Connessione internet: quali sono le nuove abitudini ed esigenze digitali post-pandemia

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La pandemia ha modificato le nostre abitudini anche in termini di utilizzo della connessione internet. Smart working, didattica a distanza e video chiamate con amici e parenti lontani hanno incrementato la necessità di essere sempre connessi. Vediamo qual è stato l’impatto della Covid-19 sulla connettività fissa e quali sono oggi le preferenze dei consumatori.

Connessione internet: quali sono le nuove abitudini ed esigenze digitali post-pandemia

Le misure restrittive, volte a contrastare il diffondersi del virus, hanno reso la connessione internet un servizio di cui è impossibile fare a meno. Il trend digitale già in atto è stato così accelerato dalla pandemia. Di conseguenza gli italiani hanno modificato e ampliato le proprie esigenze andando alla ricerca delle migliori caratteristiche in fatto di connessione.

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L’indagine EY Digital Home Study

EY ha condotto uno studio che ha coinvolto migliaia di italiani. La tematica affrontata è quella dei nuovi bisogni digitali, come la necessità di una connessione più veloce. Non solo, l’indagine chiamata EY Digital Home Study ha analizzato quelle che sono le principali funzionalità ricercate dai consumatori e quali sono i pareri in merito al tanto discusso 5G.

Dallo studio è emerso che il 54% (valore medio) degli intervistati ha dichiarato che nel periodo pandemico è aumentata notevolmente la necessità di avere una connessione nelle proprie abitazioni. Valutando le fasce d’età è risultato che questa esigenza riguarda il 63% degli intervistati di età compresa tra 18 e 24 anni e solo il 39% degli over 66. Gli italiani non hanno bisogno solo di connettività ma è necessario che la linea sia più veloce e performante.  Il dato è dovuto principalmente a esigenze lavorative ed educative (lavoro da remoto e DAD) prima interamente svolte in presenza e ora quasi del tutto a distanza. Anche il maggior tempo libero ha incrementato questo bisogno e le nuove abitudini digitali, sia sociali sia di intrattenimento, necessitano di connettività.

Il dover rimanere tra le mura domestiche ha avuto anche dei risvolti positivi. Molti italiani hanno scoperto strumenti digitali prima sconosciuti. Per esempio il 33% degli intervistati ha dichiarato di aver svolto per la prima volta attività formative online, mentre il 25% di aver effettuato per la prima volta video chiamate per contattare la propria famiglia e gli amici. Infine, in merito a lavoro e tempo libero: il 62% degli intervistati ritiene che lavorare da casa assicura la medesima resa che si ottiene in sede e il 46% dichiara di avere incrementato l’uso di TV e contenuti in streaming.

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Connessione internet: quali sono le nuove abitudini ed esigenze digitali post-pandemia – SHUTTERSTOCK di GaudiLab

Il 5g, possibile sostituto della connettività fissa

In via generale, per ciò che concerne le nuove tecnologie, il 5G inizia a essere percepito dai consumatori come un papabile sostituto della connettività fissa. Il 24% degli intervistati ha dichiarato che in caso di upgrade al 5G della propria offerta mobile ne valuterebbe l’utilizzo anche come prima connessione internet di casa. I motivi alla base di tale propensione sono:

  • un segnale più affidabile in tutta la casa;
  • una maggior velocità di navigazione;
  • costi mensili ridotti.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • L’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) nel suo “Rapporto Annuale 2020“, relativo ai dati del 2019, fotografa un’Italia in cui ben 6.175.000 famiglie, pari al 24,2% del totale, non risultano connesse. La maggior parte di essi si identifica con famiglie di soli anziani o con uno scarso livello di istruzione.
  • Con una popolazione di 60 milioni di italiani si contano più di 112 milioni di schermi nel nostro Paese, 600 mila in più rispetto al 2019. I device più diffusi sono gli smartphone che contano ben 44 milioni e 700mila dispositivi, con una crescita del 2,4% rispetto ai dati precedenti. Anche i televisori, con incremento delle smart TV, registrano una crescita dell’1,1% contando 42 milioni e 700.000 unità.

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