Le vernici acriliche possono essere di due tipologie: a base solvente o a base d’acqua. Aderiscono perfettamente su diversi tipi di superfici e proprio per questo sono molto usate per dipingere il legno, il metallo o l’intonaco. Scopriamo insieme le differenze tra le due tipologie e i modi migliori per usarle in sicurezza.
Come scegliere le vernici acriliche
Quando si parla di vernici occorre prima di tutto fare chiarezza sulla definizione. Il termine vernice si usa per i prodotti non pigmentati, utili a creare un film trasparente sulle superfici, che lasciano visibile il supporto esterno esaltandone l’aspetto. Le pitture colorate coprenti, lisce e lucide sono invece dette smalti. Spesso però, con il termine vernice si è soliti intendere sia i prodotti coprenti che quelli non pigmentati.
I prodotti vernicianti, qualunque sia la loro composizione, possono essere usati sia a scopi protettivi che decorativi.
La pellicola che si forma dopo la stesura di queste miscele, serve a proteggere il supporto sottostante da eventuali agenti esterni fisici e chimici e a conferire allo stesso tempo, caratteristiche di lucentezza, resistenza e durezza alle superfici.
I materiali generalmente sottoposti alla verniciatura sono i metalli, il legno e le superfici interne ed esterne degli edifici.
La vernice acrilica a differenza di altre tipologie di vernici è ottenuta da una combinazione di resine acriliche e polimeri di colore, utili a produrre la tonalità desiderata. Il pigmento bianco ad esempio, un colore molto usato in edilizia, può essere ricavato dalla calce, dall’ossido di titanio o dal gesso.
Le vernici acriliche oggi sono molto richieste, soprattutto nella loro versione idrosolubile. Si tratta di prodotti ecologici e sostenibili sia per l’ambiente che per la salute delle persone.
Le vernici acriliche a base d’acqua
La differenza principale tra le vernici a base solvente e quelle a base d’acqua, non sta solo nel fatto che possono essere diluite in maniera diversa, ma anche nei diversi metodi di applicazione. Le due tipologie di vernici hanno infatti tempi diversi di essiccazioni. Per quelle a solvente servono almeno 16 ore, per quelle ad acqua sono sufficienti 3 ore.
Le vernici idrosolubili sono inodore ed hanno un basso livello di emissioni di composti organici volatili. Quelle a base solvente hanno invece un odore forte e possono emettere sostanze inquinanti nell’aria. Necessitano pertanto di un’opportuna aerazione dei locali prima di soggiornarvi.
Essendo meno adatte ad essere usate negli interni, le vernici a solvente sono consigliate per l’uso esterno, in particolare sulle superfici metalliche. Mentre quelle ad acqua possono essere usate tranquillamente negli interni, soprattutto per verniciare il legno grezzo.
Le vernici idrosolubili sono composte da un’alta percentuale d’acqua, variabile tra il 70% e il 90%. Per queste vernici l’acqua è il mezzo necessario a renderle fluide e facili da stendere. Essa evapora quando la vernice si asciuga. Ciò le rende particolarmente adatte ad essere usate negli spazi chiusi. I prodotti a base d’acqua si possono usare anche su manufatti esterni. In particolare si usano per trattare varie tipologie di legno con cui si realizzano i serramenti, gli scuri, le persiane, i portoni o i passamano.
Le vernici acriliche a base solvente
A differenza delle vernici ad acqua, quelle acriliche a base solvente, contengono una percentuale di solventi variabile tra il 60% e il 70%. In fase di asciugatura il diluente sintetico evapora e questo fa sì che questo tipo di prodotto risulti più adatto all’uso esterno.
Le vernici acriliche sono molto usate in edilizia, perché hanno un ottimo livello di aderenza al supporto e possiedono un’alta resistenza alle sostanze alcaline. Caratteristica che le rende ideali al trattamento di materiali come il calcestruzzo. La resistenza agli alcali, fa sì che questo tipo di pittura possa essere usata anche sugli intonaci. La semplicità e la velocità di esecuzione è senza dubbio un punto di forza per questo tipo di tinteggiatura, che ha anche la caratteristica di essere resistente nel tempo e scarsamente sensibile alle elevate temperature e all’eccessiva esposizione ai raggi ultravioletti.
In ogni caso occorre tenere presente che sia le vernici acriliche all’acqua che quelle a base solvente, contengono sempre una parte di composto chimico.
La scelta del giusto prodotto per verniciare è quindi fondamentale al fine di ridurre la presenza di inquinanti indoor all’interno delle case.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Un’indagine condotta da ISPRA nel 2010 rivela che il tempo di permanenza medio in un ambiente chiuso raggiunge l’80-90% del tempo giornaliero. Percentuale che permette di capire quando sia importante la valutazione degli effetti dell’inquinamento indoor.
- La stessa indagine condotta da ISPRA sull’inquinamento indoor nel 2010 rileva che anche in Italia la maggior parte della popolazione trascorre gran parte della giornata in ambienti chiusi, soprattutto all’interno dell’abitazione. Si tratta di una percentuale compresa tra il 53-67%. Anche i luoghi lavorativi o di studio sono ambienti in cui i cittadini passano gran parte della giornata, percentuale compresa tra il 15-35%. La stessa indagine rivela che all’aumentare del tempo trascorso al chiuso si riduce quello trascorso all’aria aperta che corrisponde al 2-12%.
TI È PIACIUTO L’ARTICOLO? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA
Per altre curiosità e informazioni sugli abitanti continuate a seguirci su www.habitante.it