Quando si parla di case autosufficienti ci si riferisce ad abitazioni che riescono a soddisfare in modo del tutto autonomo l’approvvigionamento energetico, senza bisogno di collegarsi alla rete elettrica. L’energia deriva quindi da fonti rinnovabili, eolico e solare in primis e da una progettazione attenta e mirata a soddisfare tutti i requisiti della bioedilizia.
Quali caratteristiche devono avere le case autosufficienti
Un’abitazione autosufficiente è a tutti gli effetti una casa ecologica, la cui caratteristica principale è proprio quella di non dipendere da un apporto energetico esterno. Per il fabbisogno energetico queste costruzioni si appoggiano a fonti di energia rinnovabili.
Sono anche dette case off grid e la loro costruzione poggiano le basi sui principi della bioedilizia e sulle teorie portate avanti da Michael Reynolds. Architetto americano. che nel 1971 diede vita alla prima casa autosufficiente: la Earthship.
Così come l’energia che deve essere prodotta in modo autonomo, anche per l’ approvvigionamento di acqua arriva in modo sostenibile. Ovvero attraverso un pozzo o con l’acqua piovana che ovviamente deve essere depurata. La si raccoglie nel tetto e poi viene convogliata in una cisterna di raccolta. Una volta filtrata e trattata l’acqua può essere usata sia per alimentare il sistema termico che usata per la doccia o per lavare piatti. L’acqua può anche essere potabilizzata e consumata o usata per le coltivazioni domestiche che assicurano la produzione di cibo.
Dotate di sistemi termici a energia zero, indipendenti dal punto di vista dell’approvvigionamento idrico ed energetico, queste abitazioni sono interessanti anche dal punto vista architettonico. Essendo costruite con materiali e tecniche di costruzione speciali, hanno strutture ecosostenibili e utilizzano spesso materiali naturali. Ma si usano anche i materiali riciclati importanti perché hanno un’impronta di carbonio negativa ed evitano la produzione di nuovi materiali. Come i pneumatici che riempiti di terra che possono diventare muri portanti o bottiglie e lattine che si possono usare per i muri divisori.
Le case autosufficienti in Italia
Una casa autosufficiente costruita sulla base di questi principi ha un costo medio che va dai 7000 ai 10000 euro. Ma i progetti più sofisticati possono arrivare avere costi maggiori di circa 1000 euro a metro quadro. Questo tipo di costruzione però porta un notevole risparmio sulle utenze. Valore stimato intorno a circa 4-5.000 euro l’anno.
In Italia, ad oggi le case autosufficienti non possono essere realizzate. Questo a causa dei regolamenti che vincolano il concetto di abitabilità e la dipendenza alla rete.
Nel nostro paese sono invece più diffuse le case passive. Costruzioni realizzate con criteri precisi, che consentono di limitare il consumo di energia. Generalmente costruite in legno e alimentate con pannelli solari.
Altra cosa che si può fare nel nostro paese è rendere più possibile autonoma e sostenibile una casa esistente. I punti chiave su cui agire sono l’eliminazione degli sprechi energetici (che si ottiene ad esempio con un buon isolamento e nuovi infissi ad alte prestazioni) . La sostituzione di elettrodomestici con quelli in classe energetica A++ o superiore, l’ottimizzazione degli impianti e l’installazione di fotovoltaico geotermico o eolico per produrre energia. Impianto che va scelto in modo attento. Valutando la posizione della casa, l’esposizione, la presenza o meno di calore sotterraneo, la ventosità. Ma soprattutto, il fabbisogno energetico della famiglia.
Case Passive in Italia: la lista completa dove andare a vivere in autosufficienza
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Earthship è la prima casa off-grid, totalmente autosufficiente realizzata nel 1988 a Taos, nel New Mexico. Costruita sostituendo integralmente i materiali solitamente utilizzati per l’edilizia e bioedilizia con lattine di birra, bottiglie di vetro e pneumatici.
- Stando al Rapporto Edilizia in Legno 2021 realizzato dal Centro Studi di FederlegnoArredo per Assolegno nel nonostante il -15% registrato dal comparto industriale edile nel primo anno di pandemia, la bioedilizia è riuscita a consolidarsi con una quota di mercato pari al 7% dei permessi per costruire (in linea con il 2019) . Con un turnover pari a 1,39 miliardi di euro, registrando un +3% rispetto al 2019.
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