Il decluttering emotivo è un principio che sta assumendo sempre più credito. Sostanzialmente, si tratta di liberarsi dei pensieri negativi e di tutto ciò che è superfluo, per far spazio alla quiete ed alla tranquillità. Inoltre, riordinando i propri pensieri ed i propri spazi, si diventa più propositivi verso sé stessi e verso gli altri. Per di più, eliminare gli eccessi aiuta il benessere. Infatti, i sentimenti emotivi negativi riguardano all’incirca il 46,5 % degli italiani.
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Il decluttering emotivo: l’eliminazione del superfluo
Secondo una ricerca pubblicata su ANSA, il 19,3% degli italiani si libera dei doni ricevuti dai propri ex compagni. Questo è un tipico esempio di quello che viene definito decluttering emotivo, ossia liberarsi del superfluo. Si tratta della scelta consapevole di liberarsi di tutto ciò che crea sensazioni o ricordi negativi, per fare spazio al proprio benessere interiore. In questo modo, si riesce meglio a concentrarsi sul presente e ad essere più propositivi verso gli eventi futuri. Donald Altman, ex monaco buddhista e psicoterapeuta, propone 4 semplici punti per eseguire un decluttering emozionale:
- riconoscimento ed eliminazione delle sofferenze del passato
- eliminazione degli elementi negativi delle relazioni avute
- prevenzione delle sofferenze future
- raggiungimento, attraverso i precedenti 3 punti, della serenità e della quiete interiore
Inoltre, la scienza dell’epigenica ha da tempo dimostrato che la spazzatura emotiva può arrivare ad attivare o disattivare i geni relativi al sistema immunitario ed all’invecchiamento. Perciò, liberare se stessi da tutti gli elementi angoscianti giova non soltanto alla salute psicofisica immediata, ma anche a quella futura. I vantaggi del decluttering emotivo sono numerosissimi, oltre che molto vantaggiosi. Infatti, l’emotional decluttering:
- porta ad avere maggiore fiducia verso se stessi
- aiuta a vedere le cose da una prospettiva diversa e positiva
- permette un alleggerimento dagli stress quotidiani
Il metodo KonMari
Marie Kondo è l’autrice di uno dei maggiori testi che parlano di decluttering emotivo. Il libro in questione si intitola 96 lezioni di felicità ed illustra, step by step, le regole ed i segreti per avere una casa e, di conseguenza, una vita libera da ogni elemento superfluo, per poter vivere in pace e nel pieno del piacere. Come capire se bisogna liberarsi o meno di un oggetto? Secondo l’autrice giapponese bisogna seguire delle regole ben precise:
- toccare l’oggetto. Sostanzialmente, Marie Kondo consiglia di stringere fra le proprie mani l’oggetto in questione. In questo modo, si riuscirà ad entrare in contatto con esso
- prestare attenzione alle reazioni del corpo. Perciò, bisognerà osservare come il proprio corpo risponde all’azione
A questo punto, se l’oggetto trasmette emozioni positive, allora non andrà eliminato, bensì conservato con cura. Infatti, questa reazione sta a significare che l’oggetto ha un’importanza personale positiva ed è in grado di donare sentimenti piacevoli. Viceversa, se l’oggetto stretto fra le mani ricorderà sensazioni spiacevoli, il corpo si ritrarrà e questo sarà il segno che l’oggetto andrà definitivamente eliminato. Inoltre, nel corso del libro, l’autrice spiega come riordinare ed avere nella propria casa soltanto oggetti con cui si ha un legame positivo aiuta a vivere in modo più sereno e felice. Un ulteriore consiglio proposto dalla scrittrice per fare decluttering emotivo è quello del dono o del baratto.
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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Secondo i dati ISTAT, la depressione è il disturbo mentale più diffuso in Italia. Circa il 5,4% degli italiani dai 15 anni in su soffre di questo disturbo. Inoltre, la depressione è spesso associata a problemi di ansia cronica grave. Infatti, si stima che il 7% della popolazione italiana (oltre i 14 anni) abbia sofferto di disturbi ansioso-depressivi.
- Nel 2016, circa 800mila italiani con un’età dai 18 anni in su hanno ricevuto trattamenti nei servizi dei Dipartimenti di salute mentale. Tra gli uomini adulti, il principale disturbo è la schizofrenia e altre psicosi funzionali. Invece, nelle donne le sindromi principali sono quelle nevrotiche e dopo i 35 anni, la depressione.
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