Premiata dalla rivista americana Fortune come imprenditrice più innovativa d’Italia, Daniela Ducato ha aperto il futuro a nuove generazioni di imprenditori.
Ho avuto il piacere di conoscerla la prima volta nel 2011 come membro di giuria del Premio ITWIIN per le donne imprenditrici e innovatrici. Vinse il Premio come migliore innovatrice per progetto imprenditoriale per la produzione e la distribuzione di materiali realizzati con eccedenze e surplus di pastorizia, agricoltura, apicultura.
Virgine Simonet, una mia allieva del corso di Giornalismo del Design qualche anno dopo l’aveva intervistata. L’abbiamo osservata mentre stringeva la mano a Greta Thunberg: un incontro informale per sancire un patto tra generazioni.
Parliamo dell’ingegnere Daniela Ducato, imprenditrice e leader in Italia nell’industria green.
Cagliaritana, 62 anni, sposata e con due figli, vive a Guspini, in una provincia d’Italia non proprio ricca dal punto di vista imprenditoriale: il Medio Campidano. Ha collezionato successi interminabili che le sono valsi premi e riconoscimenti prestigiosi, a partire dal titolo di Cavaliere della Repubblica che le è stato conferito dal Presidente Sergio Mattarella con la motivazione “Campionessa mondiale di innovazione, orgoglio della nostra Italia migliore”, al “Compasso d’oro“, il “Nobel” per il miglior Design di prodotto del Made in Italy 2018, sino alla citazione del New York Times tra le 10 migliori produzioni al mondo per la salvaguardia del pianeta.
Con le aziende da lei fondate produce prodotti innovativi con il riutilizzo di residui vegetali, animali e minerali. L’imprenditrice è referente di Edizero Architecture for Paece dove in Sardegna si realizzano più di un centinaio di prodotti a km 0, riusabili e biodegradabili, senza petrolio, senza plastiche, senza prodotti inquinanti o velenosi come chetoni, aldeidi (formaldeide, capraldeide o simili sostanze cancerogene) .
Con Greta Thunberg in visita al Senato italiano, c’era anche Daniela Ducato, oggi a capo della filiera Edizero che oggi produce 120 materiali ad alta prestazione industriale ricavati da eccedenze di altre lavorazioni.
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Alcuni dei brand da lei creati sono edilana, edilatte, editerra, edisughero, geolana salvamare, terramia, giusto per citarne alcuni. Sono onomatopeici delle materie prime che contengono e sono impiegati nell’edilizia e nella ingegneria ambientale: e sottraggono CO2 all’ambiente. Dagli isolanti termici e acustici alle ecomalte da rivestimento; dalle pitture derivate dal riuso di sottolavorazioni agricole, come scarti di carciofi o di uve ai biotessili termici non inquinanti in lana di pecora da usare per ricoprire tetti verdi ecologici o per la sanificazione del mare.
Marchi autonomi che scambia con le altre ricerca, brevetti e biotecnologie.
Oggi Daniela Ducato dedica molto del suo tempo alla divulgazione dell’approccio imprenditoriale ecologico insieme alla associazione Casa Verde, punto di riferimento per le future generazioni di professionisti e professioniste che operano nel settore green.
“Nel 2019 prenderò nuove strade – spiega al Corriere della Sera – Mi occuperò di alta formazione nella progettazione con le Università di Cagliari e Sassari. E mi dedicherò a produzioni differenti nel settore del cibo. Ammetto che da un lato sono preoccupata, ma dall’altro so che è giusto cambiare. È sempre utile mutare prospettiva, modo di vedere le cose”
Al SANA di Bologna si diventa food infuencer per comunicare la sostenibilità del cibo
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