Cessione del credito per ristrutturare: ecco come funziona

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Il Decreto Rilancio 2020, convertito in Legge il 17 luglio dello stesso anno, ha previsto la cessione del credito d’imposta nell’ambito delle ristrutturazioni. Scopriamo in cosa consiste e come funziona.

Cessione del credito per ristrutturare

Nel testo del Decreto Rilancio 2020 è possibile leggere importanti misure in materia edilizia. Non solo il nuovo Superbonus 110% e i “vecchi” bonus ristrutturazione al 50% e facciate al 90% ma è prevista anche la cessione del credito d’imposta per i lavori di ristrutturazione.

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Di cosa si tratta?

Per spiegare cos’è la cessione creditizia applicata ai lavori di ristrutturazione è bene fare un passo indietro e partire dal concetto stesso di cessione del credito. Si tratta della possibilità che lo Stato concede al contribuente di rinunciare all’utilizzo diretto della detrazione fiscale nella dichiarazione dei redditi e cederla, totalmente o parzialmente, ad un altro soggetto o ente terzo.

Non sempre, però, la cessione del credito d’imposta può essere applicata a prescindere dall’ambito, ovvero quando:

  • il credito ceduto ha carattere strettamente personale;
  • la cessione è espressamente vietata dalla legge;
  • tra creditore e debitore c’è un accordo di non cessione del credito di cui il cessionario è a conoscenza.
Cessione credito ristrutturazioni
Cessione del credito per ristrutturare: ecco come funziona – SHUTTERSTOCK di Fusionstudio

Come funziona?

Nel caso del credito d’imposta applicato alle ristrutturazioni sono possibili, per il contribuente, tre strade:

  1. Nessuna cessione. Il committente paga la totalità del lavoro al fornitore e poi recupera la quota di detrazione dall’Agenzia delle Entrate nei 5-10 anni successivi.
  2. Cessione diretta. Il committente cede l’intero ammontare della detrazione a un ente terzo (per esempio una banca) e ottiene liquidità immediata pagandone una percentuale per la gestione.
  3. Cessione indiretta. Il committente ottiene dal fornitore uno sconto uguale al totale della detrazione. Poi sarà il fornitore a cedere il credito ad un ente terzo per recuperare la liquidità e rientrare nelle spese sostenute per il lavoro svolto e non pagato interamente dal cliente.

Ci sarebbe una quarta possibilità, quella per cui il fornitore si addossa il credito d’imposta e lo va poi a recuperare dall’Agenzia delle Entrate negli anni. In genere tale opzione non viene quasi mai presa in considerazione poiché creerebbe all’azienda un problema di liquidità nel breve termine. Se gli importi sono elevati il fornitore lavorerebbe gratis per molto tempo prima di vedersi arrivare i crediti spettanti.

Bonus facciate, cessione del credito anche per i lavori prima del decreto Rilancio

Usufruire del Superbonus 110% con la cessione del credito

Ci sono tre modalità con cui il contribuente può usufruire del Superbonus 110% quando deve ristrutturare la propria casa sfruttando la cessione del credito d’imposta.

  1. Il committente paga subito il fornitore e sfruttando il bonus 110% ottiene il rimborso di quanto speso dall’Agenzia delle Entrate in 5 anni; in questo caso ci guadagna il 10% dell’importo.
  2. Il contribuente cede l’ammontare della sua detrazione a banche o istituti creditizi, pagando normalmente il fornitore. In questo caso però il 10% viene usato per coprire le spese di gestione dell’ente di credito.
  3. Il committente chiede al fornitore uno sconto in fattura e, se questo accetta, può a sua volta cedere il credito a un ente creditizio terzo per incassare subito la liquidità non ricevuta dal cliente. Come detto prima difficilmente un’azienda sceglierà di recuperare il credito direttamente dall’Agenzia delle Entrate, perché significa lunghi tempi d’attesa e quindi perdita di liquidità.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Nel terzo trimestre del 2020 la quota di consumatori che indicano certa o probabile una ristrutturazione della propria abitazione raggiunge il 18,2%.
  • Si stima che il Superbonus 110% mobiliterà risorse per 14 miliardi di euro fino al 2026, con una media annua (2021-2026) di 2,3 miliardi di euro.

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