Sempre più spesso sentiamo parlare di transizione ecologica, un tema importante, al centro del dibattito politico internazionale.
Uno degli aspetti chiave di questo passaggio riguarda la produzione di energia pulita, rinnovabile e a basso impatto ambientale. Tra le questioni non più rimandabili per la sopravvivenza del nostro pianeta. Ma cosa sappiamo realmente su questo argomento? Facciamo chiarezza su quello che è la transizione ecologica per tenersi alla larga dalle notizie fake e dai pregiudizi infondati su un tema così importante per il futuro.
Le iniziative sostenibili nel mondo: il Ministero della Transizione Ecologica
Che cos’è la transizione ecologica
Da alcuni indagini condotte sull’argomento è emerso che molte persone quando sentono parlare di transizione ecologica, immaginano che si parli di piantare nuovi alberi. In realtà con il termine transizione ecologica s’intende il passaggio da un sistema produttivo intensivo e non sostenibile a un modello di sviluppo basato essenzialmente sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Gli interventi nell’agenda per la transizione ecologica riguardano vari ambiti: dal ciclo dei rifiuti agli interventi su trasporti ed infrastrutture. Dalle azioni per contrastare i cambiamenti climatici, alla riduzione dell’inquinamento causato dalle abitazioni.
Una delle questioni più importanti in materia, sono quelle che riguardano la produzione di energia pulita e rinnovabile.
Tanta è l’importanza di questa questione che ad oggi, per la prima volta nella storia della Repubblica, esiste nel nostro paese un ministero che si occupa esclusivamente di questo tema: il MiTE.
I costi
Molte persone hanno pregiudizi verso le energie rinnovabili. Ad esempio ritengono che l’energia ottenuta da fonti rinnovabili sia più costosa. In verità ad oggi i costi sono competitivi, ma già da diversi anni l’Agenzia internazionale delle energie rinnovabili ritiene che l‘energia pulita nel prossimo futuro sarà più conveniente di quella ottenuta dai combustibili fossili.
Secondo la Bloomberg New Energy Finance, il costo dell’energia per le tecnologie eolica e solare fotovoltaico tra il 2015 e il 2020 si è ridotto di più del 50%. Una tendenza che sembra essere confermata, resa possibile grazie alle nuove tecnologie, sempre più efficienti e performanti.
A rendere oneroso il passaggio sono i tempi della transizione. L’intero procedimento autorizzativo per la costruzione e la messa in esercizio di nuovi impianti va dai 4 ai 5 anni (solo per poter ottenere le autorizzazioni necessarie ad aprire i cantieri). Pertanto più il tempo si allunga, più il costo di realizzazione degli impianti sale. Nel prossimo futuro uno degli obiettivi è proprio quello di riuscire a velocizzare questa fase.
Il consumo di suolo
Tra i motivi per cui alcuni non vedono di buon occhio il passaggio alle nuove fonti di energia, c’è il fatto che le energie rinnovabili toglierebbero il suolo all’agricoltura. Per questo molti impianti fotovoltaici a terra oggi sono progettati partendo proprio da modelli operativi tesi a ridurre al minimo l’occupazione di suolo.
Inoltre, da quando riportato negli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima emerge che la stima per l’occupazione di suolo nel 2030 sarà solo dello 0,5% del territorio nazionale.
Secondo alcuni studi recentemente condotti da InSPIRE (Innovative Site Preparation and Impact Reductions on the Environment) emerge che della convivenza impianti fotovoltaici e coltivazioni potrebbero essere benefica.
Le sperimentazioni fatte in USA, hanno interessato una piantagione di pomodori coltivati all’ombra dei pannelli solari con l’obiettivo di ridurre l’utilizzo dell’acqua e proteggere le coltivazioni dal sole nelle ore più calde. Risultato si è ridotta la richiesta d’acqua ed è più che raddoppiato la resa.
Transizione ecologica ed incentivi
Nonostante la ricerca vada avanti, i più scettici considerano le tecnologie rinnovabili ancora poco affidabili e questo sarebbe il motivo per cui servono gli incentivi. Senza dubbio c’è la necessità di investire nell’innovazione tecnologica, ma questo non significa che le energie rinnovabili siano poco affidabili. La rete elettrica ha bisogno di essere rinnovata e potenziata. Gli incentivi servono proprio a questo. A sostenere ed accelerare la corsa verso gli obiettivi posti dalla transizione ecologica. Inoltre è proprio grazie agli incentivi che anche aziende di dimensioni ridotte, possono competere e contribuire alla sfida del cambiamento climatico.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Da sondaggio di Swg commissionato dal Festival dell’Energia nel 2018 emerge che ben il 45% degli italiani sarebbe disponibile a sostenere lo sviluppo delle rinnovabili, con un rincaro della bolletta anche del 50%. Il 42% di coloro che sono disponibile a sostenere tale rincaro lo farebbero in favore una maggiore efficienza energetica degli edifici. Il il 77% per l’ammodernamento degli impianti e il 69% per l’installazione di caldaie a basso consumo.
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