di comunicazione non convenzionale che potessero incrementare l’impatto emozionale dei mezzi di comunicazione. Infatti le prime applicazioni su cui ci siamo mossi sono legate principalmente ad immagini stampate, bidimensionali, non realizzate con stampa 3D. Abbiamo prodotto dei poster molto particolari che producono un effetto tridimensionale oppure dinamico, con immagini che cambiano a seconda del punto di osservazione. Cito due dei lavori che abbiamo realizzato con questa tecnica: un poster tridimensionale esposto al Museo Marta di Taranto che rappresenta una scultura esposta all’interno del museo e poi abbiamo realizzato per la mostra di Picasso “L’altra metà del cielo” ancora in corso a Martina Franca (Ta), Ostuni (Br) e Ceglie Messapica (Br) dei poster dinamici che sono stati utili sia ai fini della comunicazione della mostra, che in una versione in dimensioni ridotte venduta come gadget nel bookshop della mostra.
Queste due tecnologie, poster 3D e dinamici, sono state il punto di partenza della nostra attività, prodotti innovativi per sviluppare una comunicazione non convenzionale.
Quindi il vostro punto di partenza è stato il mondo dell’arte?
No, in realtà il nostro interesse è sempre stato legato strettamente alla comunicazione visiva, quindi dal mondo del marketing alla comunicazione aziendale, al mondo dell’architettura e quindi anche a quello dell’arte e della cultura. Abbiamo sempre lavorato in maniera trasversale in diversi ambiti.
Origami 3D
Lavorando sempre sul nostro interesse e le nostre competenze sulle tre dimensioni abbiamo introdotto un nuovo prodotto sempre legato alla comunicazione: gli Origami 3D. Abbiamo deciso di chiamarli così anche se in realtà il nostro prodotto non è tecnicamente un vero e proprio origami, è più una scultura tridimensionale che nasce comunque da un foglio di carta, più simile a quelli che vengono definiti paper model. La particolarità dei nostri Origami 3D è prima di tutto che sono delle riproduzioni di oggetti reali, simboli o riproduzioni di oggetti veri e propri dei quali riproduciamo anche la texture per conferire un aspetto più realistico oppure li personalizziamo con grafiche studiate appositamente per il cliente.
Gli Origami 3D sono realizzati con delle sagome tipo puzzle, che si uniscono per comporre l’oggetto tridimensionale. Questi origami possono essere piccoli oggetti utili a creare dei gadget oppure di grandi dimensioni tipo sculture con i quali riprodurre oggetti reali anche fuori scala. Ad esempio abbiamo realizzato dei cactus alti 2,5 metri stampati con diverse grafiche che abbiamo esposto in diverse occasioni, come il Salone del Mobile di Milano e l’Homi di Milano, ed anche una riproduzione di un Ape Car utilizzata come espositore, interamente realizzata in cartone. Come anche una cucina per uno chef, completamente smontabile, utilizzata in diverse occasioni espositive, come fiere o in spazi commerciali.
Il nostro lavoro in questo caso è concentrato sull’utilizzo di carta e cartone ai fini della comunicazione, quindi applicato a qualsiasi utilizzo legato al marketing e alla promozione. L’idea è quella di produrre dei grandi oggetti con un materiale “amico” come la carta che ti permette di ottenere oggetti facili da montare e smontare e leggeri da trasportare ma dal grande impatto emozionale, proprio per portare avanti il nostro obiettivo di sviluppare una comunicazione non convenzionale.
Allo stesso modo i gadget che realizziamo sono dei piccoli oggetti che fanno impazzire i più piccoli perché li coinvolgono nel montaggio e consentono alle aziende o gli enti con quali lavoriamo di creare un’interazione tra i gadget che propongono e le persone, fornendo un prodotto costruttivo perché permette di creare un momento di manualità, occasione sempre più rara, che consente di sviluppare queste attitudini nei bambini e nei ragazzi attraverso l’esperienza del montaggio che risulta sempre molto interessante e stimolante anche per gli adulti. Quindi è un’esperienza di comunicazione ma anche qualcosa di diverso per gli utenti che poi sono i destinatari della comunicazione.
Quindi, come molti, avete affrontato il dualismo tradizione-innovazione e l’avete risolto mettendo da un lato la carta, che rappresenta la tradizione, e dall’altra i Virtual Tour.
Assolutamente sì, il cartone e la manualità sono un po’ un tornare indietro in maniera sana, sono l’occasione per mettere da parte lo smartphone per qualche ora, e però un prodotto sempre fatto in maniera innovativa, perché realizzare gli Origami 3D è piuttosto complicato e richiede molto impegno dal punto di vista progettuale, anche perché dobbiamo renderli usabili e facili per l’utente che dovrà montarli. Che sia un espositore per una fiera o un bambino che gioca con un gadget dobbiamo sempre facilitare l’esperienza.
Virtual tour
I Virtual tour riguardano sia il mondo dell’esposizione ma anche l’ambito dell’architettura. Sono un’applicazione che consente di rendere digitale un’esposizione fisica, per quanto riguarda i virtual tour fotografici, oppure addirittura rendere digitale qualcosa che non esiste fisicamente, perché non è ancora stato realizzato e che è ancora un progetto, e noi lo rendiamo visitabile attraverso applicazioni digitali. Ricostruiamo un modello tridimensionale dello spazio progettato per renderlo visitabile ancor prima che venga realmente realizzato, in questo modo è possibile avere un’idea realistica di quello che sarà il prodotto finito. Siamo anche in grado di fondere queste due tecnologie e integrarle all’occorrenza.
Come si costruisce un virtual tour?
I virtual tour fotografici sono delle scansioni che realizziamo in uno spazio fisico reale e quindi catturano l’istante con tante scansioni che ricostruiscono lo spazio 3D e fotografico. Quindi noi ricaviamo sia il modello tridimensionale che il virtual tour fotografico che offre la possibilità di camminare all’interno dello spazio scansionato.
Questo significa che la resa è molto realistica e chiunque può accedere allo spazio in ogni momento avendo la sensazione che essere all’interno dello spazio fisicamente, soprattutto data la possibilità di utilizzare i visori che permettono un’esperienza più immersiva. Questa applicazione può riguardare infiniti ambiti, i nostri settori sono quelli degli showroom, le fiere, il turismo, il settore immobiliare, arte e cultura e tutte le esposizioni e le mostre. Tutti i luoghi fisici nei quali ha un senso una visita, oppure può essere utilizzata per motivi tecnici, come sui cantieri o in fase di progettazione.
Oltre alla scansione dello spazio è possibile aggiungere dei contenuti multimediali e testi descrittivi per raccontare con più dettagli la mostra o l’evento, in modo da aggiungere maggiori informazioni all’esperienza e coinvolgere gli utenti. Questo prodotto comunque non si sostituisce alla visita fisica della mostra ma è uno strumento utile ad approfondire contenuti e che inoltre permette di condividerli e moltiplicare le possibilità di diffusione.
A chi vi rivolgete?
Il nostro target adesso sono aziende che producono arredi che ci chiedono di digitalizzare la parte fisica per poi portarla in giro per il mondo, ad esempio Poltrona Frau ha già archiviato due stand realizzati per il Salone del Mobile 2017 e 2018 e attraverso i nostri virtual tour li ha ancora in esposizione e grazie alla sua politica di forte digitalizzazione che sta implementando con questi strumenti consente la visita al Salone del Mobile anche dopo anni in uno stand che in realtà viene esposto soltanto per una settimana. Quindi è uno strumento potentissimo da questo punto di vista. Elimina i limiti di spazio e di tempo e diventa uno strumento utile soprattutto per chi ha investito molto per l’allestimento di uno spazio.
Pensando al lavoro di digitalizzazione che sta facendo Google anche con l’app Arts e Culture, avete mai realizzato virtual tour all’interno di un museo?
Sì, abbiamo lavorato a virtual tour all’interno di gallerie d’arte e di mostre come Amore e Marte organizzata dal Museo Marta di Taranto, e proprio pochi giorni fa della mostra Ultraceramica organizzata da ADI Associazione per il Disegno Industriale delegazioni Campania, Puglia e Basilicata e Sicilia.
Qual è la superficie maggiore che avete scansionato in un virtual tour?
Generalmente lavoriamo sugli interni, quindi abbiamo lavorato su superfici di massimo 5000 mq, anche se adesso stiamo iniziando a lavorare su un progetto molto interessante per un’azienda con una superficie di circa 10000 mq e lavoreremo sull’intera azienda, dalla produzione, all’esposizione agli uffici. L’azienda produce divani e ha l’intera produzione all’interno dell’azienda, a differenza di molte aziende che stanno esternalizzando il lavoro, e sono orgogliosi della loro produzione che ha fasi produttive particolari che fanno la differenza sulla qualità del prodotto. Per questo realizzeremo un virtual tour che racconta l’azienda e le fasi di lavorazione perché si sono resi conto che riescono ad ottenere risultati migliori quando i buyer, che spesso arrivano dall’estero, vedono il processo produttivo e visitano la sede. In questo modo, attraverso lo storytelling dell’intera azienda, sarà possibile far entrare i clienti direttamente in azienda senza spostarsi fisicamente.