Calo prezzi per le case usate nel 2024: dati regione per regione

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Secondo uno studio condotto da Idealista, nei primi mesi del 2024, si è registrata una tendenza di calo prezzi case usate in Italia.

Scopri di seguito gli aggiornamenti e i dati emersi dall’analisi regione per regione, tra le città più e meno costose del Paese per quanto riguarda il mercato immobiliare delle case usate.

Calo prezzi case usate in Italia: qual è la situazione delle varie regioni?

Nel mese di gennaio 2024, si è registrato un calo dei prezzi per quanto riguarda il mercato immobiliare delle case usate. L’acquisto di queste ultime, infatti, si presenta come un’alternativa particolarmente positiva dal punto di vista economico, in quanto consente di risparmiare ingenti somme di denaro.

Idealista ha condotto uno studio in merito alle case usate disponibili nelle singole regioni e province d’Italia. Dai dati emersi, si evince come a gennaio 2024, in linea generale, si è verificato un calo pari allo 0,2% per l’acquisto di case usate. Si tratta, nello specifico, di una media pari a 1.836 euro al metro quadro.

Secondo quanto evidenziato dai professionisti, il calo è legato in particolare al tentativo dei venditori di stimolare gli acquirenti all’acquisto. Nonostante le abitazioni siano molto convenienti dal punto di vista economico, spesso gli acquirenti sono tentennati a causa degli eventuali lavori di ristrutturazione da dover effettuare in futuro. Eppure, grazia al calo registrato, si prospetta un andamento particolarmente positivo per tutto il 2024. Quali sono gli aggiornamenti in merito al calo prezzi case usate nel 2024 e regione per regione?

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Calo prezzi sulle case usate: quali sono i valori medi degli immobili nelle città italiane?

Nel mese di gennaio si è registrato un calo dei prezzi medi per le case usate. Nello specifico, si tratta di un calo in ribasso a livello regionale e provinciale, che ha influenzato ben 10 aree specifiche. In particolare, ecco i dati delle singole regioni d’Italia.

Trentino-Alto Adige: prezzo medio di vendita 3.057 euro al metro quadro;

Valle d’Aosta: prezzo medio di vendita 2.648 euro al metro quadro;

Liguria: prezzo medio di vendita 2.495 euro al metro quadro;

Toscana: prezzo medio di vendita 2.330 euro al metro quadro;

Lombardia: prezzo medio di vendita 2.160 euro al metro quadro;

Lazio: prezzo medio di vendita 2.127 euro al metro quadro;

Emilia-Romagna: prezzo medio di vendita 1.834 euro al metro quadro;

Veneto: prezzo medio di vendita 1.789 euro al metro quadro;

Campania: prezzo medio di vendita 1.628 euro al metro quadro;

Sardegna: prezzo medio di vendita 1.602 euro al metro quadro;

Marche: prezzo medio di vendita 1.518 euro al metro quadro;

Friuli-Venezia Giulia: prezzo medio di vendita 1.441 euro al metro quadro;

Piemonte: prezzo medio di vendita 1.264 euro al metro quadro;

Puglia: prezzo medio di vendita 1.247 euro al metro quadro;

Abruzzo:prezzo medio di vendita  1.183 euro al metro quadro;

Basilicata: prezzo medio di vendita 1.177 euro al metro quadro;

Umbria: prezzo medio di vendita 1.066 euro al metro quadro;

Sicilia: prezzo medio di vendita 1.031 euro al metro quadro;

Calabria:prezzo medio di vendita  917 euro al metro quadro;

Molise: prezzo medio di vendita 892 euro al metro quadro.

Come registrato dall’analisi dei dati, la regione italiana che presenta il valore medio più costoso per gli immobili è il Trentino Alto Adige. Altre regioni che presentano comunque valori al di sopra della media sono: Liguria, Toscana, Lombardia, Lazio e Valle D’Aosta.

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Quali sono le province d’Italia con i prezzi più costosi?

Ecco la lista completa delle province italiane con i prezzi più alti per gli immobili:

Bolzano-Bozen: con un prezzo medio pari a 4.541 euro al metro quadro;

Milano: con un prezzo medio pari a 3.378 euro al metro quadro;

Lucca: con un prezzo medio pari a 3.109 euro al metro quadro;

Savona: con un prezzo medio pari a 3.082 euro al metro quadro;

Firenze: con un prezzo medio pari a 2.922 euro al metro quadro;

Imperia: con un prezzo medio pari a 2.699 euro al metro quadro;

Aosta: con un prezzo medio pari a 2.648 euro al metro quadro;

Rimini: con un prezzo medio pari a 2.620 euro al metro quadro;

Venezia: con un prezzo medio pari a 2.473 euro al metro quadro;

Roma: con un prezzo medio pari a 2.449 euro al metro quadro;

Bologna: con un prezzo medio pari a 2.397 euro al metro quadro;

Sassari: con un prezzo medio pari a 2.364 euro al metro quadro;

Grosseto: con un prezzo medio pari a 2.361 euro al metro quadro;

Livorno: con un prezzo medio pari a 2.319 euro al metro quadro;

Brescia: con un prezzo medio pari a 2.245 euro al metro quadro;

La Spezia: con un prezzo medio pari a 2.241 euro al metro quadro;

Trento: con un prezzo medio pari a 2.233 euro al metro quadro;

Napoli: con un prezzo medio pari a 2.200 euro al metro quadro;

Trieste: con un prezzo medio pari a 2.151 euro al metro quadro;

Verona: con un prezzo medio pari a 2.139 euro al metro quadro.

Dati aggiornati e maggiori informazioni sulla classifica

Come si evince dalla classifica, Bolzano, Milano, Lucca e Savona si presentano come le province italiane con il valore medio più alto per gli immobili. Eppure, anche nelle successive 26 province, con la presenza di moltissime città italiane, si registra un livello della media nazionale superiore per il valore degli immobili. Ad esempio, si fa riferimento a città quali Firenze, Venezia, Bologna, Roma e Napoli.

Per quanto riguarda, invece, le province con i prezzi più bassi, è possibile citare: Biella, Caltanissetta e Isernia. Queste presentano, rispettivamente, un valore medio pari a 630 euro al metro quadro, 674 euro al metro quadro e 661 euro al metro quadro.

Infine, secondo i dati, si registra variazioni positive nelle realtà cittadine, rispetto i veri e propri centri. Tra le città che confermano andamenti positivi, ad esempio, è possibile citare: Rovigo, Treviso e Lecce. Si tratta di una percentuale positiva pari rispettivamente al 3,9%, 2,6% e 2,5%.

A registrare un andamento negativo, invece, Enna Macerata e Nuoro. Si tratta, in questo caso, di una percentuale negativa pari rispettivamente al 4,3%, 3,1% e 2,6%.

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