Se da un lato le grandi città offrono maggiori opportunità lavorative, movida e frenesia, dall’altro i piccoli paesi garantiscono quiete e una vita che può trascorrere più lentamente. Quindi dove è meglio vivere, in una grande città o in un piccolo paese? La scelta è molto soggettiva e dipende fondamentalmente dalle singole necessità della persona.
Dove è meglio vivere? In una grande città o in un piccolo paese?
Decidere dove vivere implica una valutazione che comprende diversi aspetti: lavoro, famiglia, carattere personale, hobby e soprattutto il ritmo di vita che si vuole avere. Per capire dove è meglio vivere scopriamo innanzitutto quali sono i vantaggi dell’abitare in una grande città e quali quelli di abitare in un piccolo paese.
I vantaggi di vivere in una grande città
Innanzitutto per grandi città si intende una superficie in cui più del 50% della popolazione risiede in aree con una densità di più di 1500 abitanti per chilometro quadrato e che contino almeno 50 mila abitanti. Di seguito i vantaggi di cui si può beneficiare vivendo in una grande città.
- Le grandi città offrono, molto spesso, una maggiore vicinanza tra l’abitazione e il luogo di lavoro.
- Le attività imprenditoriali si concentrano soprattutto all’interno delle città più grandi, ciò implica la possibilità di avere maggiori opportunità lavorative.
- Relativo a quanto detto prima, vivere in città riduce il tempo da trascorrere in viaggio da un punto all’altro. Questo garantisce più tempo libero da dedicare a sé, ai propri hobby, da passare in famiglia o con gli amici.
- Nelle grandi città ci si sposta velocemente e agevolmente grazie al sistema di trasporti variegato messo a disposizione: metropolitana, bus, tram, treni, taxi e aerei. Si è meglio collegati non solo all’interno della città stessa ma anche con le altre sia italiane che estere.
- Vivere in una metropoli dà accesso a una vasta gamma di servizi.
I vantaggi di vivere in un piccolo paese
L’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) classifica come piccoli comuni che presentano una popolazione inferiore o uguale a 5000 abitanti. Ci sono poi le “vie di mezzo”, ovvero le cittadine, definite tali quando il numero di abitanti è compreso tra i 10 mila e i 50 mila abitanti. I vantaggi di vivere in questi luoghi sono riportati di seguito.
- In un piccolo paese il costo della vita è abbastanza basso e quindi accessibile a tutte le tasche. Dagli affitti al prezzo degli immobili ai servizi di vario genere, tutto costa sicuramente meno se paragonato a una grande città.
- Meno smog, aria più pulita e presenza di aree verdi. Contestualmente meno traffico, caos e inquinamento acustico.
- Vivere in un piccolo paese significa vivere la propria vita in una maniera più rilassata e tranquilla.
- I paesini offrono, soprattutto ai più piccoli, la possibilità di vivere la natura in tutte le sue forme. Qui è possibile fare un picnic in campagna a pochi passi da casa, correre o passeggiare respirando aria buona.
- Il bello di conoscersi tutti, o quasi. I paesini, avendo non troppi abitanti, permettono di sviluppare una socialità più ampia. I cittadini si sentono persone e non solo individui che vivono in un dato luogo.
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Secondo i dati dell’ANCI ben il 72% dei comuni italiani rientra nei piccoli paesi, quindi con un numero di abitanti inferiore o uguale a 5 mila.
- Si stima che il 34,3% degli italiani viva nelle grandi città, il 41,2% in cittadine e sobborghi e il 24,5%, invece, nelle aree di campagna.
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