Moda sostenibile in Italia
La moda sostenibile è ormai una realtà. Sono difatti in crescita i brand ecosostenibili italiani che si stanno facendo largo nel mercato della moda nostrana. Impiego di materie prime ecologiche e applicazione di sistemi volti al rispetto dell’ambiente e dei suoi lavoratori sono i requisiti alla base di un’ industria tessile sempre più green.
Quali sono i brand più ecosostenibili italiani?
Ecco quali sono i 10 brand più ecosostenibili italiani:
- Eticlò
- Malìa Lab
- Vernisse
- WAO
- Studio Sartoriale
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Eticlò
Eticlò, nome che deriva “ethical closet”, è un brand italiano che promuove una filosofia imprenditoriale equa e sostenibile a 360 gradi. Dalla scelta delle materie prime ai processi di produzione fino al commercio finale tutto segue una rigida logica ecosostenibile. La mission aziendale è quella di dare al consumatore un’alternativa sana e responsabile senza però rinunciare allo stile e all’eleganza. I tessuti utilizzati sono di esclusiva origine naturale e biologica e sono coltivati e lavorati nel rispetto del pianeta e delle persone. Si tratta in particolar modo di seta naturale, cotone e lino biologici, lana e fibra di legno di faggio. Per quanto riguarda poi le tinture queste sono ecologiche senza l’uso di metalli pesanti e sostanze chimiche.
Malìa Lab
Brand ormai affermatosi nel settore della moda ecosostenibile Malìa Lab è sinonimo di sartoria dalla manifattura 100% italiana, dove la cura dei dettagli e la qualità dei materiali sono una priorità. Qui vengono utilizzati esclusivamente tessuti ecologici, come: cotone biologico, ramié, canapa, lino, seta buretta, fibra di latte e lana biologica. L’azienda dispone di una serie di certificazioni tessili in ambito ambientale e sociale per realizzare abbigliamento ecosostenibile. Tra queste ci sono: Global Organic Textile Standard, Oeko Tex Standard 100 e Organic Content Standard.
Brand più ecosostenibili italiani: Vernisse
Tra i brand più ecosostenibili italiani rientra anche il marchio di lusso contemporaneo Vernisse nasce nel 2019 con lo scopo di celebrare capi su misura e tessuti vintage. Sostenibilità ed economia circolare sono alla base di ogni fase di vita dei prodotti realizzati nel pieno rispetto delle risorse naturali. Inoltre per ridurre al minimo gli sprechi e il numero di articoli invenduti l’azienda non tiene scorte dell’abbigliamento prodotto ma ogni pezzo viene realizzato su ordinazione. Tutti i capi Vernisse sono tagliati e rifiniti esclusivamente a mano affinché questi possano durare nel tempo ed essere tramandati di generazione in generazione.
WAO
Azienda specializzata nella realizzazione di sneakers ecosostenibili e vegan. WAO utilizza solo materiali 100% animal free. Ne sono un esempio l’Econyl, materiale derivante dal riciclo di plastica, scarti industriali, tappeti e reti da pesca recuperate negli oceani. Tra le altre materie prime usate figurano poi: la canapa, il cotone biologico, la fibra di cocco e la gomma riciclata per le suole. La lavorazione non prevede l’impiego di alcuni tipo di sostanza chimica, come colle o simili, questo rende il 97% dei materiali riciclabili o compostabili a fine vita.
Lucrezia Roncadi, coordinatrice del progetto Manigolde, racconta ad Habitante la moda sostenibile
Studio Sartoriale
Brand indipendente che ha fatto della sostenibilità la sua principale scelta. I capi realizzati da Studio Sartoriale sono realizzati utilizzando esclusivamente rimanenze di magazzino dei laboratori italiani. La scelta di non produrre nuovi tessuti consente di evitare oltre allo spreco di materiale anche l’avviamento di processi chimici per la tintura. Ogni capo d’abbigliamento firmato Studio Sartoriale è quindi un pezzo unico ed è confezionato unicamente a mano.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Una ricerca pubblicata su Nature Reviews Earth & Environment ha stimato che, con 4.000-5.000 milioni di tonnellate di CO2 rilasciate annualmente nell’atmosfera, l’industria della moda è responsabile di circa l’8-10% delle emissioni globali. Questa sarebbe imputabile anche del rilascio negli oceani di 190.000 tonnellate di microplastiche, contribuendo per il 20% alla contaminazione industriale dell’acqua.
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