Come si viveva in Unione Sovietica

Unione Sovietica : come era organizzata la vita per i cittadini|Unione Sovietica come si viveva

L’Unione Sovietica nota anche con l’acronimo di URSS, rappresentava l’ Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche. L’Unione Sovietica è esistita per quasi 70 anni, dal 1922 al 1991 ed era composta da 15 stati. Ne faceva parte la Russia, la Bielorussia, L’Ucraina e le Repubbliche Transcaucasiche a loro volta composte dagli stati dell’Armenia, l’Azerbaigian e la Georgia.

L’organizzazione della vita nell’Unione Sovietica

L’Unione Sovietica nasce in seguito alla cosiddetta Rivoluzione Russa, rivolta guidata dal partito bolscevico e capeggiata da Vladimir Lenin. Il movimento rivoluzionario inizia il suo corso nel 1917 e dopo vari anni di disordini ed epurazioni, concretizzò URSS, come stato unificato riconosciuto da altre nazioni, nel 1922.

Alla base del pensiero rivoluzionario, l’idea di una società senza classi e senza stato, nel quale i mezzi di produzione fossero in capo al popolo.

È sulla base di queste idee, ispirate dagli scritti e dal pensiero socialista del filosofo che Karl Marx, che si fondava anche la stessa organizzazione della vita dei cittadini dell’Unione Sovietica.

A livello economico, l’Unione Sovietica è stata la più grande forma di economia pianificata della storia contemporanea. Basata su un sistema di proprietà statale e di pianificazione amministrativa. Tanto importante da essere considerata dal 1945 al 1991, la seconda economia del mondo per volume. L’industria militare e la metallurgica, rappresentavano all’epoca, la parte più importante del Pil.

In questa società, un ruolo fondamentale è occupato dall’istruzione, garantita a livello statale. La rivoluzione passò anche da qui, perché se alla fine del XIX secolo, solo il 21% della popolazione del Paese era alfabetizzata, con l’istituzione del sistema educativo sovietico, l’URSS divenne in poco tempo una delle superpotenze mondiali, con il più grande numero di esperti, soprattutto nel campo della matematica e delle scienze naturali.

La formazione e il lavoro nell’Unione Sovietica

Seppur con possibili punti di vista diversi, quello che si evince sulla vita in Unione Sovietica e che era rigida e organizzata. La stessa educazione dei bambini pare fosse molto strutturata e tradizionale fin dalla prima infanzia.

La propaganda sovietica, suggeriva di educare i bambini alla modestia, all’amore per lo sport, all’abnegazione e alla responsabilità. Durante le vacanze scolastiche, i bambini sovietici andavano nei campi dei Pionieri, disseminati in tutta l’Urss. Questo permetteva ai genitori di poter lavorare a tempo pieno senza preoccuparsi dell’ assistenza dei figli. La maggior parte degli adulti lavorava, molto basso era il tasso di disoccupazione. Tutti volevano essere partecipi del motore economico. Non avere un lavoro significava non essere funzionale allo Stato.

Di solito, lavoravano anche le donne, alle quali erano riconosciuti 18 mesi di congedo di maternità con metà dello stipendio, e altri 18 mesi a scelta con un quarto dello stipendio. La maggior parte delle donne ritornava al lavoro dopo 18 mesi, perché si dice, lo Stato assisteva le famiglie più povere.

Nell’Unione Sovietica, c’erano strutture adibite a organizzare programmi e attività extrascolastiche e di doposcuola. Ogni edificio, aveva al suo interno un piccolo parco giochi per bambini. Inoltre, ogni agenzia statale e ogni fabbrica aveva all’ interno un centro culturale, dove avevano luogo concerti, eventi politici e sociali, oltre a eventi per i bambini.

Unione Sovietica : come era organizzata la vita per i cittadini
Come si viveva in Unione Sovietica – Shutterstock di Baturina Yuliya

Una visione sociale dell’abitare

Una visione sociale anche quella alla base dell’abitare. L’inizio di questo processo è legato alla trasformazione degli spaziosi appartamenti di Mosca e San Pietroburgo. Edifici appartenuti all’élite prima della rivoluzione, poi trasformati in appartamenti comuni. Una necessità nata dal bisogno di ottimizzare la disponibilità di alloggi. Ai vecchi proprietari veniva lasciata solo una stanza per la loro famiglia e le loro cose . Il resto dei locali veniva assegnato, e i servizi e la cucina erano in comune. Una visione poi superata con la costruzione in serie di case popolari. Sono questi i primi esperimenti di case prefabbricate, la cui realizzazione doveva essere veloce ed economica.

Sono le cosiddette “khrushjóvki”, case di 5 piani senza ascensore e le “brézhnevki”, abitazioni di ben 9-12 piani con ascensore, fondamentali per risolvere la questione degli alloggi separati. Ogni manifestazione di lusso era osteggiata e criticata dallo Stato, in quanto lo scopo era quello di sradicare lo stile di vita elitario, praticato da alcuni ristretti gruppi di persone nella Russia imperiale.

Anche se non esisteva una legge diretta che ne vietasse il possesso, era illegale vendere o acquistare beni di fabbricazione estera, che erano comunque molto richiesti in URSS. Perciò alcuni cittadini sovietici usavano procurarsi illegalmente questi beni per rivenderli.

Questo valeva anche per i vestiti. Molti si cucivano gli abiti da soli o si rivolgevano ai sarti. Ed in mancanza di tessuto, usavano i vecchi vestiti da trasformare in nuovi abiti.

Essendo abituati a possedere poco, i sovietici all’epoca non gettavano mai nulla. Buttare via le cose era considerato uno spreco. Ed è per questo che molti oggetti unici, rari e preziosi si sono conservati per molto tempo fini ad oggi nell’ attesa di un futuro più radioso.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Nel 1991 a Kazan, città sul Volga, 820 chilometri a est di Mosca, si inaugura il Museo dello Stile di vita sovietico, che conserva ancora oggi moltissimi oggetti originali che raccontano un’ epoca.
  • Secondo un sondaggio dell’istituto demoscopico indipendente Levada condotto nel 2018, il 66% dei russi rimpiange l’Urss.

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