Come finisce la plastica in mare? Secondo l’Unep (United Nations Environment Programme) l’80% dipende da una scarsa o insufficiente gestione dei rifiuti a causa di una limitata capacità di riusare o riciclare i materiali plastici.
Aziende italiane di plastica riciclata: benefici economici e ambientali
Plastica in mare: i dati
I dati sulla produzione e il consumo della plastica nel pianeta sono in continua ascesa e la sua fabbricazione assorbe l’8% della produzione mondiale di petrolio. Ciò comporta dei rischi enormi.
Dove va a finire la plastica?
Negli oceani, dagli anni Cinquanta ad oggi è finita la metà della plastica prodotta in oltre sessant’anni e, dove esistono diverse isole galleggianti enormi, come la Pacific Trash Vortex, un’isola di plastica grande più del l’Italia.
Secondo uno studio su la rivista Environmental Science & Technology dell’American Chemical Society e realizzato dai ricercatori dell’Helmholtz Centre for Environmental Research e della Weihenstephan-Triesdorf University of Applied Science analizzando e studiando l’inquinamento della plastica e raccogliendo campioni da 79 siti lungo 57 fiumi in tutto il mondo, i responsabili principali del trasporto verso il mare sono proprio i fiumi.
Dieci di loro (Yangtze, Xi e Huanpu in Cina, Gange in India, Oyono in Nigeria, Brantas e Solo in Indonesia, Rio delle Amazzoni in Brasile, Pasig nelle Filippine e Irrawaddy in Birmania) trasportano oltre il 90% di tutta la plastica che finisce in mare.
Il Danubio invece, ogni anno, trasporta nel Mar Nero da 530 a 1500 tonnellate di plastica, mentre attraverso il fiume Reno finiscono nel Mare del Nord da 20 a 21 tonnellate di plastiche.
Le cause della plastica in mare
Le principali cause dipendono da:
- discariche illegali
- discariche legali mal gestite
- scarso trattamento delle acque reflue
- cattive abitudini da parte di chi utilizza spiagge a fini ricreativi o per pesca sportiva
- attività industriale
- trasporti
- pesca
- rifiuti abbandonati al suolo trasportati in acqua dagli agenti atmosferici.
Per i ricercatori basterebbe quindi migliorare la gestione dei corsi d’acqua al fine di ridurre drasticamente (addirittura di almeno il 50%) l’inquinamento. Essendo quindi la plastica un materiale che non si degrada mai completamente, si riduce solamente in micro frammenti sempre più piccoli, che diventano pian piano le cosiddette microplastiche.
Queste ultime, per le loro piccolissime dimensioni, finiscono facilmente per diventare parte del cibo di pesci e crostacei, entrando infine nella nostra catena alimentare. Gli esseri umani infatti mangiano ogni anno fino a 11mila frammenti di plastica attraverso pesci e altre specie marine.
La plastica raccolta in mare oggi si trasforma in imbottitura per piumini e trapunte
Pillole di curiosità – Io non lo sapevo. E tu?
- Si producono in media circa 396 milioni di tonnellate di plastica all’anno, cioè 53 kg per ogni abitante del Pianeta. Solo poco più del 20% della plastica viene riciclata o incenerita.
- Nei mari sono presenti oltre 150 milioni di tonnellate di plastica.
TI È PIACIUTO L’ARTICOLO? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER GRATUITA
Per altre curiosità e informazioni sugli abitanti continuate a seguirci su www.habitante.it