Si sa che l’industria tessile è altamente inquinante. Cerchiamo però di entrare nel merito di questa affermazione per capire quali sono i problemi ambientali del settore tessile.
Da dove iniziano i problemi ambientali del settore tessile
Secondo il WWF, più di metà delle aziende controllate non ha adottato alcuna misura per contribuire a contrastare i problemi di inquinamento. Il settore emette 1,7 miliardi di tonnellate di anidride carbonica all’anno e molte imprese utilizzano ancora molte materie prime non sostenibili e non si servono del riciclaggio. Consumano inoltre eccessive quantità di acqua che viene molto inquinata. Secondo il WWF quindi, solo poche aziende impiegano strumenti scientifici e applicano idonee misure per una solida gestione ambientale all’interno dell’impresa.
L’industria dev’essere sostenibile: non solo l’abbigliamento ma anche l’arredamento. Il tessile deve quindi includere l’aspetto:
- Biologico
- Ecologico
- Etico
- Equo solidale
- Vegan
- Ecosostenibile
- ZeroWaste
Un settore poco sostenibile
Bisognerebbe imparare a scegliere tessuti non trattati con pesticidi e altre sostanze tossiche. Purtroppo spesso, anche se il tessuto utilizzato non è biologico, lo si classifica ecologico con certificazioni tessili che ne attestano una produzione a basso impatto ambientale.
Ci sono comunque sostanze tossiche che si conoscono poco e che sono contenute nei tessuti con frequenza. Tra queste:
- Ammine aromatiche: bandite in Europa a partire da inizio anni novanta ma che spesso si ritrovano. Si tratta di 24 composti cancerogeni regolamentato nella maggior parte del mondo.
- Alchilfenoli etossilati: tensioattivi usati fino al 2007 in maniera massiva e inquinanti per la fauna acquifera. Regolamentati solo in Europa.
- Metalli pesanti: dovuti alle tinture e/o alle vie di conservazione delle fibre.
- Dimetilfumarato: forte antimuffa per preservare le fibre naturali. È un forte allergizzante.
- Clorofenoli: rientrano nella famiglia dei biocidi/pesticidi. Proprio per questa funzione possono trovarsi su fibre naturali in particolare cellulosiche. Talvolta sono scorie di produzione di taluni coloranti.
- Ftalati: usati come plastificanti per PVC (danno morbidezza allo strato in PVC). Regolamentati in Europa, in America e Cina.
- Coloranti: allergenici e/o cancerogeni, regolamentati solo in Europa.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Secondo le previsioni, la richiesta tessile continuerà a crescere arrivando a 102 milioni nel 2030. Di conseguenza, secondo le stime aumenterà l’inquinamento e i rischi per l’ambiente.
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