Vivere a Nomadelfia, la comunità toscana dove non esiste il denaro

Nomadelfia|Nomadelfia

Esiste una comunità di cattolici praticanti, nella frazione del comune toscano di Grosseto, chiamata Nomadelfia, che si ispira agli Atti degli Apostoli. Qui non si usano i soldi, non esiste la proprietà privata, sono stati aboliti l’uso dei cognomi e i voti a scuola e non sono ammesse liti. Per la Chiesa Cattolica questa è una parrocchia formata da famiglie e laici non sposati. Mentre per la Repubblica Italiana è una associazione privata di cittadini.

Nomadelfia, la comunità toscana dove non esiste il denaro

Vivere senza soldi ricorda qualcosa che abbiamo studiato a scuola, quando moltissimi anni fa si ricorreva al baratto. In quest’ottica il denaro non era necessario poiché era sufficiente avere qualcosa da scambiare. Oggi sembra impensabile un tale modello di vita eppure è quello che succede a Nomadelfia dove il denaro non esiste ma è la stessa comunità a fornire a ciascuno i beni di cui ha bisogno. Poiché i soldi non si usano. Infatti, coloro che guadagnano qualcosa al di fuori dalla comunità lo versano a quest’ultima.

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La storia di Nomadelfia

Il fondatore di questa comunità è don Zeno Saltini (1900-1981). Il sacerdote nel 1931, durante la sua prima messa, prende come suo figlio un giovane appena uscito dal carcere. Poi nel 1941 Irene Bertoni, giovane liceale, si offre di fare da madre ai bambini che nel frattempo don Zeno aveva accolto in canonica. In seguito alla seconda guerra mondiale si sono aggiunte poi, coppie di sposi fino a giungere a quella che oggi è Nomadelfia, una comunità che attualmente conta circa 300 persone. Il 14 febbraio 1948 è la data ufficiale in cui viene celebrata la nascita della comunità, in questa occasione infatti, la popolazione approva il testo di una Costituzione, firmata sull’altare.

Nomadelfia
Vivere a Nomadelfia, la comunità toscana dove non esiste il denaro – SHUTTERSTOCK di MIA Studio

Come si vive a Nomadelfia

Le case in questa piccola frazione sono raggruppate e qui vivono più famiglie, definite allargate. In pratica ci sono quattro-cinque nuclei familiari che condividono alcuni spazi abitativi nella loro quotidianità. C’è una casa centrale dove si cucina, si mangia e si svolgono varie attività e poi ogni famiglia ha una propria casetta in cui dormire.

Il focus della vita in questa comunità è la totale comunione dei beni. Qui per esempio non esiste la proprietà privata. Difatti, a differenza di quanto avviene nelle altre città italiane, a Nomadelfia le case non hanno campanelli, citofoni o cancelli. Questo perché le abitazioni sono tutte sempre aperte per tutti ma soprattutto non possiedono a “qualcuno”, sono di tutti.

Dal punto di vista lavorativo non ci sono dipendenti né proprietari o titolari. Ci sono dei responsabili per ciascuna delle attività svolte. La cosa particolare è che nessuno riceve una paga più alta degli altri anche svolgendo attività differenti. Il lavoro svolto in questa comunità riguarda principalmente la terra, quindi agricoltura biologica, ci sono poi stalle, un frantoio e un caseificio.

I cognomi sono stati aboliti sostanzialmente per due motivi. Il primo è quello di dare risalto al battesimo. Mentre il secondo è dovuto al fatto che essendoci molti figli in affidamento non si vuole evidenziare la loro diversità di origine. Da quest’ultima peculiarità nasce il concetto di “mamma di vocazione“. Si tratta di donne che decidono di rinunciare a una propria famiglia per accogliere come figli bambini e ragazzini orfani.

Anche la scuola è diversa, qui sono stati eliminati i voti per evitare la competizione tra i ragazzi. Però questa scuola non è riconosciuta dallo Stato perciò per i nomadelfi è necessario fare l’esame nelle scuole pubbliche italiane.

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Come entrare a Nomadelfia

Entrare a far parte di questa comunità non è molto semplice. Difatti si diventa nomadelfi dopo un periodo di prova della durata di tre anni. Tutti, compresi anche gli stessi figli degli abitanti di Nomadelfia, sono tenuti a svolgere questo periodo di prova. Terminato questo lasso di tempo, se accettati, si firma la Costituzione della comunità sull’altare davanti a tutto il popolo.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Il 10 maggio del 2018, Papa Francesco si reca in visita apostolica a Nomadelfia, dove ha affermato che: “Nomadelfia è una realtà profetica che si propone di realizzare una nuova civiltà, attuando il Vangelo come forma di vita buona e bella”.

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