Effetto guerra: il futuro è delle energie rinnovabili

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Gli effetti della guerra sull’energia

Effetto guerra: il futuro è delle energie rinnovabili – La crisi energetica provocata dalla guerra tra Russia e Ucraina rischia di travolgere la transizione ecologica.

Ad oggi, per 3 italiani su 4, il caro energia è una conseguenza della guerra. L’81% crede nelle rinnovabili e solo il 41% nel nucleare.

Infatti, l’invasione dell’Ucraina potrebbe accelerare la transizione energetica. Oppure potrebbe innescare l’utilizzo di alcune fonti inquinanti che sembrava stessero per essere abbandonate, come carbone e nucleare.

La situazione energetica europea

La guerra tra Russia e Ucraina ha reso ancora più evidente la dipendenza energetica dell’Europa dal gas russo. L’Europa importa circa il 40% del suo fabbisogno di gas dalla Russia e nel 2021 il 26% di queste forniture è passato attraverso l’Ucraina, corridoio privilegiato del gas dalla Siberia alla UE.

Secondo i dati ISPI 2022, l’Italia è, tra i Paesi europei, quello che fa più ricorso al gas naturale come fonte energetica (è il 42,5% del mix energetico nazionale). Molto più di Francia (17%) e Germania (26%), le quali possono però contare la prima sul nucleare, e la seconda sul carbone e su un parco di rinnovabili più avanzato di quello italiano.

In particolare, l’Italia consuma all’anno tra i 70 e gli 80 miliardi di metri cubi di gas metano, di cui più di un terzo è importato dalla Russia. Pertanto, l’Italia è, insieme alla Germania, uno dei Paesi europei più vulnerabili a un’eventuale interruzione delle forniture di gas dalla Russia.

Così, per quanto Bruxelles stia concentrando i suoi sforzi sulle sanzioni alla Russia, sugli aiuti all’Ucraina e sulla ridefinizione delle sue politiche energetiche, è necessario mettere fine a questa folle guerra e aumentare la resilienza dell’Unione Europea.

Guerra energie rinnovabili
Effetto guerra: il futuro è delle energie rinnovabili – shutterstock foto di Nguyen Quang Ngoc Tonkin

Il futuro delle energie rinnovabili

Il climate change sembra essere passato in secondo piano. Infatti, oggi l’attenzione del mondo occidentale sembra sia più concentrata sul fattore Russia. Colpita, quest’ultima, da una raffica di declassamenti sul versante dei rating di sostenibilità.

Tuttavia, c’è ancora futuro per le energie rinnovabili. Infatti, nel report di State Street Global Advisors dal titolo «ESG Implications of the Russia-Ukraine War», è riportato che l’invasione della Russia in Ucraina aiuterà i combustibili fossili solamente nel breve periodo. I Paesi dipendenti da gas e petrolio russo per uscire da questa situazione nel minor tempo possibile, incentiveranno gli investimenti nelle energie rinnovabili.

Le decisioni dell’Unione Europea

Alcune delle più importanti decisioni dell’Unione Europea sono state prese durante il summit del Consiglio europeo a Versailles.

In questo momento, al centro delle preoccupazioni europee, oltre al rischio di un attacco nucleare, c’è in primis il tema energetico. Pertanto, la risposta alla situazione energetica è fondata su:

  • diversificazione energetica
  • tetto ai prezzi del gas
  • indipendenza del mercato dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili dal mercato del gas
  • tassazione degli extra profitti delle società elettriche.

Inoltre, anche l’Italia è chiamata ad assolvere ai bisogni finanziari dell’Unione Europea per rispettare gli obiettivi di clima, di difesa e una politica dell’energia rinnovabile.

Secondo i calcoli della Commissione il fabbisogno finanziario è da 1,5 a 2 e più trilioni di euro nei prossimi 5-6 anni. Questo per rispettare gli obiettivi climatici dell’Agenda 2030 e gli accordi sottoscritti nella Nato.

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La soluzione nel lungo periodo

Per emanciparsi dal potere energetico russo e contrastare la crisi climatica la soluzione nel lungo periodo è solo una. Quella ridurre l’utilizzo del gas naturale e realizzare la transizione verso le energie rinnovabili. Dopo l’occasione mancata della pandemia potrebbe essere questa la spinta giusta per rispettare gli obiettivi ESG e il Green Deal, il piano per rendere l’Europa un continente a emissioni nette zero entro il 2050.

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Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • Il gas naturale è un combustibile fossile composto per il 90% da metano (CH4) e per la parte restante da una miscela di idrocarburi e altri gas (azoto, propano, butano, CO2). Tuttavia, non è una fonte di energia pulita. Il metano è un gas serra che nei primi 20 anni dal suo rilascio ha un potere di intrappolare calore 80 volte più alto di quello dell’anidride carbonica, anche se rispetto alla CO2 sopravvive meno a lungo in atmosfera (una dozzina d’anni anziché centinaia).
  • L’Europa si sta muovendo per aumentare l’acquisto di gas naturale liquefatto (GNL o LNG, dall’inglese liquefied natural gas) dai principali produttori che nel 2020 sono stati Stati Uniti, Qatar e Australia.
  • Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), i costi stellari di gas e carbone potrebbero spingere a un riutilizzo delle centrali a carbone europee appena chiuse o destinate a chiusura, o a all’uso di combustibili fossili alternativi (come il petrolio) nelle centrali termoelettriche esistenti.

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