L’importanza di isolare la casa
Il concetto di benessere abitativo è spesso abusato in ambito edilizio e per questo è utile fare chiarezza una volta per tutte. Si tratta, in estrema sintesi, di un insieme di condizioni che vengono a crearsi all’interno dell’ambiente casalingo e che riguardano nella fattispecie la temperatura riscontrata internamente, il livello dell’aria respirata, l’illuminazione (naturale ed artificiale), oltre al livello di protezione fornito dall’abitazione di fonti da inquinamento acustico. Spesso si parla di benessere come se fosse una questione soggettiva, ma se consideriamo l’unione dei parametri sopracitati, bisogna convenire che la sensazione di abitare in un ambiente davvero confortevole è il risultato di un sistema decisamente più complesso di quello che si crede.
Tra i vari parametri analizzati, oggi vogliamo parlare in particolare modo del ruolo che la temperatura interna percepita riesce ad assumere nella valutazione complessiva del benessere abitativo.
Si sa per esperienza e anche in base a studi reali, che un livello soddisfacente della temperatura registrata in casa durante i mesi invernali è prossimo ai 20 gradi circa, per poi arrivare a salire fino ai 26-27 in estate; importante poi che a questo valore si associ un livello di umidità soddisfacente compreso tra il 50-60% massimo, senza scadere in eccessi tanto inferiori quanto superiori alla media.
Chiaramente, per far si che la temperatura interna percepita non vada oltre questo intervallo, ci sono tutta una serie di fattori che devono verificarsi, a partire dal livello di isolamento termico dell’intero ambiente e dai vari sistemi di riscaldamento e raffreddamento che sono stati installati all’interno.
Chiaramente se ci si appresta a costruire casa, si può fare in modo che il progetto iniziale sia in grado di comprendere un adeguato piano di isolamento, per evitare di dover porre rimedio a posteriori. Ma se ci ritroviamo ad abitare in una casa costruita anni prima (a volte anche di 20 o 30 anni fa), possiamo essere certi che la situazione interna sia ottimale?
In moltissimi casi, le abitazioni costruite in quell’arco temporale non hanno messo in pratica dei piani reali di isolamento termico, questo nel tempo ha fatto si che queste case diventassero dei luoghi molto freddi in inverno e torridi e particolarmente umidi durante l’estate.
Chiaramente una casa in queste condizioni necessita di un fabbisogno energetico elevato, tanto per il riscaldamento quanto per il raffrescamento. Principali indiziati di questa condizione risultano essere le pareti interne di casa, che spesso non riescono a trattenere adeguatamente il calore durante i mesi invernali, consentendo l’ingresso di aria calda e umida nei mesi estivi; questo implica che uno degli interventi da attuare sia proprio l’isolamento delle pareti interne, ma ricordiamoci che non si tratta di una possibilità sempre attuale, quindi occorre capire bene come e quando è possibile isolare una parete interna. Sul materiale con il quale sono costruite le pareti, ma anche sugli altri materiali con i quali è stata costruita la casa, entra in gioco un concetto importante, che è quello di trasmittanza termica.
Il ruolo della trasmittanza termica
La trasmittanza altro non è che la quantità di calore che viene scambiata da un determinato materiale. Si può quindi definire come la capacità che ha quel dato materiale analizzato di risultare isolante dal punto di vista termico; più il valore della trasmittanza è basso e più il materiale contribuisce a garantire un buon livello di isolamento termico, viceversa per un valore elevato.
La trasmittanza contribuisce a farci stimare quello che è il fabbisogno energetico di un edificio, per questo è importante riuscire a calcolarla nel modo corretto.
Ecco alcuni modi per poterne determinare correttamente il valore:
- Stratigrafia strutturale conosciuta: il calcolo avviene in base alla norma EN ISO 6946
- Stratigrafia strutturale non conosciuta: il calcolo avviene solo dopo un’analisi strutturale dei singoli materiali
- Trasmittanza stimata per analogia, in quanto l’edificio è facente parte di una categoria conosciuta
- Trasmittanza calcolata con strumenti di misurazione appositi come i termoflussimetri
È chiaro che se il livello della trasmittanza termica riscontrato non è soddisfacente bisogna fare in modo che si possano realizzare dei correttivi per garantire un miglior livello di isolamento termico. Una casa ben isolata necessita, difatti, di un minor fabbisogno energetico e per questo i due aspetti sono estremamente collegati.
Fortunatamente in ambito edilizio esistono numerose possibilità che consentono di ottenere dei miglioramenti importanti. Vediamo brevemente alcuni dei più utilizzati.
- Sostituzione degli infissi. Un intervento semplice e molto utile, soprattutto in quelle finestre che risultano particolarmente vecchie o che riscontrano dei malfunzionamenti nell’aprire o chiudersi. Un infisso con taglio termico stabilito permette di conseguire un isolamento della zona molto efficiente. In alternativa sono sicuramente valutabili anche le finestre con doppio o triplo vetro. Ricordatevi quindi di farvi consigliare su come scegliere gli infissi giusti per la casa.
- Isolamento del sottotetto, importante in quanto si tratta di una zona spesso non considerata e che può portare ad importanti dispersioni termiche, con conseguenti sprechi. Possono essere utilizzati dei pannelli isolanti, ma si può anche ricorrere all’inserimento di schiume isolanti con apposite tubazioni nel caso in cui si tratti di un luogo non facile da raggiungere.
- Isolamento dei cassonetti delle serrande o tapparelle. Non si tratta di un elemento particolarmente considerato quando si pensa alle zone sensibili di una casa, eppure il cassonetto che contiene l’avvolgibile è spesso realizzato con uno spessore particolarmente ridotto, cosa che consente anche dispersioni molto rilevanti. L’applicazione di pannelli isolanti al suo interno può consentire di dotare il cassonetto di maggiori proprietà non solo isolanti dal punto di vista termico, ma anche da quello acustico!
- Fondamentale è soprattutto l’Isolamento delle intercapedini. Dopo averne verificato l’esistenza (si tratta di uno spazio vuoto tra le mura perimetrali, solitamente del diametro di alcuni centimetri ma sufficiente a generare delle importanti correnti d’aria con conseguenti dispersioni termiche).
Le intercapedini, per come sono progettate, tendono a non avere una reale utilità, anzi diventano un elemento che non contribuisce in alcun modo a generare quell’isolamento termico di cui abbiamo bisogno (il caso sarebbe diverso se lo spessore del vuoto fosse molto piccolo, non più di 2-3 cm).
In questi casi la soluzione ideale è affidarsi a una ditta esperta in interventi di insufflaggio che possono disporre di attrezzature e materiale idonei, come le schiume isolanti. Tramite un’apposita tubazione è possibile introdurre (o, per l’appunto, insufflare) il materiale isolante all’interno dell’intercapedine, andando a riempire totalmente il vuoto presente e contribuendo a miglioramenti importanti già nel breve periodo.
Isolare termicamente una parete interna è quindi una delle opzioni da valutare e mettere in pratica ma occorre conoscere bene il settore e i materiali utilizzati. Il consiglio è di evitare ditte “tutto fare” che tra le tante attività dicono di fare anche insufflaggio in quanto in genere non conoscono approfonditamente la materia e possono dare consigli sbagliati e tecnicamente non adeguati
Contattare quindi una ditta specializzata in interventi di isolamento termico delle pareti interne consente di effettuare un’analisi preliminare sulla parete e sui vari elementi sensibili della casa, in modo da capire quale è il tipo di intervento più adatto per la vostra abitazione.
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