L’espansione delle aziende bio marchigiane
In Italia, secondo quanto rilasciato da Coldiretti su dati Sinab, la superficie coltivata a biologico nel 2019 aveva raggiunto i 2 milioni di ettari tanto da essere il primo Paese europeo per numero di aziende agricole del biologico, con ben 80.643 realtà. Un settore in crescita in tutto il Belpaese, anche nel centro Italia. Lo si comprende guardando i dati di regioni come le Marche, con un numero sempre maggiore di aziende bio marchigiane. Sempre dai dati elaborati dal Sinab, il Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica, emerge che tra il 2018 ed il 2019, in questa regione si è assistito ad un +32% di operatori introdotti nel settore.
Dove trovare prodotti biologici nelle Marche
Nelle Marche si fa coltivazione biologica da tempo. Questi metodi di produzione hanno iniziato a diffondersi nella regione nel 1978.
Le Marche sono state la prima regione d’Italia a fare produzione biologica, in anticipo anche sui primi regolamenti europei in materia, ovvero il “Regolamento relativo al metodo di produzione biologico dei prodotti agricoli e all’indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari” adottato dalla CEE nel 1991.
Da allora il settore è cresciuto enormemente, si pensi che, secondo i dati forniti dalle amministrazioni regionali, nella regione vi sono 3.126 produttori biologici.
Ecco quali sono le principali 10 aziende agricole biologiche delle Marche:
- Pieve del Colle.
- Azienda Agricola Anibaldi.
- Azienda Agricola San martino Dell’Arcobaleno.
- Le Terre del Lago.
- Valentini Bio Marche.
- Fattoria del Borgo.
- Si.Gi Agricola.
- Konoha.
- Agricola Verde Alfieri.
- Caravan Serraglio.
Quali sono le principali aziende bio marchigiane
Nella provincia di Pesaro e Urbino sulla collina di Urbania si trova Pieve del Colle, un’azienda agricola biologica che si estende su 46 ettari di cui 10 sono destinati a bosco, pascolo, incolto e tartufaia di nero pregiato. I restanti 36 ettari, invece, sono destinati alla coltivazione di ortaggi, frutta, uva, cereali, semi vari, legumi e foraggio. L’azienda che gestisce anche un agriturismo ed un allevamento biologico di animali.
Nell’entroterra maceratese in località San Severino Marche, l’Azienda Agricola Anibaldi, si occupa prevalentemente di produzione di olio extravergine di oliva e coltivazione di legumi (ceci, lenticchie e farro). Nei 2,5 ettari spicca la presenza di un uliveto secolare, con 843 ulivi tra cui si distingue la varietà autoctona dell’Orbetana.
Non distante dalle province di Pesaro e Urbino vi è l’Azienda Agricola San martino Dell’Arcobaleno. Questa si trova a circa 300 m di altitudine ed occupa un’area rurale di circa 8 ettari. Come anche molte altre realtà locali, tra gli obiettivi dell’azienda c’è il recupero delle coltivazioni più antiche. Tra le principali c’è l’oliveto, che occupa circa tre ettari ed ospita olivi plurisecolari, ed il vigneto di uve Bianchello doc, tipica cultura della vallata del Metauro.
Sulle colline a ridosso di Ancona, nell’area di Candia, a due passi dalla città e dal Monte Conero, sorge l’azienda Agricola biologica Le Terre del Lago. Una realtà nata nel 2014 con l’obiettivo di dare continuità alle tradizioni locali. Le specialità sono rappresentate dalla produzione di verdura, frutta e cereali.
Ci si deve spostare in località Serra de Conti, sempre in provincia di Ancona, per scoprire l’Azienda Agricola Biologica Valentini. Una realtà storica fondata nel 1998 che produce cereali, legumi, farine e olio, nel rispetto della terra e delle tradizioni.
Tra produzione agricola ed agriturismo
A pochi chilometri da Urbino, sulle colline che portano a Colbordolo, c’è la fattoria del Borgo, una delle 481 aziende agricole biologiche della provincia. L’azienda esiste dal 1996 e svolge anche attività didattica. Qui si producono e si trasformano prodotti quali miele, vino, frutta e ortaggi vari.
Nello stesso anno, poi, nasceva a Macerata l’azienda agricola SI.GI. Una realtà improntata soprattutto alla riscoperta delle ricette e frutti antichi, ormai dimenticati e tipici della cultura marchigiana. Come la sapa, le visciole al sole, i morici, le brugnolette ed i fichi bianchi. Tutti i prodotti nascono da coltivazione biologica e vengono poi trasformati.
Gran parte delle aziende agricole biologiche che fanno parte del territorio marchigiano, non fanno solo coltivazione e produzione di trasformati, ma hanno anche una vocazione turistica, in quanto sono anche agriturismi. Come nel caso di Konoha nel giovane comune di Trecastelli, ai piedi di Monterado, un’azienda nata con l’obiettivo di ridare vita ad un terreno sfruttato per anni e convertirlo al biologico.
Ed è un agriturismo anche l’Azienda agricola Verde Alfieri. Nel cuore delle Marche. L’azienda coltiva e produce con metodo biologico soia biologica, farina di soia, orzo, farina di grano tenero tipo 0, fagioli borlotti e cannellini.
Nel Parco dei Sibillini immersa nel verde, tra boschi, vigne, olive e pascoli si trova Caravan Serraglio, azienda agricola biologica autocertificata ed agriturismo. Questa si sviluppa in una posizione panoramica a 500 mt. di altezza. Si estende su una superficie di circa 5 ettari di seminativo e frutteto, ed altrettanti a bosco, circondato da boschi e vigne. Nasce come centro di allevamento ed addestramento di cavalli. Ad oggi, infine, l’azienda si dedica da una parte all’attività agricola, con la coltivazione biologica di frutta (in particolare la mela rosa gentile dei Sibillini), e dall’altra alle attività dell’agriturismo.
Perché mangiare biologico fa bene alla salute e all’ambiente?
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- La diffusione della coltivazione biologica in Italia interessa tutto il territorio. Nel Centro Italia, le prime tre regioni per superficie a coltivazione bio sono: il Lazio con 144mila ettari (23,2%), la Toscana con oltre 143mila ettari (21,7%) e le Marche con più di 104mila ettari (22,2%).
- Stando a quanto riportato in un’analisi di Coldiretti ed elaborata sui dati Sinab, l’incidenza della superficie biologica in Italia nel 2019 è arrivata al 15,8% della Superficie Agricola Utilizzata (SAU) a livello nazionale. Valore che porta l’Italia nettamente in vantaggio rispetto alla media europea.
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