Chilometro zero, bio e Made in Italy: in Italia cresce l’attenzione alla sostenibilità

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In questi ultimi anni, complice anche la pandemia, sono molto cambiate le abitudini di consumo degli italiani. Dal Chilometro zero al bio al Made Italy, cresce l’attenzione alla sostenibilità.

Questo cambio di rotta è stato dovuto al rafforzamento della sensibilità verso temi importanti quali salute, sicurezza e sostenibilità dei prodotti alimentari (e non solo) acquistati. Istituzioni e consumatori chiedono insomma un sistema alimentare più sano e che rispetti l’ambiente.

Trend dei consumi alimentari: i dati dell’Osservatorio “The world after lockdown” di Nomisma

Dal focus sulle tendenze dei consumi alimentari dell’Osservatorio “The world after lockdown” di Nomisma realizzato per Fileni, è emerso che in Italia cresce l’attenzione alla sostenibilità attraverso la scelta di prodotti a Chilometri zero, biologici e Made in Italy.

L’Osservatorio ha indagato in maniera continuativa sulle abitudini di consumo e le aspettative post Covid. Lo studio, su un campione di 1.000 italiani responsabili degli acquisti, ha evidenziato come negli ultimi mesi ci si è orientati verso cibi di qualità e più sicuri, facendo, quindi, scelte più salutari.

In particolare, l’Osservatorio Nomisma ha rilevato che attributi come “origine 100% Made in Italy”, “sostenibilità” e “biologico” sono assolutamente indispensabili nel carrello della spesa alimentare per il consumatore.

Chilometro zero - sostenibilità alimentare
Bio, Chilometro zero e Made in Italy: in Italia cresce l’attenzione alla sostenibilità – Canva

Made in Italy e Chilometro zero

La caratteristica più ricercata nella scelta dei prodotti alimentari risulta essere il Made in Italy e il Chilometro zero. In particolare, secondo lo studio dell’Osservatorio di Nomisma:

  • il 22% dei consumatori ha dichiarato di aver incrementato gli acquisti in queste due categorie;
  • il 28% ha iniziato, durante i mesi del lockdown, ad acquistare prodotti alimentari provenienti da filiere corte.

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Pratiche e metodi di produzione biologica e sostenibile

In crescita è anche l’interesse verso i metodi di produzione biologica e sostenibile:

  • il 20% degli italiani ha preferito cibi prodotti con metodi a basso impatto ambientale;
  • il 12% ha acquistato prodotti alimentari con packaging sostenibile;
  • il 30% dei consumatori ha sperimentato, per la prima volta in assoluto, i prodotti biologici.

La diffusione di pratiche sostenibili come l’agricoltura e l’allevamento biologici è al centro del Green New Deal, sfida ambientale presentata dalla Presidente della Commissione Europea che punta a progettare un sistema alimentare nuovo: sano e rispettoso dell’ambiente. Tra i principali obiettivi della nuova politica alimentare Farm to Fork, uno dei pilastri del Green Deal, ci sono quelli di

  • minimizzare l’uso di pesticidi, fertilizzanti e antibiotici;
  • convertire le terre agricole in agricoltura biologica.

Packaging green

Anche il packaging diventa green. Ben 9 consumatori su 10 del campione di 1.000 italiani responsabili degli acquisti considerato dall’Osservatorio di Nomisma, desiderano trovare nei supermercati dei packaging sostenibili. In modo più specifico:

  • il 36% di loro ha espresso l’idea che la confezione della carne bio dovrebbe essere riciclabile al 100%;
  • il 17% desidera che il packaging sia compostabile;
  • il 16% ha espresso il desiderio che potesse contenere meno plastica possibile;
  • l’11% degli user di carne biologica, vorrebbe trovare in etichetta informazioni sull’impatto ambientale dell’imballaggio.

In Italia, 8 consumatori su 10 acquistano prodotti alimentari a Chilometro zero: lo studio ENPAIA-Censis

Secondo l’indagine “Il valore rilanciato della filiera del cibo e dei suoi protagonisti” dell’Osservatorio ENPAIA – Censis (ENPAIA – Ente Nazionale di Previdenza per gli Addetti e per gli Impiegati in Agricoltura), l’80,5% dei consumatori italiani acquista prodotti alimentari a Chilometro zero.

Chilometro zero - sostenibilità alimentare
Bio, Chilometro zero e Made in Italy: in Italia cresce l’attenzione alla sostenibilità – Canva

Filiera corta: alimenti a Chilometro zero

Gli alimenti a Chilometro zero, definiti anche “a filiera corta”, sono prodotti locali che vengono venduti nelle vicinanze del luogo di produzione. La filiera corta stabilisce una relazione diretta tra il consumatore e il produttore. I ridotti costi di trasporto e di distribuzione, l’assenza di intermediari commerciali, il minimo ricarico del venditore fanno sì che questi prodotti abbiano, di consueto, un prezzo piuttosto contenuto. Non solo: gli alimenti a Chilometro zero offrono maggiori garanzie di freschezza proprio per l’assenza, o quasi, di trasporto e di passaggio.

L’acquisto di alimenti a filiera corta è sempre più diffuso, in particolar modo nelle zone a forte produzione agricola e soprattutto per specifici prodotti come la frutta e la verdura. Questa scelta di consumo valorizza la produzione locale e ricostruisce il legame con il territorio e le tradizioni gastronomiche locali. La filiera corta può assicurare un cibo più sano, di qualità e sostenibile.

Piattaforme food: una tendenza post pandemia

Ben 8 italiani su 10, durante i primi 9 mesi del 2021, hanno rafforzato l’abitudine di consumi alimentari domestici. Dai dati dell’Osservatorio ENPAIA – Censis, è emerso che il ricorso alle piattaforme del food si è di gran lunga incrementato:

  • il 13% dei consumatori italiani ha dichiarato di ricorrervi spesso.
  • Il 45,5% utilizza di tanto in tanto le piattaforme food.
  • I frequent user tra i giovani sono il doppio della media totale.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Oltre la metà degli italiani, nella valutazione alimentare, risulta essere attenta all’impatto sulla salute e sceglie di riutilizzare il cibo che avanza da pranzi e cene, in una logica di riduzione degli sprechi. Gli italiani che scelgono gli acquisti a Chilometro zero lo fanno anche per valorizzare le aziende agricole locali e ridurre l’utilizzo di mezzi di trasporto che incidono pesantemente sul riscaldamento globale.

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