Abitanti non accompagnati: il caso dei minori stranieri sbarcati in Sicilia

Le coste della Sicilia sono ormai quotidianamente lo scenario delle drammatiche vicende delle migrazioni nel Mediterraneo. L’isola, difatti primo territorio italiano sulla rotta dei migranti, si trova a gestire in prima linea questa emergenza umanitaria, attraverso servizi di assistenza legale, psicologica e sanitaria. Nei notiziari si parla soprattutto di arrivi, di sbarchi e di prima accoglienza ma cosa succede dopo l’approdo? In particolare, vogliamo concentrarci sul caso dei minori non accompagnati, vale a dire minori stranieri che si trovano in Italia privi di assistenza e rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti legalmente responsabili per loro.

Ogni mese la Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione elabora e pubblica sul sito del Ministero del Lavoro un report sulla situazione dei minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio italiano. Un report fatto di numeri e tabelle che offre un quadro nitido e tangibile della situazione di netto divario esistente tra le regioni della nostra penisola nella ripartizione dei minori. Non sorprende, forse, che a guidare la classifica delle regioni sia proprio la Sicilia, dove si concentra ben il 43,3% dei minori non accompagnati, stando ai dati del mese di giugno 2018. A seguire c’è la Lombardia con appena il 7,5% e poi la Regione Lazio con il 7,0%. Scendiamo più nel dettaglio e trasformiamo le percentuali, che a volte possono sembrare molto astratte e perciò insoddisfacenti, in numeri. Dunque, i minori non accompagnati presenti in Sicilia sono 5.699, di cui la maggior parte è di sesso maschile e ha 17 anni di età; sono 385, invece, i ragazzi fra i 7 e i 14 anni e 58 quelli di età compresa fra 0 e 6 anni.

Approfondendo la situazione del territorio regionale siciliano, scopriamo che la disomogeneità non esiste solo a livello nazionale, ma anche regionale. Messina è la città che ospita il maggior numero di ragazzi, con il rapporto di un minore non accompagnato ogni 288 residenti mentre a Palermo ne è presente uno ogni 1587. Più sorprendente, però, è la situazione dei piccoli comuni, dove il rapporto diventa un minore ogni circa cento residenti. È il caso di Caltagirone, in provincia di Catania, che ospita un minore non accompagnato ogni 134 abitanti o di Aragona, dove il rapporto è di uno ogni 117 residenti.

Come interpretare questi dati? Parafrasando le parole del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza del Comune di Palermo, Lino D’Andrea, i comuni più piccoli non possono garantire un numero adeguato di tutori volontari, precludendo ai minori possibilità di inclusione e negando loro il diritto allo studio. Appare quindi evidente la necessità che le istituzioni collaborino per garantire una distribuzione equa dei minori per far sì che vengano garanti loro i diritti che gli spettano, adeguate condizioni di vita e reale possibilità di integrazione.

Ada Maria De Angelis

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