Sebbene dopo oltre due anni la pandemia sia diventata gestibile ad oggi sono ancora molti i casi. Ecco come vivere con un positivo in casa, cosa fare e cosa c’è da sapere in merito.
La situazione pandemica negli ultimi mesi è migliorata per quanto riguarda le ospedalizzazioni quindi la sintomatologia grave, grazie anche alla vaccinazione di massa. Resta comunque il fatto che sono ancora in molti coloro che risultano positivi al Covid-19 e che quindi sono tenuti all’isolamento per tutto il periodo di contagiosità. Cosa è bene fare in questi casi? Quali raccomandazioni sono tenuti a seguire coloro che si trovano a vivere con un positivo in casa?
Vivere con un positivo in casa
Oggi è molto comune la situazione delle famiglie italiane in cui vi è almeno un positivo. In casi di questo genere ciò che risulta importante è evitare che il soggetto in questione infetti gli altri conviventi. Ecco quindi che l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha divulgato una serie di raccomandazioni per scongiurare tale ipotesi.
Raccomandazioni ISS: norme comportamentali su come vivere con un positivo in casa
- La persona positiva al Covid-19 deve stare lontana dal resto dei familiari, dove possibile, in una camera singola ben ventilata e non deve ricevere visite.
- Chi assiste la persona deve essere in buona salute e non avere quindi patologie che lo mettono a rischio se contagiato. Inoltre in prossimità del malato è bene tenere sempre la mascherina chirurgica.
- Gli altri familiari devono soggiornare in altre stanze e se ciò non è possibile mantenere la distanza di almeno 1 metro.
- Nel caso di positività della madre è possibile allattare al seno avendo l’accortezza di indossare la mascherina e adottando tutte le norme igieniche necessarie, quindi lavare accuratamente le mani.
- Evitare di condividere con il positivo qualsiasi tipo di oggetto se non lavato e disinfettato accuratamente.
- Nel momento in cui un membro della famiglia mostra i primi sintomi di un’infezione respiratoria acuta, come febbre, tosse, mal di gola e difficoltà respiratorie, contattare subito il medico. Qualora sia necessario il trasporto in struttura sanitaria chiamare un’ambulanza o trasportare il contagiato in un’auto privata e, se possibile, aprire i finestrini del veicolo. Questa dovrà indossare la mascherina.
Vivere con un positivo in casa: norme igieniche
- È necessario lavare accuratamente le proprie mani con acqua e sapone, o con una soluzione idroalcolica, dopo ogni contatto con il malato, prima e dopo aver preparato il cibo, prima di mangiare, dopo aver usato il bagno e ogni volta che le mani appaiono sporche.
- Anche la persona positiva deve tenere le medesime norme igieniche e possibilmente usare asciugamani usa e getta. Allo stesso modo è bene usare fazzoletti monouso quando si tossisce o starnutisce.
- I conviventi di un positivo devono evitare il contatto diretto con i suoi fluidi corporei, in particolare le secrezioni orali o respiratorie, feci e urine utilizzando guanti monouso.
- Usare contenitori con apertura a pedale dotati di doppio sacchetto per gettare guanti, fazzoletti, maschere e altri rifiuti venuti a contatto con il soggetto positivo.
- Pulire e disinfettare accuratamente e tutti i giorni le superfici con cui il contagiato viene a contatto (comodini e altri mobili, servizi igienici e tutte le altre superfici del bagno) con un prodotto disinfettante o con prodotti a base di cloro oppure con alcol 70%, indossando i guanti e indumenti protettivi.
- Lavare vestiti, lenzuola, asciugamani e biancheria di vario genere appartenente al malato in lavatrice a 60-90°C.
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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Stando ai dati della Protezione Civile italiana a partire dall’inizio della pandemia il totale dei casi in Italia è stato pari a 19.357.938, con un numero di guariti pari a 17.926.011. Risultano invece attualmente positivi 1.262.865 italiani.
- Secondo gli ultimi dati del Sole24ore ad oggi l’84,27% della popolazione italiana ha completato il ciclo vaccinale primario, ovvero ha ricevuto le prime due dosi di vaccino anti Covid-19, mentre il 67,23% ha ricevuto anche la terza dose.
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