Quella di leggere le etichette dei prodotti alimentari, prima di acquistarli. è una buona abitudine che tutti dovremmo applicare nel quotidiano. Le informazioni riportate sulla confezione degli alimenti consente da una parte di tutelare la salute del consumatore e dall’altra di informarlo in merito a ciò che sta portando a casa. L’etichetta cui siamo abituati potrebbe però cambiare veste ed essere sostituita con l’etichetta a semaforo. Se così fosse cosa ne sarebbe dei prodotti della tradizione italiana?
Nutri-score, l’Italia si schiera contro l’etichetta a semaforo
L’etichettatura dei prodotti alimentari, ad oggi, è regolata a livello europeo dal Regolamento 1169 del 2011. Questo implica una serie di regole cui devono rispondere le etichette apposte sugli alimenti per essere a norma. Parliamo quindi della tabella dei nutrienti, della lista degli ingredienti presenti in quel dato prodotto, ecc. Questa tipologia di etichettatura, per alcuni, è poco intuibile e difficile da interpretare. Proprio per questo motivo è stato ideato un nuovo metodo per presentare al consumatore finale l’alimento: si chiama nutri-score. Vediamo cos’è e perché l’Italia non è d’accordo con la sua applicazione.
Cos’è il nutri-score?
Nutri-Score, in buona sostanza, è un sistema di etichettatura degli alimenti sviluppato in Francia. L’idea di fondo è quella di semplificare l’identificazione dei valori nutrizionali di un prodotto alimentare mediante l’impiego di due metriche correlate. Una scala cromatica divisa in 5 gradazioni dal verde al rosso e una scala alfabetica dalla A alla E.
Secondo questo metodo a ogni alimento verrebbe assegnato un punteggio. Questo terrebbe conto di sette diversi parametri di informazioni nutritive per 100 grammi di cibo e 100 millilitri di bevande. Un alto contenuto di frutta e verdura come ingredienti, fibre e proteine si traduce in un punteggio più alto, mentre un alto contenuto di calorie, zuccheri, acidi grassi saturi e sodio si traduce invece in un punteggio negativo. Lo scopo dell’etichettatura a semaforo è duplice: semplificare la lettura della classica tabella nutrizionale e rendere più veloce la scelta dei prodotti.
Ma una tale semplificazione dell’etichetta potrebbe penalizzare alcuni alimenti? Per certi versi sì. Il sistema di etichettatura nutri-score, per esempio, da punteggi alti ai cibi ultra processati. Questo potrebbe comportare la sostituzione di cibi ricchi di grassi con cibi che solo apparentemente sono più sani.
L’Italia dice no all’etichetta nutri-score
Diverse voci istituzionali italiane si sono schierate contro alla nuova etichettatura a semaforo. La motivazione principale dietro al no dell’Italia è che l’etichetta nutri-score andrebbe a danneggiare l’immagine di eccellenze italiane come i grandi salumi e il Parmigiano Reggiano. In una visione più ampia a essere colpiti negativamente da questa metodica non sarebbero solo l’immagine del prodotto stesso ma anche le importanti entrate provenienti dalla loro esportazione unitamente a una cultura culinarie che è bene difendere.
L’etichettatura a semaforo, qualora applicata, potrebbe influenzare gli acquisti degli italiani che potrebbero ridurre il consumo di alimenti che sono vere e proprie eccellenze, come salumi e formaggi della tradizione. Inoltre l’effetto sulla salute sarebbe da considerare come trascurabile, in quanto non dipende dal consumo di singoli alimenti ma dall’insieme dell’alimentazione e dallo stile di vita. In altri termini l’etichetta nutri-score, se da un lato è semplice e facilmente intuibile, dall’altro appare come riduttiva rispetto alla complessità degli aspetti che, invece, definiscono un’alimentazione equilibrata.
In definitiva la questione non è di facile gestione. Ci sono pro e contro relativi sia alla classica etichetta sia alla nutri-score. Da un lato non è propriamente corretto parlare di alimenti del tutto buoni o del tutto cattivi, dall’altro offrire al consumatore un sistema di etichettatura più semplice, che fornisca un’informazione facilmente leggibile, è una necessità riconosciuta dalla stessa Commissione europea.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- L’Osservatorio Ixè, mediante interviste, ha stimato che ben il 95% dei consumatori non dimentica di leggere l’etichetta. Il 43% lo fa per ogni tipo di alimento mentre il 52% soltanto per alcuni di essi. In ogni caso, circa il 45% dei consumatori ritiene che le informazioni non siano sempre riportate con chiarezza.
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