Tenere i cani alla catena non è sicuramente il modo migliore per prendersene cura. Ma c’è una legge in merito che tuteli in qualche modo questi animali?
Innanzitutto è bene sapere sin da subito che non esiste un’unica e univoca legge che a livello nazionale stabilisca limiti e divieti in merito alla pratica di tenere i cani alla catena. Di conseguenza sono le Regioni e i singoli Comuni a stabilire eventualmente le norme su come e quando è possibile legare un cane alla catena. Questa mancata chiarezza e anche la mancanza di un fronte comune fa sì che in Italia quella di legare i cani in questo modo sia una pratica molto comune.
Cosa dice la legge?
In via generale la legge italiana ribadisce una serie di criteri da seguire. Per esempio l’importanza di portare a passeggiare il cane almeno due volte al giorno, sia per espletare i propri bisogni fisiologici che avere contatto con il mondo esterno e anche con i propri simili. Perciò coloro che tengono tutto il giorno il cane alla catena possono essere accusati del reato di detenzione e maltrattamento di animali ma solo in specifici casi. Difatti non si considera il reato nei casi in cui il cane può tranquillamente raggiungere la propria cuccia e la ciotola con il cibo e l’acqua; se la catena è abbastanza lunga da permettere al cane di camminare; se il recinto è grande almeno 8 metri quadrati e se l’ambiente che circonda il cane risulta pulito e salubre.
Attualmente in Italia sono solo quattro le regioni in cui vige il divieto assoluto di tenere un cane legato alla catena. Queste sono: la Campania, le Marche, il Lazio e l’Umbria.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Su 32 milioni di animali che abitano le nostre case, ovvero 53 ogni 100 abitanti, ci sono: 12,9 milioni di uccelli, 7,5 milioni di gatti, 7 milioni di cani, 1,8 milioni di piccoli mammiferi (conigli e criceti), 1,6 milioni di pesci e 1,3 milioni di rettili.
- Si stima che ogni anno in Italia vengano abbandonati una media di 80.000 gatti e 50.000 cani, più dell’80% dei quali rischia di morire in incidenti, di stenti o a causa di maltrattamenti. Si ricorda che l’abbandono è un reato punibile con l’arresto fino a un anno o con una multa fino a 10.000 euro.
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