Centro Convenienza: che fine ha fatto la catena di mobili low cost?

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Cosa ne è stato della catena di mobili low cost Centro Convenienza? Percorriamo la vicenda che ha condotto la società al fallimento e alla chiusura definitiva di tutti i suoi punti vendita.

Centro Convenienza – Il bello che costa poco”, con questo slogan l’azienda ha per diversi anni costituito uno dei marchi low cost più acquistati in Italia dominando il mercato relativo a questo settore. Un arredamento semplice, funzionale ma soprattutto economico. Tutte caratteristiche che lo hanno reso perfetto per tutti coloro che si trovavano ad arredare casa disponendo di un budget limitato. Ma ad un certo punto l’azienda è stata costretta a chiudere tutti i suoi punti vendita con una sentenza definitiva. Cosa è successo?

Il fallimento di Centro Convenienza

Il fallimento della società Essequattro srl, che faceva capo alla holding proprietaria della catena di negozi con il marchio Centro Convenienza, è stato dichiarato ufficialmente con la sentenza del 10 ottobre 2020 del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, Messina. Tutto ha avuto inizio un anno prima, nel 2019, per una serie di problematiche economiche. Tra queste il mancato pagamento dei dipendenti, delle banche e la mancata consegna di mobili pagati anticipatamente dai clienti ma mai giunti a destinazione. L’azienda ha continuato, per quasi un anno, a vendere mobili e acquisire ordini nei propri punti vendita, nonostante le tantissime diffide già pendenti per la mancata consegna degli stessi. Difatti già molto tempo prima che venisse dichiarato il fallimento sono stati centinaia i consumatori di tutta Italia che avevano notificato un decreto ingiuntivo alla società. 

Centro Convenienza
Centro Convenienza: che fine ha fatto la catena di mobili low cost? – UNSPLASH

Come recuperare i soldi?

I primi creditori a cui spetta un risarcimento sono i dipendenti e le banche che hanno la priorità nell’accedere alla massa attiva da liquidare. Ciò non toglie, però, che anche i clienti “truffati” possano fare qualcosa per recuperare i soldi spesi.

Perciò tutti gli altri creditori e soggetti terzi che vantano diritti reali o personali nei confronti dell’azienda fallita possono agire in tal senso depositando una domanda di insinuazione al passivo fallimentare presso il Tribunale che ha emesso sentenza di fallimento. Quindi tutti coloro che hanno pagato in anticipo mobili mai arrivati, rivolgendosi, al Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto possono far valere le proprie ragioni e i propri diritti.

Inoltre è possibile ricevere informazioni utili, assistenza e aiuto concreto per la corretta compilazione della suddetta domanda da parte di Confconsumatori, Federconsumatori e dell’Unione Nazionale Consumatori.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Secondo il focus dell’Osservatorio Findomestic dedicato all’ambito della casa l’80% degli italiani preferisce acquistare i mobili in negozio. Tra di essi però due su tre sono disponibili a prendere in considerazione anche l’opzione e-commerce, purché i prezzi siano effettivamente più convenienti e corredati di garanzie di reso. Quando invece si acquistano dotazioni tecnologiche per lo studio e il lavoro da casa gli italiani si dividono esattamente a metà. E così il 50% si reca in negozio mentre l’altra metà si affida agli acquisti online.
  • L’Osservatorio Compass ha intervistato gli italiani per conoscerne le preferenze e anche considerazioni in merito al proprio spazio abitativo. Il 49% dei rispondenti ha dichiarato che la stanza preferita della casa è il soggiorno, luogo considerato sinonimo di relax ma anche di festa per la possibilità di ospitare e accogliere amici e parenti. Il 26% opta per la cucina purché si tratti di un luogo altamente funzionale, tecnologico e pratico da vivere tutti i giorni. In merito allo stile prediletto 1 persona su 3 dichiara di preferire linee pulite e geometriche. Quindi l’arredamento minimale e dal gusto scandinavo è sempre più presente nelle case degli italiani.

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