Cultura italiana: in 10 anni spesi 700 milioni in meno

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700 milioni in meno in 10 anni di risorse pubbliche a sostegno di ricreazione, cultura e spettacoli da parte di Regioni, Comuni, Province.

A raccontarlo è il 15° Rapporto Annuale Federculture 2019 “Impresa Cultura. Politiche, Reti, Competenze”, illustrato dal presidente Andrea Cancellato e dal direttore Claudio Bocci, alla presenza del ministro dei Beni culturali e Turismo, Dario Franceschini.

 Fortunatamente i consumi culturali all’interno delle famiglie italiane crescono e, dopo la crisi 2008/2013 in cui la cultura ha sofferto di più la crisi economica, nell’ultimo anno si superano i 72,5 miliardi di euro spesi, ovvero il 6,7% del budget familiare.

Lontani dal trend europeo, in cui in media si spende l’8,5% del budget familiare, la media nazionale è comunque di 127,7 euro. In Trentino si arriva a 178,8 euro al mese, in Calabria e Basilicata si scende a meno della metà (64,3 e 67).

Uno spiraglio di luce per la cultura italiana

Cancellato nutre speranze positive e sottolinea che “dopo un decennio difficile, con la grande crisi internazionale del 2008 e poi quella italiana del 2013, ora assistiamo a un momento di ripresa che si sta consolidando in quasi tutti gli ambiti. In primo luogo dove si è investito di più, come musei e siti archeologici”.

È questo il settore con il maggiore exploit: oltre 55 milioni di visitatori nel 2018 (+10% sul 2017 con forti incrementi in Campania e Liguria), contro i 33 milioni del 2008 (+67% nel 2018) o i 38 milioni del 2008 (+44%). Nel 2018 sono cresciuti persino i bambini di 6 anni o più che almeno una volta sono andati a musei e mostre (+3,6) e siti archeologici (+9,2%).

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Foto di LStockStudio su Shutterstock

Sostanzialmente stabili nell’ultimo anno sono invece gli ingressi a teatro (che nel decennio calano del 4,8%), in leggera flessione il cinema (-1,6%), mentre crescono i fruitori di musica classica (+2,2%) e leggera (+7,5%). I divari tra le regioni sono molti, in Trentino o in Toscana il 40% della popolazione va al museo, in Puglia e Calabria solo il 20%. A teatro, il Trentino guida la classifica con il 29% della popolazione in platea e la Sardegna è fanalino di coda con il 9,3%. “Non solo risorse, qui serve un cambio di mentalità – esorta il presidente dell’Agis Carlo Fontana – La cultura è un assist strategico per il paese: ogni euro speso ne genera altri 2,5 di ricaduta sul territorio”.

La cultura incrementa anche il turismo: nel 2018 sono stati 63 milioni i viaggiatori stranieri (+51,2% in 10 anni, sebbene il 2019 apra in calo del 2,1%) mossi dal “turismo culturale – sottolinea Bocci – che rappresenta il 35,4% del totale”.

La lettura non decolla

Quello della lettura resta ancora un settore in crisi. In 10 anni si sono persi 1,3 milioni di lettori. Gli italiani che hanno letto almeno un libro l’anno, oggi sono 23 milioni, cioè solo 4 su 10, in calo sul 2017 dell’1% e soprattutto del -5,5% sul 2008. “La cultura è uno dei canali trainanti della crescita possibile del paese e investire in cultura e turismo è una risorsa davvero per tutti – commenta il ministro Franceschini – Senza dimenticare l’inestimabile patrimonio che abbiamo ereditato dal passato, ora è importante investire sempre di più nella creatività e nel contemporaneo”. Per questo, annuncia, “nel nuovo assetto del ministero, ci sarà una struttura che si occuperà permanentemente delle industrie culturali e creative”.

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