L’industria alimentare italiana è la seconda dopo la Francia per numero di imprese. Il 98% delle aziende italiane sono di dimensioni piccole; le imprese più grandi sono di meno al Sud e nelle isole. Scopri quante aziende alimentari ci sono in Italia, la cui qualità dell’offerta è di gran lunga superiore alla media internazionale.
Quante sono le aziende alimentari in Italia?
L’industria alimentare italiana, caratterizzata da industrie di cibo e bevande, conta in totale 70.934 aziende alimentari, delle quali 21.946 sono società di capitali, e 6.760 risultano in crescita. Grazie al Rapporto della Luiss business school presentato agli stati generali dell’industria alimentare, organizzati da Federalimentare a Roma, si hanno gli elementi utili per comprendere lo stato dell’industria alimentare italiana e le sue principali traiettorie evolutive.
L’Industria alimentare in Italia
I prodotti Made in Italy continuano ad essere ricercati e considerati garanzia di eccellenza in tutto il mondo. Infatti, attualmente l’industria alimentare italiana rappresenta il primo settore per fatturato in Italia con 140 miliardi. Le migliori performance sono delle aziende di dimensione media, in particolare nel 2016 il contributo maggiore riguarda il fatturato, il valore aggiunto e le esportazioni totali. Questo tipo di aziende nell’arco decennale che va dal 2007 al 2016 ha infatti aumentato del 79,6% le esportazioni, del 46,7% il valore aggiunto, del 41,9% il totale dell’attivo e del 38,9% il fatturato. Per quanto riguarda le aziende di grandi dimensioni, le prime cinquanta imprese del settore raggiungono circa 30 miliardi di euro di fatturato (il 22% dell’intero settore), considerando invece le prime cento si arriva a 41 miliardi (circa il 30% del settore).
Il Rapporto della Luiss business school
Il Rapporto della Luiss business school sull’Industria alimentare italiana ha l’intento di contribuire alla definizione dei possibili contenuti di una politica industriale nazionale per l’alimentare tenendo in considerazione lo stato attuale e le possibili traiettorie evolutive. L’importanza di questo settore è essenziale per l’economia italiana, in quanto ha sia un rilievo determinante sia nel sistema economico e sociale del Paese, sia in quello internazionale. Infatti, la presenza dell’industria italiana a livello internazionale è caratterizzata da una forte leadership e da un’alta competitività, in quanto le aziende si contraddistinguono per una qualità superiore dell’offerta. Una qualità che viene definita “organica” composta da cinque caratteristiche: il prodotto; l’impresa; il territorio; il consumatore; il paese Italia. È importante sottolineare che nei mercati esteri, questa superiore qualità organica è riconosciuta in termini di disponibilità a pagare un prezzo ben superiore dei prodotti concorrenti, sia locali sia di altri Paesi.
Pillole di curiosità. Io non lo sapevo. E tu?
- Le produzioni italiane si trovano ad affrontare una forte pressione competitiva sia dal basso, sia dall’offerta di attori di grandissime dimensioni in grado di collocare sul mercato prodotti standard a prezzi inferiori e differenziati, sfruttando elevate capacità di comunicazione e distribuzione. Tuttavia, i mercati internazionali rappresentano una necessità per le imprese italiane, ma allo stesso tempo un’importante opportunità di crescita.
- La cosiddetta “DopEconomy” si conferma al primo posto, con circa 200.000 imprese e 822 denominazioni DOP, IGP, STG, sulle circa 3000 nel mondo. Questa conta nelle produzioni agroalimentari e vitivinicole DOP e IGP un valore di 15 miliardi per la produzione e di 8,8 miliardi per l’export, circa il 18% del valore complessivo del settore e il 20% del totale delle esportazioni.
TI È PIACIUTO L’ARTICOLO? ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
Per altre curiosità e informazioni sugli abitanti continuate a seguirci su www.habitante.it