Secondo i dati rilevati dall’Organizzazione Metereologica mondiale più di 900milioni di persone sono a rischio a causa della crisi climatica
La crisi climatica ha fatto registrare tra il 1971 e il 2018 una grave dilatazione termica tale da provocare l’innalzamento del livello delle acque del 50%. Così, proprio nei giorni appena passati al Consiglio di sicurezza dell’Onu è stato lanciato l’allarme in merito ai pericoli derivanti l’innalzamento dei mari. Infatti, il rischio è quelle che potrebbe verificarsi un grave esodo di massa, mai visto prima dalle più grandi megalopoli al mondo: Los Angeles, New York, Buenos Aires e Lagos. In Europa invece, da città come Copenhagen e Londra.
Il rapporto dell’Organizzazione Metereologica Mondiale sulla crisi climatica
L’Organizzazione Meteorologica Mondiale che si è soffermata sul tema ha stimato che almeno 900 milioni di persone che vivono in aree costiere in tutto il mondo subiranno l’impatto dell’innalzamento dei mari. Infatti, tra il 1971 e il 2018 la dilatazione termica ha contribuito all’aumento del 50% delle acque, con il 22% in meno di ghiaccio nei ghiacciai, il 20% in meno della calotta glaciale e l’8% nel cambiamento di accumulo d’acqua nel terreno. Pertanto, tra il 2013 e il 2022 il livello dei mari è aumentato di 4,5 millimetri all’anno, un tasso tre volte maggiore rispetto a quello registrato tra il 1901 e il 1971. Ed entro il 2030 le città di mare che saranno colpite da inondazioni costiere saranno molteplici, tra queste: Bangkok, Hong Kong, Tokyo, Jakarta, Seoul, Taipei e Manila.
Le conseguenze disastrose per Pianeta
Entro il 2050 il problema dell’innalzamento delle acque oltre sommergerà le coste e diverse costruzioni cittadine. In particolare, saranno oltre 1800 i chilometri quadrati di costa che rischiano di scomparire. Inoltre, le persone colpite saranno quasi 600 milioni, se si considerano tutte le regioni costiere urbanizzate dalla popolazione asiatica, tra cui appunto Tokyo, Bangkok, che potrebbe essere sommersa già nel 2030. Inoltre, in Indonesia Jakarta è già per il 40% sommersa, con la parte settentrionale della città che sta sprofondando a un ritmo di 4,9 centimetri all’anno. Anche le coste cinesi sono minacciate, e in particolare le città di Tianjin, Guangzhou e Shanghai. Qui, infatti, si è iniziato ad esaminare la possibilità di costruire canali di drenaggio e barriere contro l’innalzamento delle maree.