Arte (in) metropolitana

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La necessità di attorniarsi di opere d’arte, di colori e di spazi identitari è diventata sempre più un’esigenza piuttosto che una velleità. Si è registrato un fiorire di installazioni e di dettagli artistici nei contesti più inaspettati delle nostre città, proprio laddove non ci si aspetterebbe di imbatterci in tali opere.

Con un balzo nel tempo, ricordiamo che sin dall’Ottocento architetti ed ingegneri si sono sforzati di raddolcire le forme industriali ed algide delle stazioni ferroviarie e delle metropolitane: basti ricordare le decadenti, ma esuberanti, strutture in ghisa ornate da ghirlande floreali in stile Art Nouveau disegnate da Hector Guimard a Parigi all’inizio del Novecento.

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Ma il medesimo desiderio di abbellimento delle stazioni metropolitane è sopravvissuto ai conflitti mondiali, alle crisi, per emergere in molte città e metropoli di oggi, proprio come se si fosse trattato di una vena sotterranea mai sopita.

Ma vediamo alcuni esempi europei di arte in metropolitana di recente fattura:

Stoccolma:

la capitale della Svezia si è dotata di un capillare sistema di metropolitana, la Tunnelbana, nell’ultimo decennio per fronteggiare l’esigenza del trasporto viaggiatori in una città sempre più in crescita.

Non è stato tralasciato l’aspetto estetico-artistico delle sue stazioni, che ospitano meravigliosi esempi di arte in metropolitana. Ecco che ognuna di queste è stata decorata con graffiti e colori vividi immaginati da 150 artisti accorsi, a seguito di un bando pubblico, da tutto il mondo; lungo i suoi 110 chilometri di rete, insomma si situa una ‘galleria d’arte’ da record.

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Dipinti, mosaici, ceramiche ed installazioni accompagnano il viaggiatore nelle viscere della terra scandinava, le cui irregolarità della roccia sono esaltate dai toni accesi e dall’apposito cemento impiegato.

È all’ordine del giorno il fatto di imbattersi in frotte di turisti estasiati davanti ad incandescenti superfici in rosso fuoco, resti di un’eruzione distruttiva, oppure rapiti dall’ipnotico blu elettrico simile a quello di un temporale estivo. Per sfuggire dall’acquazzone ci ripariamo sul primo treno in sosta e scendiamo alla stazione successiva, dove un arcobaleno annuncia la fine del maltempo ed incornicia la banchina sottostante.

Non da ultimo, poteva forse mancare l’omaggio ad un’icona della cultura pop svedese? Pippi Calzelunghe e le figurine realizzate da giovanissimi graffitari armonizzano un’altra banchina… insomma abbiamo vissuto una favola al costo di un solo biglietto!

 

Napoli:

Anche a Napoli non ci si annoia nell’attesa del proprio treno. Ogni stazione delle breve linea metropolitana è resa unica dall’intervento di artisti riconosciuti che hanno colorato, illuminato e armonizzato spazi che, altrimenti, sarebbero rimasti anonimi ‘non-luoghi’ di passaggio.

Napoli, Architetto, Metro, NapoliPixabay.com

La gioia dello stare insieme, virtù del tutto partenopea, traspare risoluta non appena ci si cala nel sottosuolo da via Toledo, centralissima arteria illuminata da un sistema di mosaici di William Kentridge e pannelli lenticolari applicati da Bob Wilson che ci lasciano semplicemente a bocca aperta. Sembra di stare in un enorme e placido acquario. Non a caso essa è stata premiata come la più bella stazione del continente!

Quindi, grande fortuna per i napoletani che ogni giorno vi transitano. Qui numerosi professionisti dell’architettura e delle arti internazionali hanno fatto a gara per poter lasciare il proprio segno, prima fra tutti Gae Aulenti con il collega Alessandro Mendini, assieme al fotografo Mimmo Iodice, seguiti da Mario Merz.

È come se il panorama partenopeo avesse richiesto un fiorire di forme policrome addirittura nel sottosuolo, a voler rispecchiare le meraviglie del vicinissimo Golfo.

Lisbona:

Se nelle precedenti linee urbane ci siamo sentiti coinvolti emotivamente per via dell’uso sapiente dei colori, dei materiali e della luce, la varietà cromatica ci accompagna nel viaggio nella capitale più occidentale d’Europa. A Lisbona i cittadini non sono da meno quando si tratta di fantasia creativa, come hanno magistralmente dimostrato nei ‘salotti’ sotterranei della loro metrò. Qui essi hanno colto l’occasione per sbizzarrirsi e per mostrare le icone della loro amata ‘citade’ attraverso le decorazioni parietali realizzate da abili artisti come Maria Keil ed altri creativi stranieri a partire dal 1959.

Il filone principale dell’arte in metropolitana portoghese è ricaduto sull’omaggio alla tradizione dell’azulejos, la notissima ceramica, seppure riletta sotto un’ottica contemporanea ed originale. Per cui, una volta scesi dai treni, si incontrano eroi dei fumetti in scala monumentale, come se fossimo stati catapultati in una fantasmagorica Sala dei Giganti della Marvel. Irriverenti Vasco da Gama e giocosi motivi marittimi che ricordano i cinque continenti toccati dagli avi dei moderni portoghesi.

Questo riferimento alla storia ricorda i padiglioni dell’Expo del 1998, allestiti a pochi metri al di sopra di queste strutture sotterranee.

Francoforte:

I tedeschi, invece, hanno scelto di uscire dagli schemi tradizionali delle stazioni della metropolitana. A Francoforte è stata realizzata un’opera sui generis che non lascia indifferenti i suoi fruitori, visto che una piazza della capitale finanziaria è ‘danneggiata’ da una carrozza di un tram emersa con foga direttamente… dal terreno!

E proprio attraverso l’apertura del convoglio, i pendolari devono transitare se vogliono evitare di arrivare in ritardo in ufficio o se non vogliono essere redarguiti dal professore durante le lezioni nella vicina università.

Di certo un modo originale per iniziare con il sorriso la giornata.

Dunque se anche voi state leggendo questo articolo durante l’ora di punta su qualche metrò, ricordatevi di fare attenzione a qualche possibile dettaglio delle stazioni che passate: potrebbero palesarvi sorprendenti aneddoti visivi che non avevate mai notato in precedenza.

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