Lucrezia Roncadi, coordinatrice del progetto Manigolde, racconta ad Habitante la moda sostenibile

Lucrezia Roncadi coordinatrice del progetto Manigolde|Lucrezia Roncadi coordinatrice del progetto Manigolde|Lucrezia Roncadi coordinatrice del progetto Manigolde|Lucrezia Roncadi coordinatrice del progetto Manigolde

La crisi globale sta portando alla luce il lato oscuro dell’industria dell’abbigliamento, per questo è giunta l’ora di cambiare questo sistema. Lucrezia Roncadi è la giovanissima coordinatrice del progetto Manigolde, la sartoria sociale di Mani Tese, nata a Finale Emilia non molto tempo fa. Oggi racconta ad Habitante la moda sostenibile e la sua esperienza nei confronti della fast fashion, per il ritorno ad una moda “lenta” e di qualità.

In Europa aumentano i fondi per la sostenibilità

Manigolde, la sartoria sociale di Mani Tese è nata a Finale Emilia nel 2019. Ciò nonostante, nel giro di pochi anni, grazie alla sperimentazione di nuovi metodi produttivi sartoriali, ha acquisito sempre più importanza e visibilità, diventando un progetto di successo che ha conquistato sempre più persone. Da coordinatrice di progetto cos’è per lei Manigolde e perché è importante per la società?

Per me Manigolde è un insieme di tante opportunità, oltre ai capi d’abbigliamento è un percorso fatto di attenzioni e cure per le persone. Mi ha dato la possibilità di confrontarmi con competenze e fragilità differenti e imparare grazie alla tutor e alle volontarie il processo di produzione sartoriale. Manigolde sul territorio collabora con istituzioni e associazioni locali allo scopo di inserire in percorsi formativi persone con difficoltà. Con queste iniziative ci impegniamo a dare valore alle idee e alle competenze di ognuno rispettando i ritmi del singolo.

Lucrezia Roncadi coordinatrice del progetto Manigolde
Lucrezia Roncadi coordinatrice del progetto Manigolde – foto di Andrea Sacchetti concessa da Manigolde
La moda sostenibile risulta essere ancora oggi un argomento di difficile comprensione. Infatti, la consuetudine è la fast fashion. Nonostante sia un’abitudine comune, in pochi sanno realmente cosa sia. A tal proposito, per riuscire a sensibilizzare quante più persone possibili, grazie alla collaborazione tra Mani Tese, Istituto Oikos Onlus e Stefano Girardi, Manigolde ha partecipato al film documentario “Storie di una moda possibile”. Ci racconti di più su quest’esperienza e come il film ha cambiato Manigolde.

Manigolde è nata all’interno di Mani Tese Finale Emilia per recuperare parte delle tonnellate di abiti donati all’emporio solidale e sensibilizzare le persone ad un acquisto consapevole e sostenibile. L’esperienza del film documentario ha permesso al nostro progetto di trasmettere a sempre più persone il concetto che oltre alla fast fashion si ha sempre il potere di scegliere. Ognuno di noi deve impegnarsi a ricercare brand che rappresentino se stessi, sia dal punto di vista dello stile che della sostenibilità. Non ci stancheremo mai di dire che un’altra moda è possibile!

Lucrezia Roncadi coordinatrice del progetto Manigolde
Lucrezia Roncadi coordinatrice del progetto Manigolde – foto concessa da Manigolde
Manigolde non è solo una semplice sartoria, è un movimento in continua evoluzione, che crea energia e bellezza. Non a caso il motto è Ricicla, ritaglia, ricuci, rimani con il quale lo scorso 8 luglio 2020, sono state presentate le 2 collezioni rappresentative del progetto. Due linee caratterizzate da capi unici realizzati in tempistiche sostenibili nel rispetto del lavoro. I due diversi cartellini, Rimani e Emani corrispondono a particolari tipi di lavorazioni. Quali e qual è il suo preferito?

A seconda del tipo di donazione le collezioni sono improntate su due processi ben definiti: l’upcycling e il refashion. La collezione Emani si basa sul processo di upcycling, ovvero il riutilizzo creativo di materiale di risulta, proveniente dalla lavorazione di materia prima, per creare un prodotto di maggiore valore. Il materiale deriva da pezze di tessuto di rimanenza di privati e aziende, destinate al macero, e grazie al prezioso lavoro di Manigolde, dal cartamodello al taglio del tessuto fino al confezionamento prende nuovamente forma. Invece, la collezione Rimani, si basa sul concetto di refashion di capi originariamente donati all’emporio di Mani Tese Finale Emilia. Questi sono rimodellati e rinnovati secondo la creatività Manigolde.

Tra le collezioni non so scegliere. Entrambe hanno le loro caratteristiche; un capo Emani si distingue per le sue linee semplici, ha il vantaggio di avere lo sviluppo taglia e dà la possibilità di scegliere il tessuto con cui confezionarlo. Mentre un capo Rimani, permette di reinventarne uno già esistente che presenta difetti o che semplicemente è passato di moda. Questo lo si può fare anche con i capi inutilizzati che giacciono nel nostro armadio oppure con il recupero di materiali insoliti come tovaglie e coperte.

Lucrezia Roncadi coordinatrice del progetto Manigolde
Lucrezia Roncadi coordinatrice del progetto Manigolde – foto concessa da Manigolde
Dalla nascita di Manigolde si è innescato nel territorio emiliano un cambiamento positivo. Ciò, non solo grazie all’attuazione di pratiche virtuose e sostenibili nel mondo della moda, come alternative alle conseguenze disastrose della fast fashion, ma anche grazie a nuovi modelli di business che contemplano l’integrazione e l’inclusione sociale. Infatti, Manigolde ha implementato collaborazioni con più aziende del tessuto emiliano secondo i principi d’economia circolare. La produzione di capi d’abbigliamento e accessori a partire dagli scarti dell’azienda Mantovanibenne, che si occupa di meccanica pesante, è un’idea da prendere d’esempio per una moda zero waste. Cos’altro bolle in pentola?

A settembre durante il periodo del Festival della Filosofia a Modena presenteremo il progetto Ricucire il futuro” presso lo Spazio F di Fondazione di Modena. Questo è un progetto ponte tra Italia e Guinea-Bissau che intende favorire l’autonomia socio-economica di donne vittime di violenza. Queste ultime riceveranno una formazione sartoriale tenuta dalla responsabile della sartoria Renascer Alfaiataria di Antula. Allo stesso tempo, allestiremo uno spazio vendita in collaborazione con un’associazione modenese. La collaborazione con Mantovanibenne continua. Infatti, stiamo entrando in contatto con diverse realtà, che pian piano si avvicinano al tema. Per esempio, con Casoni Liquori abbiamo realizzato, con materiali di recupero, i grembiuli per i loro bartender. Per di più, si sono interessati al tema anche diversi commercianti, sia dal mondo del benessere, che da quello della ristorazione e dell’abbigliamento, che hanno commissionato a Manigolde la realizzazione di capi e accessori personalizzati.

Le iniziative sostenibili nel mondo: ManiGolde, la sartoria sociale di Mani Tese

Un ringraziamento speciale a Lucrezia Roncadi, per averci dedicato il suo prezioso tempo.

Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?

  • L’Italia è in terza posizione tra i principali esportatori mondiali di prodotti tessili. Il settore tessile contribuisce al saldo della bilancia commerciale italiana per circa 25 miliardi di euro.

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