Oggi è fondamentale comprendere che le scelte prese quotidianamente si riflettono direttamente, e molto spesso negativamente, sul pianeta che ci ospita. In questo articolo focalizziamo la nostra attenzione sul cibo, o meglio su come cucinare gli alimenti in modo sostenibile. Ma quello della sostenibilità è un concetto che bisogna applicare a tutti gli ambiti che interessano la nostra vita: l’arredamento e gli elettrodomestici che scegliamo per le nostre case, le fonti da cui traiamo l’energia per riscaldarci, i mezzi di locomozione che usiamo abitualmente e molto altro.
Come cucinare in maniera sostenibile
Prima di capire come cucinare in maniera sostenibile è bene rendersi conto dello spreco che spesso inconsapevolmente avviene nelle nostre case. Partire da questa consapevolezza è fondamentale. Prima di recarsi al supermercato è bene controllare cosa c’è nella dispensa. In questo modo non solo si evita di comprare alimenti che sono già presenti in casa ma permette anche di controllarne la scadenza e, quindi, finire col buttare cibo scaduto. Anche preparare un piano settimanale di ciò che si vuole cucinare è importante per fare la spesa in maniera mirata e non acquistare cibo in eccesso. Infine è sempre bene prediligere gli alimenti sfusi, ovvero privi di voluminosi imballaggi di plastica che contribuiscono in maniera sostanziale all’inquinamento ambientale.
Consigli pratici per una cucina sostenibile
Per la cottura dei cibi è indispensabile l’utilizzo di una fonte di calore e sappiamo che ciò provoca una certa dose di emissioni di CO2 nell’atmosfera. In questo caso non è possibile eliminare del tutto l’emissione ma è invece auspicabile diminuirla. Come? Modificando alcune convenzioni, per esempio sostituire la pentola tradizionale con il wok. Questo tipo di tegame, preso in prestito dalla cucina cinese ma usato anche in altre culture gastronomiche, grazie alla sua forma simile a un cono favorisce una diffusione uniforme del calore che ottimizza i tempi di cottura.
Un altro tegame che può rendere la tua cucina ecosostenibile è la pentola a pressione. Questa, essendo dotata di un coperchio a tenuta ermetica, conserva al suo interno quelle particelle d’acqua che nella cottura in pentola tradizionale verrebbero disperse per evaporazione. Le particelle d’acqua esercitano una certa pressione sul cibo da cuocere portando la temperatura d’ebollizione a 120-130 gradi centigradi. In questo modo la pentola a pressione riduce il tempo di cottura degli alimenti e contestualmente anche il consumo energetico.
Un altro modo per cucinare in maniera sostenibile è optare per la cottura al vapore a castello. Questa modalità consente di usare un solo fornello per cuocere contemporaneamente più pietanze. Inoltre una volta raggiunta la temperatura di cottura idonea la fiamma può anche essere tenuta al minimo in quanto il calore si disperderà uniformemente tra i vari piani “del castello” mantenendosi costante. È anche possibile, verso la fine del tempo di cottura stimato, spegnere del tutto la fiamma e sfruttare il vapore presente nei vari tegami.
Infine si consiglia sempre di coprire con l’opportuno coperchio i tegami. Questa piccola accortezza in cucina permette di non disperdere inutilmente il calore, che fuoriuscirebbe dalla pentola, ma usarlo per contribuire alla cottura del cibo.
Adottare abitualmente questi accorgimenti, quindi una modalità di cottura sostenibile, è così utile per non consumare un quantitativo di energia che eccede oltre il necessario permettendo di conseguenza di avere un comprovato risparmio in bolletta.
Habitante a tavola: packaging sostenibile per alimenti realizzato con foglie d’ulivo
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Cuocere senza coperchio costa 5 euro in più rispetto alla cottura con coperchio. Usare la pentola tradizionale costa 8 euro in più rispetto all’utilizzo della pentola a pressione. Asciugare i piatti con il programma della lavastoviglie invece che a mano costa 18 euro in più.
- La pentola a pressione consuma il 25% in meno di gas rispetto alla cottura in una pentola tradizionale.
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