Esistono alcuni cibi vietati, che finiscono nella lista dell’alimentazione proibita. Diverse le motivazioni, che possano essere legate all’etica o alla pericolosità del cibo stesso. Oppure che sono confinati a “fatto privato”, nelle case, e non sono riproducibili al ristorante. Altri cibi sono sottoposti a un vero e proprio embargo. Lo sapevate? Seguiteci in questo nostro viaggio alla scoperta dei cibi vietati nel mondo.
Ecco i 10 cibi vietati nel mondo:
Gli abitanti viaggiatori golosi di carne di cavallo, quelli che non sanno rinunciare ad un bicchierino di vodka ghiacciata o sono allettati da un buon latte di cocco si ritengano avvisati dalla seguente rassegna che elenca alcuni cibi vietati nelle tavole dei Paesi del mondo.
- Carne di cavallo negli Stati Uniti d’America
- Latte di cocco in Nigeria
- Ghiaccio nella vodka in Russia
- Insaccato di pecora
- Il pesce palla
- Il durian a Singapore
- In Cina, a fine pasto, bisogna riporre le bacchette di fianco alla ciotola, ben stese sul tavolo, e mai, ma proprio mai, appoggiate verticalmente, perché così vengono disposti solo gli incensi per i defunti.
- Il fois gras in California
- Il maiale nei paesi arabi o di religione islamica
- Il cervello fritto
L’Italia e i cibi vietati per la cucina del Bel Paese
Tra i cibi vietati nel nostro Paese, quello più famoso è indubbiamente il cervello fritto o cervello alla fiorentina. Nel marzo del 2001, in piena emergenza mucca pazza, fu messo al bando dal Comitato veterinario dell’Unione Europea, proprio perché rischiava di trasmettere all’uomo la pericolosa malattia.
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Alla categoria dell’alimentazione proibita appartengono anche lo spiedo bresciano e la polenta e osei, dopo le recenti modifiche apportate alla legge sulla caccia, imposte dall’Unione Europea. Secondo la normativa, i ristoratori non potranno più inserire i passeri – quelli italiani erano già stati vietati da anni, ultimamente si ricorreva solo a quelli importati dalla Tunisia – nello spiedo. Solo i privati con un cacciatore in famiglia possono gustarlo senza problemi.
Suscita invece ampi consensi il divieto di consumare carni provenienti da animali d’affezione come il cane e il gatto (che era conosciuto come pietanza solo in Veneto, in Lombardia e in Toscana durante l’ultimo conflitto mondiale e, in precedenza, solo nei periodi di più nera carestia).
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