Come salvare i boschi dal cambiamento climatico? Facendoli “traslocare”

salvare i boschi

Il cambiamento climatico minaccia l’estinzione della vegetazione. Ecco l’idea venuta fuori dal primo convegno sul tema per salvare i boschi 

Si è tenuto a Roma il primo convegno sul tema della piante minacciate di estinzione a causa del cambiamento climatico. L’idea, per salvare i boschi, è quella di farli traslocare. Ne stanno discutendo i 70 esperti, venuti da 16 Paesi di tutto il mondo, alla prima International Plant Translocation Conference organizzata dall’Università Roma Tre dal 20 al 23 giugno.

La traslocazione vegetale può salvare i boschi

Con il termine traslocazione vegetale si intende proprio spostare boschi da un lungo che li espone a un maggiore rischio di estinzione a un altro. Questo consente di ricostruire interi ecosistemi, comprendenti flora e fauna, in posti dove possono proliferare ed essere salvaguardati. Questa tecnica consentirebbe di salvare i boschi e tutto ciò che li popola, quindi non solo le piante a rischio estinzione ma anche gli animali.

La traslocazione vegetale rientra nelle azioni a scopo di conservazione naturalistica ed è già impiegata nel nostro paese. Difatti in Italia, negli ultimi anni, sono stati eseguiti circa 200 interventi di questo tipo. Ne è un esempio l’abete del Nebrodi, prima presente in pochissimi esemplari in una zona molto ristretta della Sicilia, che oggi mediante un lungo lavoro di traslocazione è stato salvato dal rischio di estinzione. Il concetto alla base di questa tecnica è così quello di trasferire una data specie, o un intero ecosistema quale un bosco, in un’area che costituisce l’habitat più idoneo.

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Perché i boschi sono importanti?

La traslocazione vegetale, inquadrata nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, ha lo scopo quindi di invertire quel trend di perdita globale di biodiversità che il cambiamento climatico sta causando in tutto il mondo. I boschi sono importanti perché:

  • contribuiscono alla conservazione della biodiversità e degli spazi vitali per gli animali e le piante;
  • contrastano il dissesto idrogeologico e proteggono dai pericoli naturali;
  • riforniscono di acqua potabile pulita;
  • regolano il clima locale;
  • assorbono l’anidride carbonica emessa dalle attività umane;
  • donano opportunità occupazionali nelle filiere produttive del legno e dei prodotti non legnosi

Il cambiamento climatico è solo una delle minacce che minano la salute e la stessa esistenza dei boschi. Tra gli altri vi sono anche gli incendi numerosi soprattutto nel periodo estivo, e poi la proliferazione di specie di parassiti che attaccano le piante e ancora le tempeste di vento. Oggi salvare i boschi significa salvare il pianeta.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Secondo quanto riportato dall’ultimo Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi forestali di Carbonio realizzato dall’Arma dei Carabinieri con il supporto scientifico del CREA, in Italia si contano oltre 11 milioni di ettari di superficie forestale. In pratica il 36,7% del territorio nazionale è coperto da aree boschive.
  • Per quanto riguarda il numero di alberi presenti sul territorio italiano l’ultima stima del Corpo Forestale dello Stato è di circa 12 miliardi di alberi.
  • Tra le specie più diffuse nel nostro paese il primato viene dato al faggio, che ricopre gli Appennini, da nord a sud, con un’estensione di oltre 1 milione di ettari. I vasti faggeti italiani sono stati recentemente inserite anche nella lista dei siti UNESCO patrimonio dell’umanità. A seguire ci sono i querceti, che sommati arrivano anch’essi a quasi un milione di ettari, e poi l’abete rosso, che risulta ampiamente diffuso soprattutto sulle Alpi.
  • Il Report Foreste 2021, stilato da Legambiente, ha stimato che nell’estate del 2021 in Italia sono bruciati 158mila ettari di boschi e che l’87% degli eventi si è verificato in Sicilia, Sardegna e Calabria.

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