Africa in fiamme: oltre 10mila incendi in una settimana

Africa in fiamme|fuoco

Un altro disastro ambientale sta colpendo il nostro pianeta, dopo quelli in Amazzonia e in Siberia. Dal 21 agosto, si sono documentati oltre 6.902 incendi in Angola e 3.395 incendi nella confinante Repubblica Democratica del Congo.

Africa in fiamme: oltre 10mila incendi stanno soffocando la fascia centrale. I roghi, alimentati dalla savana e parte della foresta pluviale del bacino del Congo, stanno velocemente indebolendo il secondo polmone del pianeta. Una notizia tragica visti i danni ambientali conseguenti agli incendi in America Latina e in Siberia. L’area africana interessata, riesce a immagazzinare oltre 115 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno. L’equivalente delle emissioni di combustibili fossili che gli Stati Uniti produce nell’arco di più di un decennio.

L’incendio delle savane è una pratica di deforestazione molto diffusa nel continente africano. Viene comunemente chiamata “taglia e brucia”, serve storicamente ai contadini del luogo per avere nuove terre coltivabili. Inoltre, con i cambiamenti climatici in atto, la pratica degli incendi è ulteriormente cresciuta. Infatti, parte dei terreni agricoli sono diventati incoltivabili o sterili. In più, si deve sommare a questa situazione, anche l’interesse delle aziende straniere per i suoli africani. Si stima che un quarto della superficie forestale del bacino del Congo (50 milioni di ettari) appartenga già a società multinazionali che deforestano per scopi economici.

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shutterstock Di Harry Beugelink

Africa in fiamme: oltre 10mila incendi in una settimana

Martina Borghi, responsabile della Campagna Foreste di Greenpeace Italia, ha lanciato un appello: “Facciamo presto. In Siberia e Amazzonia sono mancati interventi tempestivi e gli incendi hanno assunto proporzioni drammatiche. Chiediamo ai governi dei Paesi del bacino del Congo di adottare misure adeguate per impedire che le fiamme dalla savana si diffondano nella foresta”. Secondo la Borghi: “È necessario porre fine a tutte le attività industriali che minacciano questa preziosa foresta: se non proteggiamo le foreste, non saremo in grado di affrontare la crisi climatica che stiamo attraversando”. Conclude ponendo attenzione ai retroscena economici dei Paesi in questione: “Invece di dare concessioni a multinazionali che traggono profitto dalla distruzione delle foreste, i diritti di gestione delle foreste devono essere trasferiti alle popolazioni indigene, nel rispetto delle loro conoscenze tradizionali e degli standard ambientali”.

 

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