Quando si parla di olive la prima cosa che viene in mente è l’olio che ne deriva e che tutti usiamo per condire i nostri piatti. Ma come tutto quello che la natura ci dona l’olio non è l’unico prodotto che si può ricavare dalle olive. Ecco tutto quello che si può produrre a partire dal frutto dell’olivo.
Sai tutto quello che si può produrre dalle olive?
Grazie ai molti studi condotti sulle olive e sui suoi derivati si è giunti, oggi, a capire come questi possano trovare impiego in tanti e diversi campi. Ecco alcuni esempi di come vengono utilizzati i sottoprodotti delle olive in ambiti quali quello edilizio, agricolo e cosmetico.
Dai rifiuti di oliva ai materiali da costruzione
Diversi studi, che hanno valutato gli effetti dell’utilizzo di rifiuti di oliva nella produzione di mattoni di argilla, hanno rivelato che possono essere usati come materiali da costruzione, anche molto funzionali ed efficaci. I rifiuti dell’industria dell’olio d’oliva, come per esempio la cenere di pietra d’oliva, i noccioli di oliva macinati e i fanghi derivanti dall’estrazione dell’olio di sansa possono essere impiegati come materie prime secondarie nella produzione di mattoni e pasta di cemento.
Secondo uno studio condotto presso l’Università di Jaén, in Spagna, i mattoni di argilla ricavati dall’uso dei fanghi residui dell’estrazione dell’olio di sansa avevano una resistenza alla compressione paragonabile a quella dei mattoni convenzionali. Ma non solo, in quanto presentavano in più una migliore conduttività termica.
Inoltre, in uno studio successivo, è stato possibile constatare che l’aggiunta di noccioli di olivo macinati riduceva l’assorbimento d’acqua, creando un effetto legante e facendo si che i mattoni risultassero più resistenti allo sgretolamento. Lo studio ha concluso che “i mattoni di argilla fabbricati con noccioli di olivo macinati sono raccomandati, si tratta di una delle aggiunte alternative più convenienti che possono essere utilizzate nella produzione di mattoni in argilla cotta”.
Fertilizzante in ambito agricolo
Dalle olive, in particolare dalla sansa vergine, si può ricavare anche del fertilizzante organico da impiegare in agricoltura. Parliamo quindi di un utilizzo agronomico dei sottoprodotti della lavorazione delle olive rispettoso nei confronti dell’ambiente. La sansa è un sottoprodotto del processo di estrazione dell’olio di oliva, è composto dalle bucce, dai residui di polpa e dai frammenti dei noccioli. La sansa vergine in seguito ad un semplice processo di compostaggio (degradazione della sostanza organica) può diventare un ottimo concime anche per gli stessi uliveti. Oggi il concime organico è molto richiesto soprattutto dai coltivatori privati, mentre nell’agricoltura su larga scala viene ancora impiegata la tradizionale concimazione chimica.
Ingrediente di bellezza
I sottoprodotti delle olive sono anche molto usati in ambito cosmetico, dai prodotti specifici per il viso a quelli per i capelli e la pelle in genere. Questo per le innumerevoli proprietà benefiche delle olive e dei suoi derivati, difatti tra queste ricordiamo:
- proprietà emollienti;
- cura dei capelli sfibrati;
- proprietà nutritive;
- azione purificante;
- proprietà lenitive;
- riduzione delle irritazioni cutanee:
- prevenzione delle smagliature;
- azione antiage.
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo e tu?
- Furono i Fenici i primi a battezzare l’olio d’oliva come “oro liquido”. Poi nel corso della storia gran parte delle popolazioni del Mediterraneo hanno iniziato ad utilizzarlo anche all’infuori della sfera prettamente culinaria. Per esempio gli antichi Egizi ne traevano beneficio per ammorbidire la pelle e lucidare i capelli. Mentre gli atleti dell’antica Grecia lo adoperavano per massaggi e frizioni localizzate volte a temprare i muscoli e a scaldarli.
- Viene definito olio EVO o extravergine di oliva solamente l’olio ottenuto dalla prima spremitura di olive attraverso processi meccanici e sostanze chimiche, in condizioni termiche massimali di 30°C. Tali condizioni ambientali non devono causare alterazioni dell’olio la cui acidità libera, espressa in acido oleico, non deve superare lo 0,8%.
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