Una postazione lavoro ergonomica è fondamentale sia che si lavori da casa che in ufficio, condizione che garantisce al corpo oltre a una postura corretta anche sicurezza e comfort.
I requisiti per una postazione lavoro confortevole passano dalla scelta e posizionamento della scrivania, dal tipo di seduta e da una corretta illuminazione. Aspetti essenziali, che a lunga andare sulla nostra salute fanno davvero la differenza. Poiché altrimenti si possono rischiare un elevato numero di patologie che non riguardano solo le articolazioni.
Requisiti per una postazione lavoro ergonomica
La normativa sulla sicurezza sul lavoro, all’art. 15 del D. Lgs. N. 81/08, prevede il rispetto dei principi ergonomici, con l’obiettivo ultimo di ridurre eventuali effetti negativi sulla salute che possono derivare da un lavoro monotono e ripetitivo.
Ecco quindi che per una postazione confortevole e sicura in ufficio, si richiede innanzitutto che si lavori con la schiena in posizione eretta. Per farlo bisogna optare per sedie da lavoro regolabili in altezza e adattabilità alle esigenze personali di ognuno. Come la maggior parte dei modelli da ufficio la sedia da lavoro, dovrebbe essere dotata di braccioli fissi o regolabili imbottiti per dare il massimo comfort durante la seduta.
Poiché oggigiorno si lavora al computer uno degli aspetti di cui tenere conto per una postazione ergonomica è la posizione dello schermo. Per la sicurezza il monitor dovrebbe essere posto in posizione parallela agli occhi.
La scrivania deve avere dimensioni adatte e sufficienti per ospitare sia il computer ma anche per scrivere o leggere un testo. La profondità del top è importante perché solo così si garantisce la giusta distanza tra viso e computer.
Il D.M. 2 ottobre 2000 da indicazioni anche su tutte le caratteristiche della scrivania compreso il colore che dovrebbe essere di chiaro, per favorire una corretta illuminazione dell’ambiente circostante. Possibilmente un colore diverso dal bianco e soprattutto non riflettente.
L’illuminazione infatti è un’altra componente importante. La luce naturale va sfruttata al massimo ma va anche gestita in modo che non infastidisca e riflettendo sullo schermo.
Per questo lo schermo non dovrà mai essere posizionato di fronte alla finestra, meglio se proviene da dietro lo schermo o lateralmente.
Per l’illuminazione artificiale si scelgano lampade da scrivania con una luce neutra e con un colore simile a quello della luce naturale. Il fascio luminoso non dovrà mai piovere sullo schermo dall’alto, né sovrastare la testa.
Una postazione ergonomica in casa
Anche lavorando da casa, se non si ha una postazione adeguata, si possono avere problemi di salute, sia per quello che riguarda la postura che la vista. Per evitare di assumere una postura scorretta e di affaticare gli occhi non bastano una scrivania, una sedia e un lampada. Un angolo ufficio deve essere sempre ergonomico e confortevole e garantire un’illuminazione sufficiente.
Anche nell’ufficio domestico è importante non irrigidire il corpo. Quindi nel caso lavoriate con un notebook, procuratevi uno schermo separato da collegare al laptop oppure posizionatelo rialzato e collegato a una tastiera senza fili.
Per quanto riguarda gli arredi valgono le stesse regole dell’ufficio, sia per la seduta che per il piano di lavoro. La sedia ideale dovrebbe avere un supporto lombare fisso ed essere regolabile in altezza. In ogni caso se a casa lavorate su un tavolo un po’ più alto di una scrivania, ricordate di regolare la sedia in modo tale da avere le cosce in posizione orizzontale e la parte sotto il ginocchio in posizione verticale.
Eventualmente, per maggiore comodità potete sempre ricorrere ad un poggiapiedi, che aiuterà a ridurre la pressione lombare e ad alleggerire il carico della colonna vertebrale.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Secondo i dati dell’Osservatorio Smart Working, nel corso del 2020 un totale di 6,58 milioni di lavoratori hanno sperimentato la modalità di lavoro a distanza, ossia circa un terzo dei lavoratori dipendenti italiani.
- Nello specifico il lavoro a distanza ha coinvolto il 97% i lavoratori operanti nelle delle grandi imprese, il 94% delle PA italiane e il 58% delle PMI.
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