Se stufe o caminetti costituiscono la vostra tipologia di riscaldamento in casa, è bene conoscere la materia prima da usare. Il mercato abbonda di varietà di legna da ardere ma spesso dietro a un prezzo competitivo può nascondersi una qualità scarsa di materiale. Vediamo quali sono le tipologie di legno da non bruciare nel camino.
Quale legno non bruciare nel camino?
Prima di acquistare la legna da ardere è bene avere alcune nozioni. Innanzitutto, esistono due grandi categorie di legnami: la legna dolce e la legna forte. La prima pesa dai 300 ai 350 chilogrammi per metro cubo e presenta notevoli vantaggi di accensione, brucia più velocemente e sprigiona molto calore. Questa risulta perfetta per cucinare ma non molto per riscaldare in quanto consumandosi rapidamente viene meno il suo potere calorifero. La seconda, invece, ha un peso superiore, tra i 350 e i 400 chilogrammi per metro cubo, brucia molto più lentamente e per questo è particolarmente adatta per riscaldare gli ambienti.
A questo punto vediamo quali sono le tipologie di legna che è consigliabile non bruciare nel camino. L’abete è un albero resinoso e poco adatto ad essere bruciato in quanto risulta essere molto fumoso. Il castagno non è il massimo per il riscaldamento di casa per i tanti fumi rilasciati durante la combustione. Il larice è da evitare nelle stufe e nei camini in quanto essendo molto resinoso è un gran nemico delle canne fumarie. Il tiglio è una tipologia di legno poco durevole e non è in grado di formare una brace utile. Infine il fico è quello da evitare assolutamente poiché in questo caso la fiamma è quasi inesistente ma soprattutto perché il fumo prodotto dalla sua combustione è tossico.
Vademecum per una giusta combustione del nostro camino
Innanzitutto, la legna da ardere non deve essere trattata, quindi no alla combustione di legni verniciati, colorati o con sopra resine artificiali. Inoltre è fortemente sconsigliato bruciare nel camino i seguenti materiali:
- giornali e riviste;
- carta di qualsiasi genere;
- materiale da imballaggio;
- Tetrapak e contenitori per bevande;
- cartoni di vario tipo;
- plastiche di ogni genere e tipo;
- scarti di falegnameria;
- materiale ricavato da demolizioni, risanamenti edili o navali;
- pallet per spedizioni.
Il camino va usato con il solo scopo di riscaldare l’ambiente domestico. Usarlo come un inceneritore, oltre che essere vietato, è anche molto dannoso per la salute. Alcuni materiali quando bruciati emettono sostanze nocive come diossina, formaldeide e metalli pesanti. Questi inoltre danneggiano in maniera permanente l’impianto stesso. Inoltre, la scarsa altezza delle canne fumarie dei camini fa sì che eventuali sostanze dannose ricadano nelle immediate vicinanze dell’abitazione che le ha emesse comportando danni per la salute oltre che per l’ambiente.
Pillole di interior design: come arredare una stanza con camino
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Le agenzie APAT (Agenzia per la Protezione dell’ambiente e per i servizi tecnici) e ARPA (Agenzia per la Protezione dell’ambiente) hanno divulgato una stima dei consumi di legna da ardere per il riscaldamento e l’uso domestico in Italia. L’indagine svolta sul territorio nazionale è stata condotta su un campione di 5mila famiglie italiane. L’analisi statistica dei dati raccolti ha portato ad una stima di utilizzo della legna in modo non saltuario (più di 4 volte l’anno) nel 20% delle famiglie italiane, con un consumo annuo nazionale di legna di circa 20 milioni di tonnellate, corrispondente ad consumo medio annuo per abitazione di circa 4,3 tonnellate.
- In merito ai sistemi di combustione dall’analisi è risultato che quelli tradizionali, ovvero camino aperto e stufa tradizionale, sono i più diffusi sul territorio nazionale, rappresentando più del 70% degli strumenti utilizzati. Il restante 30% è dato dagli strumenti innovativi, come camino chiuso, stufa innovativa e stufa automatica, che però grazie a tecnologie più avanzate hanno emissioni inquinanti decisamente più ridotte.
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