Il progresso e l’innovazione della tecnologia hanno influenzato anche il mondo dell’architettura sotto diversi aspetti. Nel dettaglio, ecco cos’è la stampa 3D e può essere utilizzata.
La stampa 3D è una tra le ultime novità all’avanguardia dell’architettura innovativa odierna. Ecco di cosa si tratta nello specifico e come funziona.
A cosa serve la stampa 3D nell’architettura?
La stampa 3D viene utilizzata nel campo dell’architettura per dare vita ai plastici architettonici virtuali. In particolare, si tratta delle tipiche rappresentazioni utilizzati dagli specialisti per fornire un modello del progetto finale prima di iniziare i lavori. Senza l’approccio virtuale, per realizzare queste tipiche rappresentazioni architettoniche venivano lavorati più materiali quali legno, cartone e ceramica e, trattandosi di un’attività manuale, si impiegava molto tempo prima della resa finale.
Di conseguenza, l’introduzione della stampa 3D all’interno di questi processi ha garantito:
- Maggiore velocità e meno spreco di tempo per la realizzazione dei plastici architettonici;
- Riportare direttamente i disegni in realizzazione 3D in modo a dir poco autentico e preciso;
- Essere più facilitati nel design più complesso e lavorato, difficile da riportare a mano;
- Ridurre i costi di lavoro.
Queste particolari stampe sono in grado di dare vita ad un plastico architettonico in appena poche ore di lavoro, magari anche durante le ore notturne così da risparmiare tempo. Inoltre, è possibile realizzare qualunque tipo di struttura, dalle piccole abitazioni e immobili ai grandi e monumentali edifici. L’obiettivo delle stampe, infine, è quello di favorire una comunicazione più efficiente possibile tra specialista e cliente, in modo da ottimizzare anche la prestazione del lavoro stesso.
Come scegliere la tipologia di stampa 3D ideale?
Al giorno d’oggi esistono diverse tipologie e varianti di stampe che, automaticamente, presentano delle caratteristiche e qualità differenti. In genere, tra le più diffuse e utilizzate, è possibile citare:
- SLA, ovvero la stereolitografia;
- FDM, ovvero la modellazione a deposizione fusa;
- SLS, ovvero la sinterizzazione laser selettiva.
Stereolitografia: come funziona?
Inventata intorno agli anni 80′, la stereolitografia si contraddistingue come la prima stampa 3D utilizzata a livello professionale e, sicuramente, una tra le più diffuse e apprezzate. Nello specifico, il modello utilizza un vero e proprio laser per effettuare la polimerizzazione della resina in stato liquido, così da renderla direttamente plastica indurita. Tra i vantaggi che contraddistinguono questo modello, è possibile citare la grande precisione di resa della plastica e anche la possibilità di godere di una finitura liscia e perfetta da verniciare. Di conseguenza, questa tipologia di stampa è ideale nel caso in cui devono essere realizzati rappresentazioni più complesse e dettagliate. Infine, un ultimo vantaggio da evidenziare in merito alla stampa è sicuramente la grande velocità di lavoro.
Modellazione a deposizione fusa: come funziona?
La stampa a modellazione a deposizione fusa, conosciuta anche con la denominazione fabbricazione a fusione di filamento, si presenta come la tipologia di stampa più diffusa e venduta. In particolare, a livello tecnico, questa tipologia di stampante è in grado di creare i modellini andando a fondere un filamento termoplastico, mentre un ugello della stampa ricrea man mano gli strati desiderati. La stampa a modellazione a deposizione fusa si presenta come l’alternativa migliore per hobbisti, per gli appassionati del settore o, magari, per le realizzazioni della fase iniziale del progetto. Se si desidera realizzare plastici dal design particolare e complesso, è bene optare per le altre due tipologie, in quanto offrono una precisione e cura più accentuata che, a livello professionale, è molto rilevante.
Sinterizzazione laser selettiva: come funziona?
La sinterizzazione laser selettiva si presenta come l’opzione più diffusa e utilizzata nelle realtà industriali. In particolare, a livello tecnico, si tratta di stampanti speciali che funzionano utilizzando un laser ad altissima potenza così da fondere le particelle di polimeri. La polvere che, invece, non si fonde, servirà per sorreggere il tutto, in modo che non saranno necessari ulteriori supporti alla struttura.
Questa tipologia di stampa si presenta come un’alternativa ideale per realizzazione complesse e dettagliate, comprese dettagli interni ed esterni o, per esempio, pareti molto sottili. Le stampanti, infatti, godono di grande efficienza riproduttiva, per cui sono in grado di ottimizzare la resa di qualunque parte strutturale del modello rappresentato.
Infine, è possibile citare anche il modello di stampa Binder Jetting, con una struttura e resa finale simile alla sinterizzazione laser selettiva. Eppure, a differenza di quest’ultima, la binder Jetting utilizza un agente legante colorato, in modo da riprodurre plastici dai colori molto accesi e realistici.