Un contenitore commestibile realizzato con bucce di grano. Si tratta di Reuse, un prodotto per contrastare gli sprechi del food delivery pratico da maneggiare, leggero e resistente. Lo si può anche mangiare, anche se il gusto – spiega il suo inventore – non è entusiasmante.
Una scelta sostenibile
Questo packaging è stato ideato dallo studio di design Forest and Whale a Singapore, e promette di risolvere il problema legato all’abuso di contenitori monouso inquinanti. L’inquinamento da plastiche e materiali non riciclabili è un problema molto grande, accentuato dal boom delle consegne di cibo a domicilio durante il periodo di pandemia. Il settore del food delivery deve quindi trovare un modo per rendere più sostenibili le confezioni che contengono il cibo. Come?
- Con l’investimento in contenitori biodegradabili;
- vuoto a rendere, che ottimizza gli sprechi.
Come funziona il contenitore commestibile
Reuse è una vaschetta “da mangiare” ricavata dalle bucce di grano macinate fino a diventare polvere e modellate per mezzo di stampi metallici ad alta temperatura. Una lavorazione che va tuttavia ottimizzata perché messa a dura prova dall’umidità. Al momento infatti, i consigli di utilizzo sono i seguenti:
- utilizzarla preferibilmente per pietanze fredde;
- non mantenere il cibo troppo a lungo nella confezione.
Il fattore tempo è fondamentale: “L’utilizzo ideale è l’asporto, con un consumo entro le due o tre ore dal ritiro”, spiega Gustavo Maggio, cofondatore con Wendy Chua dello studio di design di Singapore. Il contenitore potrà quindi essere utilizzato al posto del pane.
E se il gusto non dovesse piacere, la vaschetta può essere comunque smaltita nel compost, dove si decompone in 30 giorni insieme al suo coperchio, non commestibile ma comunque compostabile perché realizzato in poliidrossialcanoati (PHA), materiale a base di batteri. L’obiettivo di Forest and Whale è proprio quello di progettare oggetti d’uso comune che possano migliorare la vita quotidiana di tutti favorendo il riciclo e l’economia circolare. Dopo la sperimentazione, l’obiettivo è quello di poter lanciare sul mercato Reuse entro la fine del 2021.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Dai dati del 2020 rilevati dall’Ufficio Studi Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi, il 32% delle aziende italiane della ristorazione ha un servizio di delivery. Tra queste, il 18% lo faceva già prima dell’emergenza, mentre il 14% lo ha introdotto nel periodo di pandemia.
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