Bombe sull’ospedale pediatrico a Mariupol: esiste un’etica della guerra che Putin sta ignorando

ospedale pediatrico a Mariupol

Può sembrare paradossale ma esiste un’etica anche della guerra. Ci sono delle regole da rispettare anche nel bel mezzo di un conflitto armato come per esempio non bombardare un ospedale, non sparare su coloro che si occupano di soccorrere, non sparare sulla Croce Rossa, ecc. Per quanto la guerra sia sinonimo di violenza e devastazione vi è un lato umanitario che non può e non deve essere ignorato. Le bombe sull’ospedale pediatrico di Mariupol sono però ben lontane dal codice etico della guerra (se, in guerra, di codice etico si può parlare).

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Bombe sull’ospedale pediatrico a Mariupol

Questo codice etico pare essere sconosciuto al presidente della Russia, Vladimir Putin. Nella giornata di ieri è stato bombardato l’ospedale pediatrico di Mariupol. La violenta esplosione, dovuta all’attacco aereo russo, ha aperto un cratere profondo sei metri e largo quindici nelle vicinanze dell’ospedale. Lo spostamento dell’aria generato ha distrutto buona parte dei reparti di pediatria e maternità.

All’interno solo distruzione: stanze devastate, culle e letti sottosopra, finestre e porte sradicate ma soprattutto decine di donne incinte e bambini feriti e spaventati dalla furia di una folle guerra. Subito dopo l’attacco sono accorsi sul posto soldati ucraini, forze di polizia, squadre di soccorso, parenti delle donne ricoverate e semplici cittadini che hanno contribuito a mettere in  salvo i pazienti dell’ospedale. Al momento dell’attacco i sanitari e i degenti si trovavano negli scantinati, la parte superiore della struttura ospedaliera era stata evacuata proprio perché negli ultimi giorni la città ucraina era oggetto della peggiore violenza russa.

Le autorità ucraine locali ritengono che ci sarebbero almeno 17 persone ferite, ma le attività di soccorso e ricerca di eventuali altri sopravvissuti sono ancora in corso. Le informazioni dalla città ucraina sono per ora parziali e in aggiornamento. Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha definito l’attacco russo “un’atrocità“.

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Anche la guerra ha delle regole

Come si può mirare ad un ospedale? Non si può e non si deve, perché anche in guerra esistono delle regole. L’attacco all’ospedale pediatrico di Mariupol è la dimostrazione che Putin sta completamente ignorando quest’etica.

Si chiama diritto dei conflitti armati, anche conosciuto come “diritto internazionale umanitario”. Si tratta di quel settore del diritto internazionale pubblico il cui scopo è quello di proteggere le persone che non sono parte attiva del conflitto. Sono considerate tali per esempio i membri delle forze armate feriti, i prigionieri di guerra, i civili che non svolgono attività bellica. Inoltre, tale branca del diritto oltre a proteggere i soggetti ha lo scopo di salvaguardare anche i beni culturali e i luoghi dove si svolgono le operazioni militari. In pratica vi è un insieme di regole cui non si può prescindere anche durante un conflitto armato.

In seguito alle atrocità della Seconda Guerra Mondiale la maggior parte dei Paesi del mondo ha aderito all’adozione delle quattro Convenzioni di Ginevra del 1949. Questo costituiscono le fondamenta su cui si basa il diritto dei conflitti armati. Oltre a quanto sopracitato vige il principio secondo cui:

  • è necessario curare amici e nemici senza distinzione alcuna;
  • proteggere i feriti, i malati, i naufraghi, il personale medico, le ambulanze e gli ospedali;
  • rispettare l’essere umano, la dignità dell’uomo e della donna nelle loro differenziazioni fisiche e psicologiche, i diritti della famiglia, i costumi e le convinzioni religiose;
  • è vietato ogni tipo di trattamento disumano o degradante;
  • sono vietati la cattura di ostaggi, gli stermini, le esecuzioni sommarie, il saccheggio, gli atti di violenza e la distruzione indiscriminata dei beni privati.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • L’ufficio dell’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani ha affermato che dall’inizio della guerra in Ucraina almeno 516 civili sono rimasti uccisi e altri 908 feriti.

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