La pandemia e le conseguenti misure del lockdown hanno avuto ripercussioni significative a livello personale, sociale ed economico. Infatti, ansia e depressione sono in aumento con il Covid-19 e l’Italia è il primo Paese Europeo ad affrontare la questione.
Covid-19 e salute mentale
La pandemia di Covid-19 ha avuto un enorme impatto sulle nostre vite. Questa ha generato ansia, depressione e sentimenti di angoscia. Infatti, alcuni studi realizzati in tutto il mondo hanno dimostrato che la pandemia ha colpito la salute mentale di gran parte della popolazione. In particolare, uno studio sulla popolazione italiana, pubblicato su Scientific Reports di Nature ha indagato gli esiti personali, sociali ed economici dell’epidemia causati dal Covid-19. Pertanto, le indagini condotte in questo periodo, hanno rilevato la presenza di sintomi di ansia, depressione e stress associati a disturbi del sonno.
L’indagine sulla popolazione italiana
L’indagine sulla popolazione italiana, portata avanti da Marco Delmastro e Giorgia Zamariola, si riferisce ad un campione formato da 6.700 persone, rappresentativo dell’intera popolazione italiana. I questionari che sono stati distribuiti utilizzando i social network, a giugno 2020, hanno rilevato che si sono manifestati stati depressivi e d’ansia soprattutto tra chi ha avuto in famiglia persone ammalate di Covid-19. Inoltre, “i punteggi più alti di sintomi depressivi (e di ansia) sono stati rilevati nelle donne, nei giovani, nelle persone che incontrano incertezze professionali (perché in cassa integrazione o in disoccupazione) e negli individui con status economico meno agiato”.
Gli esiti negativi del Covid-19 per chi è in smart-working
Altre caratteristiche che hanno contribuito allo stress e al disagio mentale sono state l’imprevedibilità, l’incertezza, la serietà della malattia, la disinformazione e l’isolamento sociale. Infatti, i sintomi più aspri di depressione si sono riscontrati negli individui che vivono da soli e in quelli che non potendo uscire di casa per recarsi al lavoro, sono costretti a lavorare in smart-working. In altre parole, chi ha continuato ad andare a lavorare ha sviluppato meno i sintomi depressivi e di ansia sopracitati. Così, per gli autori della ricerca, Dalmastro e Zamariola, è necessario puntare “all’implementazione di un approccio di policy olistico che consideri la salute sia fisica che mentale degli individui”.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Claudio Mencacci, ex presidente della Società Italiana di Psichiatria, ha affermato che quella che stiamo affrontando da qualche mese a questa parte dopo la diffusione del covid-19 è una “sindemia”: una patologia che non è solo sanitaria, ma anche economica e psicologica, legata ai modelli di vita, alle funzioni della cultura e delle nostre relazioni.
- Nell’ultimo anno ansia e depressione sono cresciuti in maniera esponenziale nella popolazione italiana, con percentuali che sono salite di oltre il 30%.
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