Bozza per il Recovery Plan da 222,9 miliardi di euro: cosa includerà

Bozza per il Recovery Plan cos'è e come funziona

La bozza per il Recovery Plan, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, riporta le strategie per far ripartire l’Italia dopo l’emergenza Coronavirus.

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Cosa c’è nella bozza per il Recovery Plan

“In oltre 170 pagine sono esposte le strategie, i progetti, le risorse per far ripartire l’Italia. Ora nel Governo, in Parlamento e nel Paese si apre la fase di analisi, miglioramento, decisione”, ha spiegato il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri. In questo quadro sono confermati 19,72 miliardi per la sanità, 46,18 per la digitalizzazione e 68,90 per la rivoluzione verde.

Le risorse previste dal piano per i temi di sviluppo sostenibile, digitalizzazione, innovazione e riduzione delle diseguaglianze sono di 222,9 miliardi di euro. 144,2 di questi miliardi di euro però sono destinati a nuovi interventi. Si giunge a 310 miliardi di euro con la programmazione per tutto il quinquennio 2021-2027.

Il piano verrà accompagnato da una serie di riforme per “rafforzare l’ambiente imprenditoriale, ridurre gli oneri burocratici e rimuovere i vincoli che hanno rallentato gli investimenti”. Tra queste la riforma della concorrenza, della giustizia, del mercato del lavoro e del fisco.

Riducendo infatti le aliquote effettive sui redditi da lavoro dipendente e autonomo, in particolare per i contribuenti con reddito basso e medio-basso, è possibile:

  • aumentare il tasso di occupazione;
  • incentivare l’occupazione delle donne e dei giovani.

Gli obiettivi del Recovery Plan

Si tratta di un progetto culturale europeo che qualifica gli obiettivi di sostenibilità dello sviluppo. In questo modo è possibile avere uno sviluppo sostenibile a livello territoriale. Questo serve a realizzare l’inclusione sociale dei giovani attraverso cultura, creatività e sport oltre a migliore le aree urbane.

Il documento si divide perciò in sei obiettivi, che a loro volta raggruppano 16 componenti funzionali. Queste si articolano in 47 Linee di intervento.

Le aree di intervento sono quindi le seguenti:

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura;
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica;
  3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  4. Istruzione e ricerca;
  5. Inclusione e coesione;
  6. Salute

1.         Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura

Ben 46,18 miliardi distribuiti in:

  • 11,45 miliardi per la digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella PA;
  • 26,73 miliardi per il sistema produttivo;
  • 8 miliardi per l’innovazione nel turismo e cultura.

2. Rivoluzione verde e transizione ecologica

68,90 miliardi tra cui:

6,30 miliardi per Impresa Verde ed Economia Circolare;

  • 18,22 miliardi per Transizione energetica e mobilità locale sostenibile;
  • 29,35 miliardi per Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici;
  • 15,03 miliardi per Tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica.

3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile

I 31,98 miliardi destinati a questa categoria sono così suddivisi:

  • 28,30 miliardi per Alta velocità ferroviaria e manutenzione stradale;
  • 3,68 miliardi per Intermodalità e logistica integrata.

4.         Istruzione e ricerca

A questa categoria sono stati assegnati 28,49 i miliardi:

  • 16,72 miliardi per potenziamento delle competenze e diritto allo studio;
  • 11,77 miliardi per il passaggio dalla ricerca all’impresa.

5.         Inclusione e coesione

27,62 i miliardi, ovvero:

  • 12,62 miliardi per Politiche per il Lavoro;
  • 10,83 miliardi per Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore;
  • 4,18 miliardi per Interventi speciali di coesione territoriale.

6.         Salute

I fondi arrivano a 19,72 miliardi:

  • 7,9 miliardi vanno per Assistenza di prossimità e telemedicina
  • 11,82 miliardi per Innovazione, ricerca e digitalizzazione dell’assistenza sanitaria.

La missione è divisa in 2 componenti:

  • un cambio nell’assistenza sociosanitaria basato sullo sviluppo di una rete territoriale con un percorso integrato che parte dalla casa come primo luogo di cura, per arrivare alle case della comunità e alla rete ospedaliera.
  • promuovere la diffusione di strumenti e attività di telemedicina, rafforzare i sistemi informativi sanitari e gli strumenti digitali a tutti i livelli del SSN, a partire dalla diffusione ancora limitata e disomogenea della cartella clinica elettronica. Ammodernamento delle apparecchiature e realizzazione di ospedali sicuri, tecnologici e sostenibili.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Il piano mira all’empowerment femminile e a contrastare le discriminazioni di genere, oltre all’accrescimento delle competenze, della capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani, al riequilibrio territoriale e allo sviluppo del Mezzogiorno.
  • Si punta inoltre a superare la frammentazione e il divario tra i diversi sistemi sanitari regionali potenziando la prevenzione e l’assistenza territoriale e migliorando la capacità di integrare servizi ospedalieri,  sanitari locali e sociali.

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