Le stufe a pellet senza canna fumaria sono uno dei prodotti più richiesti tra coloro che scelgono di usare questo materiale come combustibile per il riscaldamento. Il vantaggio di queste stufe è che sono ideali sia in appartamento che in condominio e possono essere installate in qualsiasi stanza. Ecco come funzionano.
Le stufe a pellet senza canna fumaria
Rito irrinunciabile della stagione più fredda è quello di rilassarsi al caldo nel tepore della nostra casa. Per garantirsi il clima giusto, sempre più spesso oggi si ricorre alle stufe a pellet. Per far funzionare questo tipo di stufe, così come quelle a legna, si usano combustibili naturali come lo è appunto il pellet. Si tratta infatti di piccoli cilindri di legno essiccato e pressato.
Come alternativa al legno, questo materiale è molto apprezzato perché facilmente stoccabile anche in casa in comode sacche di prodotto. Le stufe a pellet sono molto diffuse oggi, anche perché il mercato propone queste stufe in versione senza canna fumaria e quindi di facile installazione.
Ma sebbene queste stufe non abbiano la canna fumaria, occorre precisare che hanno comunque necessità di scaricare i fumi prodotti dalla combustione. Le stufe senza canna fumaria sono infatti dotate di un tubo di scarico dal diametro di circa 8 centimetri.
La norma UNI 10683/2012 che regola tutte le disposizioni di legge sullo scarico dei fumi dice che è fatto obbligo scaricare i fumi a tetto. Pertanto il tubo di scarico della stufa senza canna fumaria dovrà essere installato da un tecnico abilitato in modo da assicurare il corretto proseguimento del tubo lungo la parete esterna fino alla copertura dell’edificio.
Come funzionano
La stufa a pellet è un modo ecologico e poco dispendioso per riscaldare l’ambiente domestico. Sia che siano dotate di canna fumaria che non, le stufe a pellet funzionano nello stesso modo.
Il pellet viene messo in un serbatoio e prelevato automaticamente dalla stufa tramite una coclea che lo lascia cadere all’interno della camera di combustione. In questa fase si raggiungono temperature molto elevate, anche di 200°C o 300°C . Ed è qui che si generano i fumi che devono essere scaricati. Per questo, la stufa deve essere anche dotata di una ventola interna, la quale, in assenza di canna fumaria fa in modo che venga agevolato il tiraggio dei fumi. All’interno della stufa è sempre presente anche una vaschetta che racchiude l’acqua, necessaria a mantenere ottimale il livello di umidità dell’ambiente.
Una volta che viene accesa, la stufa si stabilisce sulla temperatura impostata. Ma come le stufe a pellet con canna fumaria anche quelle dotate del solo di tubo di scarico funzionano con l’elettricità. Pertanto in mancanza di questa, la stufa non si accende e l’ambiente non si riscalda.
I vantaggi
Le stufe a pellet senza canna fumaria sono ideali per essere installate in appartamento.
Se installate in condominio questa tipologia di stufa necessità però dell’autorizzazione dell’assemblea condominiale. Questo perché il tubo esterno di scarico, per legge, deve essere posizionato sul tetto dell’edificio a 40 cm oltre la linea di gronda.
Le stufe a pellet senza canna fumaria con scarico forzato, a parete sono considerate ad oggi una delle soluzioni più innovative nel settore del riscaldamento ecologico. Perfette in tutte quelle situazioni in cui non è possibile fruire del condotto fumario o nelle quale si preferisce optare per un’installazione veloce e con meno opere edilizie.
Quanto consuma una stufa a pellet? Pro e contro per l’acquisto giusto
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Secondo un’indagine di AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali Italia) con circa 2,2 milioni, l’Italia è il primo Paese a livello europeo per numero di apparecchi domestici a pellet installati. Di questi, il 99% è costituito da stufe, inserti e termocamini, cucine e caldaie con potenza inferiore a 35 kW, mentre solo l’1% è composto da caldaie di potenza superiore.
- Secondo il Rapporto Statistico 2020 sul pellet di Bioenergy Europe nel 2019, l’Europa ha prodotto quasi 18 milioni di tonnellate di pellet, corrispondenti a circa 7,6 Mtep, con crescita del 5% rispetto al 2018.
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