Piccolo Frutto di Chiara
Chiara Guffanti è una giovane ragazza di soli 23 anni che ha scoperto la passione per la terra e ha avviato una piccola azienda di prodotti bio in provincia di Como.
Questa settimana Habitante è andato a Pellio Intelvi alla scoperta del “Piccolo Frutto di Chiara”.
Chiara ci parli del “Piccolo frutto di Chiara”. Com’è nata la sua azienda biologica?
All’età di 19 anni, terminata la maturità, mi sono data da fare per cercare un lavoretto estivo. Sentivo la necessità di iniziare a mettere in pratica ciò che avevo appreso dai miei studi.
E una cosa però l’avevo comunque ben chiara: volevo dare vita ad una realtà agricola in montagna. Questo è sempre stato un mio sogno! E così mi sono messa alla ricerca di un lavoro proprio in quel tipo di contesto.
In quegli anni ero solita trascorrere parte delle mie vacanze estive in Valle Intelvi; e proprio qui, anni prima, avevo avuto il piacere di conoscere la realtà del “Piccolo Frutto”, un’azienda agricola allora nelle mani del suo fondatore, il signor Mario Turconi, che già più di 20 anni fa si dilettava nella coltivazione di frutti di bosco.
E così quell’estate mi sono recata direttamente in azienda per chiedere al sig. Turconi se in quel periodo necessitava di una mano per la raccolta dei suoi frutti. La mia proposta è stata accolta con piacere, e pochi giorni dopo la maturità ero già al lavoro nei campi.
Di quella stagione ricordo che passavo le giornate a raccogliere mirtilli dal mattino al tardo pomeriggio. Si trattava di un lavoro piuttosto monotono e pesante per le tante ore passate sotto il sole. Nonostante ciò, avevo trovato in quell’ambiente davvero tanta serenità; il lavoro a volte pesava, ma quando era ora di staccare quasi mi dispiaceva dover lasciare quel luogo!
Ho sempre visto questo posto come una piccola oasi immersa tra i pascoli; qui domina il silenzio, interrotto semplicemente dai rumori della natura. Mi sono avvicinata a questo mondo un po’ per caso e per destino, fatto sta che da qui non me ne sono più andata!
Sono infatti stata richiamata anche per la stagione successiva, ma questa volta mi sono state affidate mansioni che richiedevano maggior responsabilità e capacità da parte mia. Oltre che a raccogliere ho cominciato anche a gestire il piccolo negozio presente in azienda servendo la clientela e, con l’arrivo dell’autunno, ho proseguito la stagione per seguire le potature, e fare altri interventi all’interno del frutteto.
Andare a vivere in montagna: pro e contro di questa scelta di vita
Quindi dal Piccolo frutto al “Piccolo frutto di Chiara”, com’è avvenuto questo passaggio di consegne?
Il 2019 per me è stato l’anno della svolta. Il titolare dell’allora “Piccolo Frutto”, (oggi il Piccolo Frutto di Chiara), avendo già una certa età non riusciva più a portare avanti un’attività così tanto impegnativa! E da lì a poco decise di venderla. E, vista la mia passione, e l’esperienza accumulata lavorando al suo fianco, è stato proprio lui, il sig. Turconi, a proporre a me e alla mia famiglia di subentrare in azienda.
Il suo desiderio infatti – mi aveva confessato spesso – era proprio quello di trovare una persona che portasse avanti quell’attività con lo stesso carisma e la stessa passione che ci aveva messo lui per anni.
E quindi credo che avesse individuato in me la figura che faceva al caso suo. E io, allo stesso tempo, dentro di me sentivo la necessità di prendermi cura di quel posto: ormai era diventato parte integrante della mia vita. Proprio in questo posto credo di aver trovato la vera essenza della vita.
Non è stata comunque una decisione facile da prendere! Perché ero ben consapevole del fatto che da quel momento in poi la mia vita sarebbe cambiata: sarebbero aumentate le responsabilità, sarebbero cambiati i miei ritmi e stili di vita, si sarebbero presentati problemi da dover affrontare e risolvere. Ciò nonostante, ho deciso di impegnarmi in questo progetto con estrema serietà e grazie anche all’aiuto dei miei genitori ho rilevato l’azienda.
Da quel momento in poi, come previsto, è stato un susseguirsi di alti e bassi, ma di volta in volta acquisivo maggiori conoscenze e consapevolezze, grazie alle quali sono riuscita ad affrontare al meglio le situazioni e le criticità successive.
Tradizione e Innovazione: le parole chiave della sua azienda biologica.
Al giorno d’oggi l’innovazione è essenziale anche in ambito agricolo. Premetto che non sono un’amante della tecnologia o delle soluzioni di ultima generazione. Ma nel corso di questi anni lavorativi, alcuni eventi mi hanno portata ad assumere una posizione diversa in merito. Per esempio, a causa dei repentini cambiamenti climatici e dell’arrivo di un numero sempre maggiore di insetti dannosi per le nostre colture, è stato indispensabile andare a coprire interamente i nostri campi con un’apposita struttura antigrandine e antinsetto. Questo è stato un primo passo per portare un’innovazione direi indispensabile al mio impianto.
E come si sposano tradizione e innovazione nella produzione agricola?
Essendo la mia una coltivazione situata in un contesto montano unico e affascinante, mi sono ripromessa di adottare accorgimenti all’avanguardia, ma sempre nel rispetto e nella tutela dell’ambiente circostante. Per questa ragione, alcuni dei tanti lavori nei campi, vengono svolti ancora rigorosamente a mano e come da tradizione (dalla raccolta dei frutti al taglio dei prati). Le novità da apportare sono ancora tante, al fine di migliorare la qualità del prodotto finale, ma l’attenzione al mantenimento della biodiversità all’interno dei campi e le accortezze nel preparare i nostri prodotti lavorati usando ancora metodi artigianali, sono alcune delle qualità che ci contraddistinguono.
La montagna con la sua aria ancora pulita, il terreno ricco di sostanza organica, ci dona la possibilità di raccogliere dei frutti che racchiudono una qualità al giorno d’oggi ancora pregiata. Per questo motivo l’obiettivo è quello di tutelare la terra usando mezzi e metodi di lavorazione il meno invasivi possibile.
Da dove nasce la sua passione verso l’agricoltura?
La passione per l’agricoltura e più in generale per la natura, è qualcosa che ho sempre avuto dentro di me. Fin da bambina ho sempre amato stare all’aria aperta, meglio ancora se in montagna. Ho frequentato l’Istituto tecnico agrario Fondazione Minoprio, proprio perché ero sicura che mi avrebbe fornito le giuste nozioni e competenze per poter poi affrontare un lavoro in campo agricolo. Arrivo da una famiglia in cui nessuno ha conoscenze o nutre particolare interesse per il settore. Nonostante ciò i miei genitori hanno fin da subito appoggiato questa mia scelta.
Solo lavorando al Piccolo Frutto mi sono poi avvicinata al mondo dei frutti di bosco. E più in generale ho imparato ad apprezzare il grande lavoro che precede la fase finale di raccolta del frutto. È davvero un mondo per certi aspetti particolarmente complesso.
Le piante, così come gli esseri umani, hanno costantemente bisogno di cure e monitoraggi.
Ma le soddisfazioni arrivano nel momento in cui ti rendi conto che il raccolto è stato positivo. Ti senti gratificata dal fatto di aver seguito una situazione dall’inizio alla fine, intervenendo nel momento del bisogno e lasciando che la natura faccia il suo decorso con i tempi e la stagionalità.
Perché ha scelto di produrre biologico?
L’azienda possedeva già, ai tempi in cui l’ho rilevata, la certificazione biologica. E anche questa non è stata una coincidenza. Perché a scuola il tema del biologico mi ha sempre incuriosita, tant’è che è stato anche oggetto della mia tesina all’esame di maturità.
Quindi non potevo non portare avanti un pilastro caratterizzante e così importante per questa realtà. Il mondo del bio mi ha incuriosita ed appassionata fin da subito. A volte penso che il destino mi abbia indirizzata verso questa strada, a tratti difficoltosa. Perché coltivare con metodo biologico comporta una serie di rischi maggiori rispetto ad una coltivazione convenzionale. Ma si tratta comunque di un modo per tutelare la salute dell’uomo e dell’ambiente stesso.
La produzione de “Il piccolo frutto di Chiara” è ancora una coltivazione di nicchia, che voglio tutelare per garantire al consumatore un prodotto che assorba a pieno tutto il buono della nostra Valle.
Qual è la produzione principale de “Il Piccolo frutto di Chiara”?
Attualmente, la coltura principale al Piccolo Frutto di Chiara è il mirtillo. In azienda abbiamo piante di oltre 20 anni, piantumate in pieno campo e di diverse varietà. Coltiviamo inoltre ribes, lamponi, more e frutti meno conosciuti, come il mirtillo siberiano ed il lampone nero. I miei frutti vengono venduti freschi sia al privato che a ristoranti, pasticcerie e supermercati. Una parte invece, la destiniamo esclusivamente alla trasformazione, per la preparazione di composte e nettari (di cui proponiamo anche la linea senza zuccheri aggiunti), liquori, tisane e molto altro. Questi prodotti ci servono poi durante tutto l’anno per la preparazione di cesti natalizi, confezioni regalo e bomboniere gastronomiche.
Quali nuovi servizi ha in mente per i suoi clienti?
A breve lanceremo uno shop online e la consegna a domicilio, che al momento effettuiamo ma solo nelle provincie di Como e Milano. Nel periodo primaverile/estivo, è aperto anche il nostro punto vendita in azienda, dove la gente può acquistare direttamente le nostre prelibatezze e passare del tempo in questo luogo incantato immerso nella verde Valle Intelvi.
La mia soddisfazione quindi sta anche nell’aver reso questo posto, un poco alla volta, raffinato e curato nei minimi dettagli. Spesso infatti si pensa alle aziende agricole come posti di semplice lavoro, privi di estetica. Posso invece confermare che la cura dei campi e degli ambienti circostanti (negozio, spazi verdi) è veramente tanto apprezzata dalla clientela.
Per me, mantenere questi luoghi curati anche esteticamente, rappresenta un biglietto da visita ed è un segno di rispetto nei confronti di chi sceglie di entrare nella mia azienda.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Nel 2021 il consumo di mirtilli in Italia ha registrato un incremento del del 40,8% rispetto all’anno precedente, portando così il valore di mercato a oltre 95 milioni di euro.
- Il lampone nero è originario del Nord America, e la pianta ha una produzione piuttosto abbondante. I frutti sono di colore nero brillante e ricchissimi di sostanze benefiche per la salute.
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