Una semplice domanda: gli utensili da cucina in pietra, come quelli creati dalla designer Amalia Shem Tov, possono rappresentare la nuova frontiera delle preparazioni culinarie sane e rigeneranti?
Certamente sì, perché una cucina può dirsi rigenerante non solo per la qualità degli ingredienti impiegati, ma anche, e in modo non trascurabile, per il metodo con il quale l’alimento viene lavorato: questa è esattamente l’idea che ha guidato Amalia Shem Tov nella creazione dei suoi utensili da cucina in pietra, espressioni del progetto ROOTS.
Quando parliamo di «metodo con il quale l’alimento viene lavorato», non intendiamo porre l’attenzione sulla salubrità di un determinato processo di cottura o della miscelazione di certi ingredienti; no, nulla di tutto questo.
A noi, del processo di lavorazione dei cibi, e Amalia Shem Tov, con le sue creazioni, sembra suggerire proprio questo (qui di seguito il link per il suo sito, che vi consigliamo di visitare: https://www.amaliashemtov.com/), interessa l’aspetto unicamente gestuale e rituale, quella ordinata reiterazione di pratiche semplici e ancestrali che, nel loro svolgersi, sembrano connettere l’uomo alla propria più vera e genuina dimensione.
Poche altre attività, infatti, hanno la stessa valenza della preparazione rituale dei cibi: la corsa, le escursioni ed il nuoto, ad esempio, sono tutte pratiche rigeneranti, in quanto, aumentando la ricezione degli input ambientali, permettono al nostro organismo di sentirsi, percepirsi e, dunque, di godere appieno della propria forza e perfezione. Ecco perché dovremmo imparare a ritagliare dei “brandelli” di tempo da dedicare a simili attività…a noi stessi, in definitiva.
Come appena accennato, cucinare può realmente apportare dei benefici al nostro corpo, ma tale pratica, se avvicinata con gli utensili adeguati, potrebbe addirittura divenire quasi ascetica: proprio a un simile benefico stato, infatti, intende guardare l’utensileria in pietra che, grazie all’intelligente intuizione di Amalia Shem Tov, strizza l’occhio ai primi attrezzi da cucina creati dall’ingegno umano.
Tre, per ora, le “ancestrali” creazioni di Amalia Shem Tov: una macina per cereali, un mortaio e le pietre da cottura.
La macina
Perché mai utilizzare una macina se, di questi tempi, disponiamo di un’infinità di tipologie di farine già pronte all’uso?
Perché, e qui ci ricolleghiamo a quanto precedentemente già accennato, ciò che realmente conta per Amalia Shem Tov è l’atto insito nella macinazione della farina, quel semplice gesto in grado, con immediatezza e naturalità, di farci dialogare con il chicco di grano, uno dei più grandi risultati dell’intelligenza umana applicata all’agricoltura.
L’unicità di questa macina non è di essere solo incredibilmente bella e armonica da vedere, ma di saper combinare, in modo assolutamente spontaneo e diretto, le antiche tecniche con le nuove tecnologie.
Il mortaio
Diciamocelo pure, in Occidente non è mai esistita un’epoca tanto “speziata” come la nostra: cumino, curry indiano, curry thailandese, paprika dolce, paprika piccante, zenzero, curcuma fieno greco e…chi più ne ha più ne metta; oramai è possibile ripercorrere l’intera via delle spezie in una semplice corsia del supermercato o in un qualunque negozio di alimentari.
Tutte le spezie si trovano già polverizzate, ma la maggior parte di esse possono essere acquistate integre e ancora da macinare: il che è davvero una fortuna, dal momento che le spezie appena triturate esprimono appieno le proprie qualità organolettiche.
Il mortaio pensato da Amalia Shem Tov, qualora fossimo degli abituali consumatori di spezie, oltre che amanti di una vita sana, potrebbe non solo tornarci utile, ma essere addirittura vitale.
Il mortaio della serie ROOTS, che in nulla assomiglia a quello classico e a noi tutti noto, trae origine da una mente, quella di Amalia Shem Tov, che si diletta nell’andare in cerca d’ispirazione in ambienti semplici e ancestrali, della stessa età dell’uomo: ecco perché la forma con la quale si presenta questo utensile è tanto essenziale e minimale, quanto sorprendentemente pulita.
Le pietre da cottura
Quelle che qui chiamiamo pietre da cottura, e che non sapremmo nominare altrimenti, sono in realtà un utensile da cucina realizzato in pietra di Yarka (come il mortaio e la macina) che, nelle intenzioni di Amalia Shem Tov, dovrebbe imitare la cottura con il fuoco all’interno di un ambiente asettico e moderno come quello delle cucine moderne.
Il funzionamento è incredibilmente semplice: dopo aver trascorso qualche minuto in forno, le pietre da cottura possono essere in ultimo rimosse per cuocervi, adagiandolo sopra di esse, il pane che, magari, potremmo anche avere impastato utilizzando la farina da noi macinata.
Le configurazioni ottenibili con le pietre da cottura sono due: piatta e a piramide, adatte, rispettivamente, per tenere in caldo gli alimenti o per cuocere il pane sottile.
Le creazioni di questa giovane designer israeliana, e non ci riferiamo solo agli utensili da cucina in pietra dei quali vi abbiamo parlato, colpiscono e inducono al desiderio non solo perché semplicemente attraenti e belle (chi ci legge avrà capito l’apprezzamento da noi rivolto alla semplicità del vocabolo “bello”), ma soprattutto perché incredibilmente essenziali e dirette a soddisfare nel migliore dei modi i bisogni elementari dell’uomo.
Le idee migliori non sono quelle eccessivamente complesse, ma quelle che aderiscono nel modo più sincero e genuino alla nostra natura di uomini: Amalia Shem Tov, progetto dopo progetto, sembra non stancarsi mai di ricordarcelo.