Creare una fattoria autosufficiente

Creare una fattoria autosufficiente|agriturismi con fattoria didattica

Creare una fattoria autosufficiente non significa solo coltivare ettari di grano o gestire un allevamento di centinaia di mucche. Avviare una fattoria non è cosa da poco. Bisogna considerare molte cose e calcolare molte variabili. Tuttavia, l’idea di creare questa nuova realtà, si sta facendo strada. I progetti il cui obiettivo è la resilienza, sono sempre di più e ciò è solo un bene rispetto all’esigenza di preparersi ai cambiamenti futuri. Dalla crisi economica a quella ambientale, idrica, energetica e alimentare.

Una fattoria autosufficiente

In una fattoria autosufficiente si coltiva cibo di alta qualità sia per la famiglia, sia per la comunità locale, in modo ecologico, sostenibile e senza l’uso di combustibili fossili che oltre a danneggiare il pianeta sono pericolosi per la salute umana. Questo è il concetto base, che guida da ormai più di dieci anni, tutti quelli che si sono mossi per la creazione di fattorie autosufficienti. Le più sviluppate in Italia sono le micro fattorie familiari indipendenti. Una soluzione economica e sostenibile che ricerca forme sociali di co-partecipazione e corresponsabilità per fondare la propria partenza. Infatti, è comune tra chi intraprende questo viaggio, implementare campagne di crowdfunding, anche per raccontare e condividere la propria esperienza personale ad un numero sempre più vasto di persone. In questo modo si crea consapevolezza sulla qualità della vita in natura, grazie alla riscoperta della campagna.

Creare una fattoria autosufficiente
Creare una fattoria autosufficiente – shutterstock foto di mastersky

Come creare una fattoria

Prima di ogni altra cosa è bene definire un piano di lavoro relativo sia al breve che al lungo periodo. Considerare le opportunità e gli impedimenti e calcolare gli obiettivi finanziari e di mercato, oltre a quelli personali sono attività noiose, ma fondamentali per la buona riuscita di questo progetto. Una volta scelta la fattoria è necessario ispezionarla, esaminarne la terra e individuarne i punti deboli. Inoltre, disegnare una mappa ideale della fattoria che si vuole ottenere nel giro di dieci anni, è un’operazione che a delineare in modo preciso quale percorso si vuole intraprendere. Se si vuole creare una fattoria per coltivare sarà necessario disporre anche dei macchinari necessari per seminare, curare i raccolti, dissodare e raccogliere. Mentre, se la fattoria è destinata all’allevamento di bestiame è di primaria importanza pensare alle recinzioni, alle zone di gestione, agli impianti per l’acqua e per dargli da mangiare.

Le Fattorie didattiche in Italia

Gli aspetti fondamentali

Quando si pensa all’autosufficienza sovvengono in mente i concetti di libertà e felicità. L’autosufficienza è qualcosa che non si raggiungerà mai al 100%, ma è un tendere, un cercare di avvicinarsi sempre di più alla realizzazione di un sistema alternativo e sostenibile. Nelle fattorie essere autosufficienti significa per esempio, consumare l’acqua solo dalle sorgenti. Invece, il riscaldamento è affidato a caldaie e stufe che bruciano la legna e l’acqua sanitaria calda è ottenuta grazie ai pannelli solari. L’energia elettrica proviene dall’impianto fotovoltaico e tutte le strutture che compongono la fattoria autosufficiente sono a basso consumo energetico. La creazione di una comunità e la cooperazione degli animali sono elementi fondamentali per raggiungere l’obiettivo dell’autosufficienza, aspetti sui quali è necessario investire nei prossimi anni.

Trascorrere le vacanze in fattoria

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Un ottimo punto di partenza, per tutti coloro che desiderano vivere una vita in maniera autosufficiente, è quello di fare esperienza come il woofingpresso aziende già avviate. Un buon sito su cui trovare aziende per poter fare woofing è ad esempio quello di Woof Italia.
  • Le resilienti Città di Transizione (Transition Towns in inglese) sono un movimento fondato dall’ambientalista Rob Hopkins, in Irlanda e in Inghilterra negli anni 2005 e 2006, con l’obiettivo di migliorare la consapevolezza rispetto a temi di insediamento sostenibile e preparare alla flessibilità richiesta dai mutamenti in corso. Una delle prime è stata Monteveglio, in provincia di Bologna. Oggi, il numero di comunità coinvolte è in costante crescita, con molte città prossime alla “ufficializzazione”.

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