La Sicilia è un’incantevole opera d’arte, un pezzo d’Italia che rende la penisola “il Bel Paese”: Sambuca di Sicilia uno dei suoi scrigni ricco di cultura e tesori.
L’ Habitante viaggiatore è avventuriero e vive alla ricerca di nuovi luoghi da esplorare da cui farsi incantare. Oggi il nostro scopritore ci accompagna proprio lì, nella splendida Isola del Mediterraneo, su una collina dell’agrigentino.
Immersi nello sconfinato verde del territorio isolano, esistono posti che da sempre conservano intatto il loro splendore, mantenendo inalterato nel tempo un fascino speciale.
Ben arrivati dunque a Sambuca di Sicilia, piccola perla nel cuore della Valle del Belice.
Eletta Borgo dei Borghi 2016, incanta per bellezza, profumi e storia: una storia che affonda le proprie radici negli anni della dominazione araba; un profumo che sa di agrumi, uva fresca, olio appena spremuto; una bellezza che evoca cultura.
A breve distanza dalla Valle dei templi di Agrigento, a pochi chilometri dal mare di Menfi e Sciacca e da Palermo, capoluogo di regione, Zabut, nome con cui venne in principio battezzata, affascina chiunque scelga di visitarla.
Di origine saracena, secondo fonti storiche fu fondata da un emiro, che proprio su quella collina costruì il suo castello.
Sui resti del maniero nacque un terrazzo, il Belvedere, da cui si affacciano oggi le tenute circostanti. Lì si innalza anche la maestosa Chiesa Madre, la Matrice, gravemente danneggiata dal terremoto del Belice ed oggi in corso di riqualificazione.
Risulta integro, invece, il Quartiere Saraceno, caratteristico e suggestivo, fatto di graziose viuzze intricate e cieche che regalano l’occasione per piacevoli passeggiate.
Le numerose e strette stradine circondano archi maestosi e cortili pavimentati con antichi ciottoli dai colori chiari, disegnando esattamente il tipico centro storico delle originarie città arabe.
Attraversando la cittadina si va alla scoperta di meravigliose chiese.
Alcune di esse sono state adibite a museo, come la pinacoteca che ospita le opere del famoso pittore Gianbecchina: oli su tela, acquarelli, schizzi, acqueforti che coprono un arco di tempo dal 1924 al 1996 e illustrano il prestigioso cammino dell’artista, che evidenzia l’anima e le tinte cromatiche della Sicilia.
E il museo delle sculture tessili di Sylvie Clavel, sito nelle stanze dell’ex monastero di Santa Caterina, che ospita le opere dell’artista francese, imperniate sul nodo e l’intreccio di fibre vegetali, le quali offrono la possibilità di esplorare la dimensione psicofisica dell’essere, con risultati unici nel panorama artistico europeo.
Molti santuari, invece, sono consacrati. Quello del Carmine, situato nel cuore della cittadella, custodisce all’interno dell’abside centrale, Maria Santissima dell’Udienza, una scultura in marmo realizzata da Antonello Gagini, agli inizi del 1500.
Ogni anno, la notte della terza domenica di maggio, la statua viene portata in processione per le principali vie del centro storico, sorretta a spalla dai componenti della Confraternita, vestiti con particolari abiti ricamati in seta e oro. Una festa di paese che racchiude in sé sacro e profano, come nelle più tipiche e radicate tradizioni siciliane.
I palazzi storici, il raffinato teatro ottocentesco L’idea, restaurato e decorato in stile liberty, i resti di un arcaico acquedotto romano, testimoniano la ricchezza e lo splendore del posto.
Ma non è finita qui. Se ci si spinge ai confini del paese, si scoprono mete da favola, che immergono il viaggiatore nella tipica flora mediterranea: la Riserva Naturale del Monte Genuardo, l’area archeologica di Monte Adranone e il lago Arancio, sulle cui sponde si coltivano rigogliosi vigneti ed uliveti, grazie anche ad un favorevole clima di tipo temperato.
Numerose le presenze di cantine, caseifici, ristoranti tipici e pasticcerie deliziose, che favoriscono un turismo di tipo enogastronomico.
Cultura, sapori, tradizioni…con uno sguardo sempre rivolto al futuro.
Ecco cos’è Sambuca, scrigno d’armonia.
Non mi resta che augurarti buon viaggio verso Sambuca di Sicilia, alla scoperta di siti di impareggiabile fascino!
Si ringrazia per l’articolo Antonella Mangiaracina