Architettura biofilica: ecco di cosa si tratta

Architettura biofilica|Architettura biofilica

Il concetto di biofilia nasce nel 1984 per merito di Edward O. Wilson. In ambito architettonico, invece, l’architettura biofilica predilige l’utilizzo di materiali e modelli naturali per mantenere una sorta di simbiosi con l’ambiente naturale circostante. Si tratta, sostanzialmente, di un concetto filosofico trasferito a livello architettonico. Da questa associazione di significati, infatti, si dà vita ad un’architettura in grado di stimolare le sensazioni positive di ogni essere umano.

Federica Barazzutti e l’architettura sostenibile

Cosa significa progettare secondo le regole della biofilia

Progettare secondo le regole della biofilia significa rispettare al massimo e cercare di implementare la naturale connessione fra l’essere umano e l’ambiente naturale circostante. L’architettura biofilica, perciò, affonda i propri principi su alcuni principali punti cardine:

  • Utilizzare materiali naturali: che si tratti di oggetti d’arredamento, di colori, di forme o di elementi di design, ciascun fattore deve richiamare lo stile naturale. Significa, in sostanza, che andranno preferite per gli oggetti, ad esempio, forme che richiamano alberi, fiori o piante. Per il design, l’oggettistica dovrà ispirarsi ad elementi quanto più naturali possibili. Così facendo, l’architettura biofilica mira ad aumentare la tranquillità dello stile di vita e ad incrementare la produttività.
  • Riempire gli spazi interni con elementi che appartengano, nel vero senso della parola, alla natura. Vuol dire, cioè, utilizzare piante o profumi che richiamino l’ambiente circostante. Questo è uno fra i principi cardine dell’architettura biofilica. All’interno di ogni abitazione, inoltre, questo concetto filosofico di architettura consiglia di ospitare animali e di ricreare i contrasti fra luci ed ombre, tipici del mondo naturale. In questo modo, si vuole favorire una stretta connessione uomo-natura.
  • Cercare di creare spazi che diano continuità fra abitazione e ambiente circostante. In questo caso, ad esempio, grandi vetrate dovranno aprire su panorami naturali. Un’altra idea potrebbe essere quella di progettare gli spazi interni delle camere, in maniera tale da renderle quasi un luogo di ritiro spirituale. Si potrebbe pensare, quindi, a stanze in penombra, simili alle grotte.

Mitosis: l’ecosistema rigenerativo biofilico ad Amsterdam

Mitosis è il seguito del progetto pilota Freebooter di Amsterdam. Si trattava, inizialmente, di una coppia di appartamenti costruiti in CLT. Successivamente, sono stati aggiunti cluster abitativi, ugualmente in CLT, che hanno dato, appunto, vita al progetto Mitosis: una serie di costruzioni prefabbricate in legno che, oltre ad ottimizzare i tempi di costruzione, riducono le emissioni di carbonio. I volumi e le planimetrie interne di Mitosis sono il frutto di specifici calcoli, effettuati simulando parametri relativi a condizioni specifiche:

  • impatto del vento
  • densità di popolazione
  • irraggiamento solare
  • indice degli spazi comuni

Gli edifici così pensati, quindi, sono in grado di crescere, evolversi ed autosostenersi. Si parla, insomma, di perfetta autosufficienza delle abitazioni. La struttura flessibile e la forma a griglia di Mitosis consente al progetto di delinearsi su scale urbane differenti: dalle case unifamiliari (da 30mq fino a un quadruplex 120mq) a cluster urbani ad alta densità ad uso misto. Questi ultimi  incorporano funzioni pubbliche fra cui strutture di  istruzione, altre dedicate al tempo libero o al benessere, fino ad arrivare ad edifici dedicati alla  vendita al dettaglio.

Architettura biofilica
Architettura biofilica: ecco di cosa si tratta- Pixabay di MabelAmber

Kengo Kuma ed il Welcome, feeling at work

Il Welcome, feeling at work è il progetto di ufficio biofilico ideato dall’architetto giapponese Kengo Kuma. Si tratta dell’ideazione di un complesso di 50.000mq, organizzato in sei strutture flessibili, ognuna delle quali con apertura verso il verde. Welcome, feeling at work, quindi, nasce come ufficio, ma apre anche a spazi di benessere e vita quotidiana come:

  • ristoranti
  • uno spazio per eventi
  • una hall per eventuali meeting
  • aree benessere

L’ufficio sarà circondato da paesaggi verdi e colline. La vegetazione, perciò, continuerà ad essere l’elemento chiave anche per questo progetto di architettura biofilica.

Khoo Teck Puat Hospital: l’ospedale biofilico di Singapore

Il Khoo Teck Puat Hospital è un ospedale di Singapore progettato da RMJM. La principale caratteristica di questa struttura biofilica riguarda l’integrazione del verde in ogni reparto, come elemento chiave. L’ospedale, infatti, si presenta come una distesa di spazi verdi. In questo caso, si attribuisce alla natura un potere benefico, grazie al quale i pazienti potranno essere aiutati nei propri percorsi di guarigione.  Il verde, inoltre, è in grado di soddisfare anche il comfort termico: grazie alle piante si crea, infatti, un microclima fresco ed un’aria più salubre. Dal punto di vista della progettazione, invece, il Khoo Teck Puat Hospital è realizzato in maniera tale da incanalare la circolazione dell’aria, riducendo l’uso di sistemi di ventilazione meccanica fino al 60%.

La sostenibilità delle utility italiane: i dati

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • L’esempio di architettura biosostenibile più conosciuto in Italia si trova a Milano. Si tratta del Bosco Verticale costruito da Boeri, nei pressi di Piazza Gae Aulenti. Bosco Verticale è stato costruito tra il 2007 ed il 2014 e si compone di due torri, sulle quali sono posizionati più di 800 alberi, in grado di regolare il microclima.
  • Nel maggio 2012, in Italia, con riferimento alla 31/2010/CE, è stata emanata la Uni/Ts 11300-4, che fissa i parametri per il calcolo del fabbisogno energetico degli edifici per la produzione di energia rinnovabile.

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