Affitti più cari d’Italia: così il canone si mangia metà busta paga. La classifica delle città

Affitti più cari d'Italia così il canone si mangia metà busta paga. La classifica delle città|affitti cari italia

Affitti cari in Italia: il peso crescente dei canoni di locazione

Negli ultimi anni, il mercato degli affitti ha visto un significativo aumento dei canoni, soprattutto nelle grandi città italiane. Secondo l’analisi di Il Sole 24 Ore, il peso del canone libero sul reddito medio è salito al 35,2% nel 2024, registrando un incremento di 3,2 punti percentuali rispetto al 2018. In sei capoluoghi, questa percentuale supera addirittura il 40%, con punte del 46,5% a Firenze, 41,5% a Roma e 40,2% a Bologna. Milano si attesta al 37,4%.

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Il benchmark ideale degli affitti cari sul reddito in Italia

L’analisi suggerisce che la quota di spesa per l’affitto non dovrebbe eccedere il 25-30% del reddito mensile. Tuttavia, i dati evidenziano una realtà ben diversa, con canoni di locazione proporzionalmente molto più elevati di quanto sarebbe considerato sostenibile. Questo squilibrio è stato recentemente sottolineato da Emanuele Orsini, neopresidente di Confindustria, che ha proposto un piano casa mirato ai giovani per mitigare queste difficoltà.

Canone concordato vs. canone libero

Il canone concordato, benché meno oneroso, con una media del 29% sul reddito, trova applicazione limitata. Per essere vantaggioso per il locatore, l’affitto deve essere almeno l’85% di quello che si otterrebbe a canone libero. La convenienza del canone concordato si giustifica grazie a benefici fiscali come una cedolare secca al 10% anziché al 21%, oltre a una riduzione di un quarto dell’IMU.

Confronto con i mutui

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Nel confronto con i mutui, le banche stabiliscono limiti rigorosi sul rapporto tra rata del mutuo e reddito dell’acquirente per garantire la sostenibilità del finanziamento. D’altro canto, i proprietari di immobili preferiscono non affittare se non sono sicuri dell’affidabilità economica dell’inquilino, orientandosi verso alternative più redditizie come gli affitti brevi.

Analisi del Sole 24 Ore sulle città

L’insostenibile peso dei canoni di locazione è al centro dell’ultima analisi del Sole 24 Ore, che mette a confronto l’andamento delle retribuzioni da lavoro dipendente con i canoni di locazione sui mercati libero e concordato. I dati salienti mostrano che in sei capoluoghi il carico del canone libero supera il 40%, con Firenze in testa. Questo problema è exacerbato dalla prevalenza degli affitti brevi in città come Firenze.

Caso Firenze: il boom degli affitti brevi

Firenze si distingue per l’elevato peso degli affitti sul reddito e per un’alta proporzione di immobili dedicati agli affitti brevi. È importante trattare questi dati con cautela, considerando la possibile presenza di un mercato sommerso non rilevabile dall’Agenzia delle Entrate.

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Incompatibilità tra canoni e redditi

L’analisi dei canoni medi mensili mostra un divario significativo tra le richieste di affitto e i redditi disponibili, specialmente per i giovani. A Milano, per esempio, il canone medio mensile per una casa di dimensioni standard è di 1.629 euro, una cifra ben al di sopra di quanto la maggior parte dei giovani può permettersi senza il sostegno finanziario di famiglia o risparmi. Questo spinge molti a preferire l’acquisto di immobili con mutui piuttosto che affrontare canoni elevati.

Onere insostenibile per molti abitanti

Gli affitti elevati nelle città italiane stanno diventando un onere insostenibile per molti, consumando una porzione significativa del reddito mensile che va ben oltre le soglie di sostenibilità raccomandate. È fondamentale per le politiche pubbliche intervenire con misure che possano riequilibrare il mercato degli affitti, offrendo soluzioni accessibili soprattutto ai giovani e ai lavoratori dipendenti, per garantire una gestione più equa e sostenibile del mercato immobiliare urbano.

Per approfondimenti: https://www.ilsole24ore.com/art/affitti-piu-cari-sale-peso-redditi-dipendenti-fino-46percento-capoluoghi-AGFBoAY

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