Ultimamente si parla molto di dieta ancestrale, anche conosciuta come dieta ipotossica o paleolitica. I nomi attribuiti a questo regime alimentare non sono affatto casuali, difatti questa dieta implica una sorta di ritorno alle origini e si rifà ai nostri antenati del paleolitico che principalmente erano cacciatori e contadini. Vediamo nel dettaglio cos’è la dieta ancestrale, cosa mangiare e quali sono i pro e i contro di tale regime.
Dieta ancestrale: di cosa si tratta
Quale regime alimentare era seguito dai nostri antenati? Di certo, gli alimenti consumati per la maggiore erano verdura, frutta fresca e secca, legumi, prodotti di origine animale e in minima parte cereali. Sostanzialmente l’uomo dell’Era Paleolitica e si nutriva di ciò che raccoglieva nei boschi e di ciò che riusciva a cacciare.
La dieta ancestrale è stata ideata dal dottor Jean Seignalet immunologo, biologo e genetista francese. Questa implica una visione critica della modernità a tavola, ovvero si basa sul principio per cui la civilizzazione abbia comportato l’introduzione di alimenti capaci di incentivare uno stato infiammatorio dell’organismo. Anche per questo motivo si tende a pensare a tale regime alimentare come ad una dieta anti-infiammatoria. Questa filosofia alimentare vede alla base di molte patologie una dieta scorretta. Anche questa non è del tutto una novità, difatti è provato che una sana alimentazione sia uno dei fattori più importanti per la prevenzione di una serie di malattie, prime tra tutte quelle cardiovascolari.
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Cosa mangiare per seguire la dieta ancestrale
Qual è la sostanziale differenza tra l’epoca moderna e il paleolitico? Il fuoco. La scoperta del fuoco ha fatto sì che l’uomo iniziasse a cuocere gli alimenti quindi consumare i cereali coltivati, i prodotti derivati, il latte animale e preparare oli. Secondo il dottor Seignalet però il cibo moderno, cambiato nel corso dei millenni, non sarebbe più completamente adatto all’organismo dell’uomo che non sarebbe mutato della medesima entità. L’immunologo francese imputa proprio a ciò l’aumento delle malattie legate alle intolleranze alimentari, come le allergie e le patologie metaboliche.
La prima regola della dieta ancestrale è consumare alimenti di stagione, possibilmente biologici. È bene poi mangiare frutta e verdura in abbondanza. Questo regime alimentare implica suggerimenti anche nell’ambito della preparazione dei cibi. Per esempio, è consigliabile non superare la temperatura massima di 120 gradi centigradi per le cotture in pentola e 110 gradi per quelle al forno. La dieta ancestrale comprende anche le proteine di origine animale, quindi consumo di pesce ricco di acidi grassi essenziali, ma anche di carne bianca e rossa (per questa sono consigliati i tagli più magri) e infine anche le uova.
Un ruolo molto importante viene dato alla frutta secca mentre per quanto riguarda i grassi si deve preferire sempre l’olio al burro. I cereali possono essere assunti purché si tratti di prodotti senza glutine e non raffinati e che si consiglia di bollire e cuocere fino al totale assorbimento dell’acqua di cottura. Infine il latte e i suoi derivati non sono inclusi nel regime alimentare ancestrale.
Giornata tipo
Qual è l’alimentazione tipo di una persone che segue la dieta ancestrale? La colazione prevede un frutto di stagione, della frutta secca, caffè o tè. Per pranzo è possibile consumare una crudità (per esempio carpacci), una porzione di verdure e due tipi di frutta. Infine la cena prevede una porzione di legumi, carne o salumi o due uova o pesce e due tipi di frutta. Il tutto condito con olio, meglio se a crudo. Quello appena proposto è un esempio molto generico per far comprendere a grandi linee le basi della dieta ancestrale. Si consiglia di rivolgersi sempre ad un professionista per stilare un piano corretto.
Pro e contro della dieta ancestrale
Come per tutti i regimi alimentari che possono in un certo senso essere definiti restrittivi, ovvero quelli in cui non vengono inclusi tutti gli alimenti ma se ne prediligo alcuni a discapito di altri, è bene valutare i pro e i contro. Tra i vantaggi della dieta ancestrale abbiamo:
- perdita di peso;
- diminuzione dei livelli di colesterolo nel sangue;
- miglioramento del transito intestinale;
- minor rischio cardiovascolare.
Ci sono però alcuni svantaggi, ovvero:
- possibile carenza di calcio per l’esclusione di latte e latticini;
- carenze vitaminiche per l’esclusione di alcune categorie alimentari che in genere servono a completare il corredo di vitamine e micronutrienti utili all’organismo.
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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- La permanenza forzata in casa dello scorso anno, dovuta alla pandemia di Covid-19, ha portato a un aumento del consumo dei carboidrati. Le stime ci dicono che il 59% degli italiani per la prima volta si è cimentato nella prepazione di pane e pizza fatti in casa.
- Secondo quanto emerge da una ricerca commissionata da Allurion Technologies quasi il 50% degli italiani è ingrassato in media di 6,5 chilogrammi. Il 40% dei connazionali ha dichiarato il proprio bisogno di essere supportato da un nutrizionista mentre il 22% preferirebbe investire in un personal trainer.
- Durante la pandemia è aumentato il fenomeno conosciuto con il nome di craving. Con questo termine viene indicato quel desiderio improvviso e incontrollabile di assumere cibo.
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