L’arte di strada racconta, emoziona, stupisce, denuncia, mette in luce dei temi importanti: il rapporto con lo spazio urbano, l’ambiente, le discriminazioni e racconta persino l’autismo. Supera i limiti dell’intervento decorativo e diventa spazio di riflessione. La rigenerazione urbana delle città passa sempre più spesso attraverso la realizzazione di interventi artistici diffusi, i muri ciechi di palazzi sbiaditi e privi di attrattiva diventano le tele per opere sorprendenti. Le superfici si animano, riportando vitalità ai quartieri, ciascun abitante inizia a sentirsi parte del mondo che l’Urban Artist decide di raccontare, stabilendo nuove relazioni tra le persone e la città. I quartieri nascono a nuova vita e assumono un ruolo rinnovato.
A Forlì gli Street Artist raccontano la Costituzione
Su quest’onda nasce a il “Murali Street Art Festival”, il primo festival della street art che si tiene a Forlì, su iniziativa del Comune di Forlì e di una serie di soggetti cooperativi e associativi che operano nei centri giovanili della città. Il progetto punta a trasformare la città attraverso l’arte urbana, capace di valorizzare i contesti con interventi dall’alto valore comunicativo, coniugando i valori della cittadinanza attiva con la dimensione dell’espressività artistica. Entro la fine di maggio 6 muri degradati della città vedranno nascere nuove opere che avranno come tema conduttore la ‘Costituzione’, nei 70 anni della sua promulgazione. In particolare gli urban artist dovranno confrontarsi con gli articoli 1, 2 e 3 della Costituzione, che trattano di lavoro, diritti inviolabili dell’uomo e pari dignità. Il primo intervento è partito il 7 aprile a cura dell’artista pugliese Millo (Francesco Camillo Giorgino, in arte Millo) che, con il suo stile inconfondibile fatto di tratti neri su fondo bianco che si accendono in particolari carichi di colore, capaci di accentuare la sua potenza comunicativa, ha trattato l’Art 3 che cita:
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Dal 12 al 20 maggio sarà la volta di Eron, artista riminese, primo street artist al mondo a dipingere una chiesa (San Martino in Riparotta, Rimini). L’artista trasforma le macchie di muffa, di ruggine e di umidità che trova sulle pareti in vere e proprie opere d’arte che richiamano la delicatezza e la purezza dello spirito e lavorerà su la “Famiglia”. Poi sarà la volta di ZED1, GOLA, Camilla Falsini, Andrea D’Ascanio e Moneyless che porteranno a termine le loro opere per tutto il mese di maggio.
Arte di strada, a Napoli gli Urban Artist affrontano temi sociali
A Napoli invece fanno parlare i murales di Jorit, artista napoletano, che realizza opere iper-realistiche che, citando Caravaggio, ritrae volti di persone che vivono nei quartieri dove vive e interviene. Il 2 aprile, per la giornata internazionale per la consapevolezza sull’autismo, Jorit ha condiviso sulla sua pagina facebook la storia di Niccolò, ritratto nel dipinto realizzato sul palazzo adiacente a quello che ospita il volto di Maradona a San Giovanni a Teduccio. Grazie al suo intervento il volto di Niccolò, un ragazzo autistico, irrompe tra le strade di Napoli, e fa parlare di un tema ancora poco affrontato aprendo una riflessione su quanto sia importante operare e agire per prendersi cura di ogni singolo individuo in difficoltà.
L’arte di strada, a Napoli, diventa anche elemento aggregativo e nel quartiere Ponticelli, situato nella zona orientale di Napoli, una delle periferie tra le più difficili e complesse, con il più alto tasso di dispersione scolastica e disoccupazione, nasce l’Osservatorio Inward, un osservatorio che svolge ricerca e sviluppo nell’ambito della creatività urbana (street art, urban design, graffiti, muralismo), operando con un proprio modello di valorizzazione nei settori pubblico, privato, no profit ed internazionale e promotore di diversi interventi di creatività urbana nel Parco Merola di Ponticelli, ribattezzato Parco dei Murales, con l’obiettivo della rigenerazione sociale e riqualificazione urbana attraverso l’intervento degli urban artist.
Il quartiere Ortica di Milano diventa museo di strada
Nella periferia est di Milano, grazie all’arte di strada, nasce ORME Ortica Memoria, il primo quartiere museo dove la memoria del 900 è dipinta sui muri. Promosso dall’Associazione Orme con la collaborazione del collettivo Orticanoodles e il Patrocinio del Comune di Milano, il progetto prevede la creazione di venti opere di arte urbana tra il 2017 e il 2019 tra le più grandi in Italia, quattro delle quali già realizzate. Il progetto nasce per dare una nuova spinta ad un quartiere chiuso tra i binari della ferrovia, un quartiere con una forte identità storica che ha saputo conservare la sua connotazione tipica sopravvivendo ai cambiamenti imposti dall’urbanizzazione. Il progetto nasce per raccontare le storie che nel ‘900 hanno caratterizzato lo storico quartiere e nei prossimi due anni lo trasformerà in un vero e proprio museo permanente, un polo culturale nella città dove passeggiare e respirare l’atmosfera delle storie che raccontano dai Martinitt alle donne della Resistenza, dal Cardinal Ferrari al partigiano Morandi. Per approfondire i racconti ogni opera sarà accompagnata da strumenti multimediali che permetteranno ai visitatori di conoscere le storie dietro i murales. L’obiettivo è creare un itinerario culturale e identitario che porti i milanesi e i turisti fuori dal centro, offrendogli l’opportunità di esplorare zone poco conosciute e facendogli vivere emozioni attraverso un progetto di storytelling artistico.
Il fermento artistico e l’interesse delle persone verso le numerose opere realizzate negli ultimi anni hanno spinto diverse città da nord a sud dell’Italia alla realizzazione di mappe, anche interattive, che permettono di localizzare tutte le opere sparse per la città (alcuni esempi sono Torino, Roma, Napoli e Palermo) e realizzare dei veri e propri tour.
In più il fenomeno diventa anche una questione di valorizzazione economica degli immobili, infatti secondo il Centro per lo Studio della Moda e della Produzione Culturale dell’Università Cattolica di Milano (2016) si stima che un murale realizzato da un famoso street artist possa aumentare il valore dell’immobile su cui è stato realizzato fino al 20% e diventare fattore di scelta nell’acquisto di una casa.
Allo stesso modo si creano occasioni per creare nuovi spazi per far parlare gli artisti che si propongono di fuggire dalle logiche del decorativismo, cercando di lanciare dei messaggi che intervengono nel tessuto sociale del luogo, per rendere l’opera collettiva, condivisa e apprezzata dagli abitanti del quartiere in cui campeggia.
È per tutto questo che le città investono sull’arte di strada, organizzano concorsi e crowdfunding per realizzare murales e riqualificare le aree urbane, un’occasione per rendere le città più belle, per coinvolgere le persone e sensibilizzare su temi importanti e per scoprire nuovi angoli della città che diventano gallerie d’arte all’aria aperta, un modo per sentirsi bene in spazi che spesso finiscono per essere trascurati.
Valentina De Carolis
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Immagine di copertina “In You” | Civitanova Marche, Italy | 2018 | per gentile concessione di Millo